Niente da fare per gli azzurri di Ettore Messina: la Serbia di Sasha Djordjevic vince 83 a 67 e accede alla semifinale dove affronterà la Russia. Troppa la differenza di talento e di centimetri, visto che i nostri avversari hanno dominato a rimbalzo catturandone 44 contro i nostri 19, trascinati da un grande Bogdan Bogdanovic (22 punti alla fine)
Si infrange ai quarti di finale il sogno dell'Italia del basket: gli azzurri di Ettore Messina ci hanno provato in tutti i modi, ma alla fine hanno dovuto arrendersi davanti alla superiorità della Serbia di Sasha Djordjevic. Troppo grande la differenza in termini di talento, di profondità del roster e di centimetri, come testimoniato dai 16 punti di distanza dell'83-67 finale. L'Italia ha sofferto soprattutto sotto canestro, un difetto strutturale ben noto che è stato fatto pagare carissimi dai serbi, che hanno catturato la bellezza di 17 rimbalzi offensivi contro i 19 della nostra intera squadra sotto entrambi i tabelloni. Impossibile pensare di vincere contro una squadra non solo più forte, ma anche in grado di potersi giocare tantissimi possessi in più e di produrre la bellezza di 44 punti in area, peraltro tirando con il 90% ai liberi (26/29) pur in una brutta serata dall'arco (3/17). Coach Djordjevic ha sfruttato benissimo le attenzioni che la difesa organizzata da Ettore Messina ha riservato per le due stelle avversarie, Boban Marjanovic e Bogdan Bogdanovic, che intelligentemente hanno trovato sempre i compagni sul lato debole per produrre punti facili e viaggi in lunetta. Ciò nonostante, gli azzurri sono riusciti a rimanere in partita grazie al tiro da tre punti e alle giocate di energia dei vari Burns e Biligha, ma sono andati a fondo quando non sono più riusciti a costruire buoni tiri (28% dall'arco alla fine, 8/29) con Marco Belinelli a chiudere con 18 punti e 5/17 dal campo e Gigi Datome con 15 e 5/11 al tiro. Proprio quando i nostri due migliori giocatori ci avevano riportato a -8, ecco salire al proscenio della partita il migliore in campo, Bogdan Bogdanovic, che con 7 dei suoi 22 punti ha di fatto chiuso la gara, mandando i suoi in semifinale dove affronteranno la Russia. Per gli azzurri, invece, il sogno europeo finisce qui, così come l'era Messina che lascia il posto a Meo Sacchetti: il tempo dei bilanci arriverà nei prossimi giorni.
Il racconto del primo tempo
Ci sono Bircevic e Kuzmic sotto canestro per i nostri avversari, mentre Messina non tocca il suo quintetto base formato da Hackett, Belinelli, Datome, Melli e Cusin. È Nik Melli a sbloccare la gara in post basso, seguito da Gigi Datome in angolo per il 5-0 mentre la difesa tiene i serbi a 0/4 dal campo per aprire la gara, pur commettendo tre falli consecutivi. Coach Djordjevic ne ha viste abbastanza e inserisce Macvan e Marjanovic per sbloccare l'attacco, cosa che avviene puntualmente con due canestri consecutivi di Bogdanovic, mentre Cusin commette il suo secondo fallo ed è costretto a uscire. L'attacco degli azzurri comincia a battere in testa, ma capitan Datome trova una linea di penetrazione per chiudere il gioco da tre punti che ci riporta sul 10-8. La partita procede a ritmi bassissimi e con percentuali ancora peggiori, con gli azzurri che provano a coinvolgere Marjanovic in ogni pick and roll ma pagano dazio ogni volta che il centro dei Detroit Pistons riesce a ricevere con spazio, che sia in proprio o per gli altri. Ancora una volta le rimesse dal fondo disegnate da coach Messina funzionano e permettono a Belinelli di sbloccarsi da tre per il 16-12, ma la Serbia con i tiri dalla lunetta riesce a chiudere il primo quarto avanti 18-17.
I tagli dal lato debole continuano a fare male alla difesa azzurra, specialmente quando si concentra sulle due stelle della Serbia, ma Melli ci tiene a contatto andando di nuovo a segno da tre. Quattro punti in fila dei serbi, ma soprattutto due brutti possessi offensivi, convincono Messina a chiamare timeout in fretta e furia. Cusin ha due volte la possibilità di segnare sotto canestro ma sbaglia e commette il suo terzo fallo, e allora dalla panchina esce l'energia di Christian Burns, che appena entrato propizia un recupero e poi va a segnare a rimbalzo d'attacco forzando il timeout di Djordjevic. Hackett va a segno per una tripla importantissima, ma immediatamente risponde Bogdanovic e Marjanovic rimane un dilemma irrisolvibile sotto canestro, portando i suoi sul +7 che costringe Messina a un altro timeout a seguito della quarta palla persa degli azzurri. Belinelli trova una fiammata dal mezzo angolo, ma la Serbia sembra aver trovato la chiave tattica giusta per scardinare la difesa azzurra sul lato debole, andando anche sul +11 con la tripla di Milan Macvan. La Serbia continua a dominare anche a rimbalzo offensivo (ben 8 sotto il nostro canestro, uno in più di tutta la nostra partita per un clamoroso 22-7 complessivo nel primo tempo), ma Burns e Datome ci mettono tutta l'energia che hanno e vanno a segno dall'arco per il 38-33. Non basta: i nostri avversari sono perfetti dalla lunetta (16/16) e chiudono il primo tempo con un vantaggio in doppia cifra, 44-33.
Il racconto del secondo tempo
Cusin va a schiacciare il -9 per aprire il terzo quarto, ma Kuzmic fa la voce grossa a rimbalzo e sempre avvicinandosi a canestro la Serbia tocca il massimo vantaggio sul +15, mentre le percentuali degli azzurri vanno sempre più a picco (7/24). Il gioco da tre punti costruito sull'asse Melli-Belinelli, un paio di canestri di Biligha e un palleggio-arresto-tiro di Aradori ci riportano a -8, ma nel momento in cui gli azzurri hanno il possesso per accorciare ulteriormente le distanze, la terna arbitrale rifila un fallo tecnico alla panchina azzurra che uccide l'inerzia della partita e riporta i nostri avversari a +11. Bogdanovic è diabolico nel procurarsi tre tiri liberi, e dopo averne realizzati due manda di fatto le squadre all'ultimo riposo lungo sul 59-48, la stessa distanza dell'intervallo.
Nel frattempo le triple sbagliate consecutivamente dagli azzurri diventano dieci, e con il canestro in avvicinamento di Milosavljevic per il +13 Ettore Messina chiama il timeout per provare a organizzare l'ultima rimonta prima che sia troppo tardi. Belinelli si alza dall'arco per il -10 (seconda tripla su dieci tentativi) e Datome con il floater ci riporta a -8, due segnali che portano Djordjevic a non fidarsi e a chiamare immediatamente il minuto di pausa. Nel momento di difficoltà, è ovviamente il giocatore più forte in campo, Bogdan Bogdanovic, a mandare a i titoli di coda della partita: prima tripla di serata dopo 6 errori, entrata a canestro di grandissima classe e gioco da tre punti per il +16 che di fatto uccide la gara. Finisce 83 a 67 per i nostri avversari, che in semifinale affronteranno la Russia.