Eurobasket 2017: la presentazione del roster dell’Italia

Basket

L’Italia non parte con i favori del pronostico, ma questo potrebbe permetterci di vivere con una consapevolezza diversa un Europeo in cui sarà obbligatorio superare il girone di Tel Aviv e conquistare la fase a eliminazione diretta di Istanbul: dagli ottavi in poi tutto sarà possibile

Non saremo la “Nazionale più forte di tutti i tempi” (pluricit.), ma restiamo una squadra che “sa che in campo non si perde: o si vince, o si impara. E noi ci siamo scocciati di imparare”, per dirla con le parole con cui il presidente Petrucci chiuse l’evento che lo scorso 21 luglio ha dato il via al ritiro dell’Italia negli studi di Sky Sport. Da lì il cammino è stato complesso, pieno zeppo di imprevisti e di cambiamenti più o meno forzati dagli eventi. Ettore Messina però ha avuto tutto il tempo necessario per provare a mettere insieme un gruppo di giocatori che col passare dei giorni è riuscito a costruire la propria identità, profondamente diversa da quella che in tanti avrebbero ipotizzato alla vigilia. Un roster che ha dovuto rinunciare a importanti individualità, riscoprendo un’applicazione difensiva che in molti sperano possa fare da collante nei momenti difficili che attendono gli azzurri in Israele (e si spera anche a Istanbul). Una squadra che letteralmente farà affidamento su tutti e 12 i componenti del roster, ognuno chiamato a interpretare il proprio ruolo nel migliore dei modi. Il tutto coadiuvato da un coach che ha già annunciato che lascerà la panchina dell’Italia a fine settembre. Un perfezionista che non ha nulla da perdere dunque; una premessa che lascia ben sperare.

MARCO BELINELLI | Il leader tecnico

Con l’assenza di Danilo Gallinari, sommata a quelle di Alessandro Gentile e Andrea Bargnani, il neo giocatore degli Atlanta Hawks diventa così il principale riferimento offensivo degli azzurri, oltre a essere quello con maggiore esperienza e talento. Belinelli dovrà dunque riuscire a inserirsi al meglio all’interno dei meccanismi difensivi messi in piedi da coach Messina, con la consapevolezza di poter sporcare il foglio a proprio piacimento in attacco, soprattutto quando il pallone inizierà a pesare un po’ di più. Potrebbe essere la sua ultima avventura con l’Italia (per sua stessa ammissione): l’obiettivo in quel caso sarà lasciare con un bel ricordo.

LUIGI DATOME | Il capitano

Il capitano della spedizione azzurra dovrà vestire i panni del secondo violino, dopo che nelle ultime estati trascorse con la Nazionale aveva lasciato il palcoscenico e i riflettori soprattutto agli altri, ritagliandosi un ruolo da specialista che non sempre gli è calzato a pennello. Dopo il successo in Eurolega dello scorso maggio e un raggiunto livello di definitiva maturazione non solo tecnica, Datome si ritrova di fronte alla sfida più impegnativa nella sua lunga esperienza con l’Italia. Lui non ha dubbi sul fatto che potremo essere la sorpresa dell’Europeo: tra il dire e il fare però dovrà metterci lo zampino anche il giocatore sardo.

NICOLO’ MELLI | L’uomo chiave

Il neo acquisto del Fenerbahce sarà molto probabilmente l’ago della bilancia che determinerà la bontà dei risultati di una squadra che fa enorme affidamento sulla sua crescita e maturazione. Nel biennio trascorso in Germania, Melli si è affermato come un giocatore completo, in grado di sfruttare al meglio la sua atipicità, spaziando all’occorrenza il campo in attacco (“Tira Nicolò, tira!”, sarà una frase che ripeteremo spesso davanti la TV), senza disdegnare giocate di intensità vicino al ferro. Bisognerà però tenersi ben alla larga dai problemi di falli e riuscire a trovare le contromisure giuste per non andare troppo in difficoltà contro la fisicità dei lunghi con cui dovrà battagliare, in modo tale da essere pronto nella metà campo avversaria. Un Melli da 15 punti potrebbe fare tutta la differenza del mondo rispetto a uno da tre tiri dal campo; quella che passa tra vittoria e sconfitta, ad esempio.

MARCO CUSIN | L’àncora difensiva

Partito in ritiro, poi tornato a casa. Infine richiamato e rivoluto non tanto e non solo da uno spogliatoio all’interno del quale è un leader silenzioso, ma anche per necessità tecniche venute fuori durante la preparazione. Marco Cusin sarà la nostra àncora difensiva, quella a cui incatenare a doppia mandata i destini delle nostre rotazioni e aiuti a protezione del ferro. Taglia fuori, rimbalzi e all’occorrenza stoppate è quello che coach Messina chiede a gran voce, al netto di una condizione fisica che purtroppo è tutt’altro che convincente. Questo di certo non sarà un alibi per “Pandino”: anche solo per pochi minuti, il suo contributo sarà sempre garantito.

