Gli azzurri si sono ritrovati negli studi di Sky a Milano per la presentazione della squadra e la partenza verso il ritiro di Folgaria. Ecco tutto quello che è stato detto nella giornata, dallo show del capitano Gigi Datome al discorso conclusivo del presidente Gianni Petrucci
Rispetto a due anni fa, quella che è stata presentata stamattina non è “la Nazionale più forte di sempre”. Niente slogan, niente proclami, solo tanta voglia di fare un campionato europeo di livello: negli studi di Sky a Milano Santa Giulia, la Nazionale azzurra di basket si è ritrovata per il tradizionale Media Day prima di partire alla volta di Folgaria, dove si svolgerà la prima parte del ritiro per preparare l’appuntamento clou dell’estate, gli Europei che scatteranno il prossimo 31 agosto. Sono stati 19 i giocatori convocati dal C.T. Ettore Messina, dalle stelle NBA Danilo Gallinari e Marco Belinelli a protagonisti dell’ultima Eurolega come Daniel Hackett, il capitano Gigi Datome e Nicolò Melli, che dalla prossima stagione lo attende in Turchia al Fenerbahce. Ma anche giocatori fondamentali dell’ultimo campionato come lo scudettato Stefano Tonut e il finalista Diego Flaccadori, oltre ad habitué delle estati in azzurro come Pietro Aradori, Marco Cusin, Amedeo Della Valle, Luca Vitali, Riccardo Cervi, Andrea Cinciarini o nuove entrate come Awadu Abass, Filippo Baldi Rossi, Ariel Filloy, Andrea Zerini e Paul Stephane Biligha. Unico assente Davide Pascolo, che pur essendo convocato sta recuperando dall’operazione al menisco di inizio giugno, mentre come già noto non ci saranno né Andrea Bargnani né Alessandro Gentile, neo acquisto della Virtus Bologna.
Meet & Greet e presentazione azzurri
Gli azzurri sono arrivati alla sede di Sky verso le 10.15 del mattino e per mezz’ora si sono prestati ad un incontro con i dipendenti dell’azienda nella hall principale, con foto, video e autografi per tutti i presenti. Dopodiché si è passati allo Studio 2, il fiore all’occhiello delle produzioni interne di Sky dove vengono registrati Sky Calcio Show e E Poi C’è Cattelan, allestito per l’occasione ad hoc per gli azzurri, con la presentazione gestita da Alessandro Mamoli. Sul palco insieme a lui il capitano della nazionale Gigi Datome – arrivato alla 17^ estate consecutiva in azzurro – ha presentato tutti i membri della squadra, dai nuovi arrivati che possono dare energia ed entusiasmo alla squadra fino ai veteranissimi come “il Pandino” Cusin e “il Bomber” Aradori, oltre a “l’ultimo dei centri rimasti prima dell’estinzione” Riccardo Cervi. Quindi la parola è passata al C.T. Ettore Messina: “Sono più che contento dei giorni che abbiamo per conoscere i ragazzi nuovi e capire come fare la squadra, in che cosa possiamo migliorare per fare un Europeo di livello” ha detto il C.T., alla sua ultima esperienza (per ora) sulla panchina azzurra. “La cosa più difficile sarà passare da una rosa di 19 a una di 12: sarà fondamentale riuscire a capire chi nella squadra deve avere certi tipi di spazi e chi invece può offrire un contributo diverso in pochi minuti, che è una qualità importantissima per quanto mi riguarda. Ci sono tanti grandi giocatori che fanno fatica a dare il loro meglio in pochi minuti: dovremo fare in modo di delineare bene i ruoli nella squadra e poi di fare in modo che siano tutti contenti di quel ruolo, perché se ci sono delle infelicità si comincia col piede sbagliato”.