DANIEL HACKETT | Il metronomo

Se si parla di infortuni, non si può non tenere conto dei problemi che ancora si trascina dietro Daniel Hackett, alle prese con i postumi della rottura del tendine dello scorso dicembre che gli hanno fatto perdere buona parte dell’ultima stagione. Il playmaker dell’Olympiacos resta però uno dei riferimenti del nostro quintetto, metronomo di un attacco a cui si chiederà di prendere alle volte anche qualche iniziativa personale.

PIETRO ARADORI | L’uomo in più dalla panchina

Il sesto uomo del nostro quintetto, pronto all’occorrenza anche per essere schierato già dalla palla a due qualora si decida di giocare più piccoli per allargare il campo; un’opzione che potrebbe essere cavalcata nei finali di gara, quando si decidono le partite e quando servono canestri pesanti. Aradori è pronto a dare la scossa ogni volta che metterà piede sul parquet, consapevole del fatto che senza l’apporto difensivo tutto potrebbe essere vano.

ARIEL FILLOY | Il playmaker ombra

Il playmaker ombra del nostro roster si è conquistato considerazione e spazio in rotazione prima a suon di triple e poi dettando i tempi anche in quintetti sperimentali giocando al fianco di Hackett. Ariel Filloy è una delle piacevoli novità di questa spedizione azzurra, tiratore affidabile (ce n’è un disperato bisogno) e difensore da integrare con un sistema che dovrà riuscire a dare copertura al ferro a uno dei tanti esterni del nostro roster che vanno in difficoltà nel contenere l’uno contro uno. “Tutto parte dalla difesa”: lo sa bene l’Italia, lo sa bene Messina e lo sa bene Filloy.

PAUL BILIGHA | L’uomo di intensità

In meno di un mese il neo giocatore della Reyer Venezia è diventato il simbolo di questa Nazionale operaia; un centro sottodimensionato che compensa con intensità e voglia ai centimetri che spesso e volentieri sono a favore del suo diretto avversario. Il suo ingresso in campo nelle amichevoli di preparazione è molte volte coinciso con un cambio di passo da parte della nostra difesa, trainata dalla sua carica e dal suo esempio. Biligha resta un giocatore imperfetto, alle volte spuntato in attacco e non sempre sotto controllo, ma gli azzurri sanno che durante il lungo cammino agli Europei ci sarà bisogno anche di lui.

ABASS AWUDU ABASS | Lo specialista

Il giocatore dell’Olimpia Milano è il rincalzo perfetto per una squadra che dovrà fare della tenuta difensiva il suo mantra. Per lui i minuti in campo finora non sono stati molti, ma la rotazione a cui sarà obbligato coach Messina dai tanti e frequenti impegni potrebbe garantirgli dello spazio inatteso. Toccherà a lui riuscire a rispondere presente, in una squadra che non disdegnerebbe qualche canestro d’intensità da un giocatore che rischia di essere facilmente battezzabile dagli avversari.

CHRISTIAN BURNS | La sorpresa

Le amichevoli di preparazione contano fino a un certo punto, ma alle volte anche un canestro può fare la differenza per acciuffare un pass per gli Europei. Lo sa bene Christian Burns che con uno dei suoi rarissimi bersagli durante la fase di preparazione ha regalato l’overtime agli azzurri nella sfida contro la Grecia; il simbolo di come questa squadra abbia dimostrato di saper soffrire, di poter ritrovare compattezza e di rifarsi all’occorrenza all’accezione migliore della parola “attributi”. E Burns è un giocatore su cui calza in maniera perfetta questa definizione.

ANDREA CINCIARINI | Il possibile uomo in più

Sulla carta il “Cincia” parte come terzo playmaker, in una conformazione che però resta molto fluida e che potrebbe aprirgli spazio inatteso sul parquet. Esperienza, fiducia ed esempio saranno determinanti in un gruppo che ha un bisogno disperato di riferimenti saldi, sia in campo che nello spogliatoio. Cinciarini in caso è già pronto ad allacciarsi le scarpe, in una Nazionale che ha davvero bisogno di tutti.

FILIPPO BALDI ROSSI | Il ripescato

Alla prima convocazione con la Nazionale, il classe ’91 aveva salutato la speranza di giocare l’Europeo sul più bello, scartato nell’ultimo taglio fatto da coach Messina. L’infortunio di Pascolo però gli ha regalato un’inattesa chance in Israele, partito in fretta e furia per Tel Aviv e pronto a giocarsi le sue carte in una rotazione che al momento lo vede partire più indietro rispetto a tutti gli altri. L’infortunio al crociato che lo ha tenuto fuori per un anno fortunatamente è ormai alle spalle; adesso starà a lui non far rimpiangere l’assenza di un talento come Pascolo.