Nazionale femminile e Under 19
La presentazione della nazionale maggiore è stata però anche un’occasione per celebrare i risultati delle altre selezioni azzurre, in particolare quella femminile rappresentata da Cecilia Zandalasini. La nuova stella del basket femminile ha ricevuto i complimenti del C.T. Messina, il quale ha elogiato la sua naturalezza nel giocare a pallacanestro: “La cosa che più mi stupisce di lei è l’armonia di come gioca. Lo step back, il cambio di mano, l’esitazione, il palleggio-arresto-tiro da tre: sono tutti gesti che molti atleti maschi fanno fatica a eseguire, mentre per lei sono cose naturali. L’altra cosa che non si può non notare è la serenità apparente con cui si prende le responsabilità in campo: l’augurio è che faccia una bella carriera”. Dopo di lei, a salire sul palco è stato Lorenzo Bucarelli, capitano della Nazionale Under 19 capace di conquistare l’argento agli ultimi Mondiali di categoria. “Fin dal primo giorno abbiamo capito che potevamo creare un gruppo speciale: ci siamo presentati con apparenti difficoltà perché avevamo finito la maturità due giorni prima e con tante assenze, ma non abbiamo mai cercato alibi. La svolta è arrivata con il canestro segnato da Tommaso Oxilia per battere il Giappone e poi la vittoria con la Lituania. Lì abbiamo iniziato a credere che ce l’avremmo potuta fare, abbiamo avuto una consapevolezza diversa” le parole del giovane giocatore di Siena.
I tre nuovi Hall of Famer: Gilardi, Cosmelli e Sacchetti
L’occasione è stata utile anche per presentare e celebrare i tre nuovi indotti nella Hall of Fame della pallacanestro italiana, con il leggendario Sandro Gamba a premiare Enrico Gilardi, leggenda del basket romano: “Non avrei mai pensato di finire un giorno nella Hall of Fame. Tutto il mio percorso è stato basato sulla spontaneità, passo dopo passo: avere questo riconoscimento è stato molto gratificante ed emozionante”. Quindi si è passati a Massimo Cosmelli, uno dei medagliati di bronzo degli Europei del 1971 in Germania dell’Ovest e membro di quella squadra che per la prima volta ha battuto gli Stati Uniti a Lubiana. “Oggi è una grande emozione e di orgoglio per aver rappresentato per una decina di anni la nazionale italiana: è un grande onore, grazie a tutti quelli che mi hanno permesso di conseguire questo riconoscimento”. Ultimo premiato Meo Sacchetti, che non è potuto essere presente per la consegna del trofeo ma è stato ricordato da coach Gamba: “Era talmente grosso che veniva scambiato per un giocatore di football… Lui è stato fondamentale quando abbiamo battuto la Russia nel 1980 perché l’ho messo in marcatura su Sergej Belov, che a quel tempo era il numero 1 in Europa: lui non lo ha mai fatto tirare o gli ha mai permesso un’entrata in area, dominandolo fisicamente. Era uno scolaretto ubbidiente: gli dicevo una cosa e lui la eseguiva nel migliore dei modi: abbiamo vinto tanto anche per lui”.
Il discorso conclusivo di Gianni Petrucci
Chiusura dedicata al presidente federale Gianni Petrucci: “Io devo stare attento a parlare perché prima del pre-olimpico ho detto una frase [la Nazionale sulla carta più forte di sempre, ndr] e ci abbiamo passato un anno. Ma se la polemica non la fa il presidente federale, chi la fa? Ci dobbiamo campare con le notizie o con le discussioni. Io non voglio essere retorico, ma il presidente può anche esserlo: io guardo in faccia tutti quanti, li conosco tutti, ho una carriera alle spalle, e mi pongo un interrogativo. L’allenatore è Ettore Messina, i giocatori sono tutti di NBA, Eurolega o campionato italiano… dentro di me che devo dire? Che sono pessimista? Che dovrei dire per far contento chi scrive, che le cose non vanno? Io devo essere realista, devo dire quello che sento, se no non sarei me stesso. Dico sempre ai giocatori: solo con la maglia azzurra diventi Campione, non si è campioni con la C maiuscoli se non si vince con la maglia azzurra. Io ragiono in positivo. C’è una frase di Nelson Mandela che ripeto sempre: io non voglio perdere, o vinco o imparo. E noi siamo stanchi di imparare: vorremmo vincere”.
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