L'Italbasket ha una generazione d'oro in arrivo e non deve sprecarla

La situazione sportiva del nostro paese sta vivendo un momento piuttosto paradossale. Da una parte c’è lo sport più dominante in assoluto, il calcio, che sta vivendo un momento in cui il talento dei giocatori fatica ad emergere; dall’altra moltissimi altri sport considerati "minori" sono invece al loro momento d’oro, basti pensare ai risultati che stanno arrivando dal tennis anche senza considerare l’eccezionalità del caso Jannik Sinner. La pallacanestro italiana si trova un po’ in mezzo a questi due poli. La "generazione NBA" dei vari Gallinari, Belinelli, Bargnani e Datome è ormai agli sgoccioli, mentre negli ultimi anni la nazionale guidata prima da Meo Sacchetti e poi da Gianmarco Pozzecco è riuscita a regalarci serate epiche ma senza mai riuscire a concretizzarle con una medaglia, che manca in una competizione "maggiore" dal leggendario argento di Atene 2004. Qualcosa, però, sta effettivamente per cambiare. La medaglia d’oro vinta a Eurobasket Under 20 dagli azzurri di coach Alessandro Rossi ha messo finalmente in mostra le buone annate che stanno crescendo e sulle quali la nostra pallacanestro deve puntare forte nel prossimo futuro. I giovani giocatori nati nel triennio tra il 2005, il 2006 e il 2007 promettono infatti di diventare molto presto l’ossatura attorno alla quale costruire la Nazionale del futuro, non solo per le qualità tecniche che hanno già messo in mostra ma anche per quelle fisiche che dovrebbero dare loro una chance anche ai livelli più alti. Uno dei segreti della squadra di coach Rossi è infatti la fisicità che è riuscita a mettere in campo in ogni partita, specialmente in difesa, spesso superiore rispetto a quelle delle avversarie pari-età — quasi una rarità per la nostra pallacanestro. Il quintetto formato da David Torresani , Elisee Assui , Leonardo Marangon , Francesco Ferrari e Andrew Osasuyi ha impresso a ogni partita un’intensità atletica e fisica difficile da pareggiare e che, insieme a un grandissimo spirito di squadra, si è rivelata una delle chiavi per l’oro europeo di categoria che mancava da 12 anni, quando a vincerlo furono i vari Amedeo Della Valle, Stefano Tonut e Awadu Abass. I risultati dei tornei di categoria così brevi vanno sempre presi con la giusta cautela, visto che basta veramente poco per far girare un’intera competizione da una parte o dall’altra . Bisogna poi considerare le assenze pesanti in diverse Nazionali, basti pensare alla Francia che certamente non ha portato la sua miglior versione possibile così come molte altre squadre. Un discorso che vale anche per gli azzurri, che oltre ad aver perso per strada Theo Airhienbuwa, Mattia De Martin, Leonardo Valesin e Giacomo Zanetti per infortunio, non hanno chiamato Dame Sarr che è già nel giro della nazionale maggiore. I risultati di questi tornei sono però l’unico metro "tangibile" per giudicare i miglioramenti di una generazione, ed è evidente che tra i 2005 e i 2006 di coach Rossi ci siano dei giocatori su cui bisogna puntare e costruire per il domani. A partire dall’MVP della competizione Ferrari passando per Torresani, Osasuyi, De Martin ma anche Renè D’Amelio, che il prossimo anno proseguirà la sua crescita a California Baptist University in NCAA. A questi si aggiunge poi la classe del 2006 che può contare sui vari Sarr , Assui e Airheinbuwa, giocatori già formati per avere spazio ai palcoscenici più alti, e a tutti i “late bloomer” che da qui ai prossimi anni possono fare un ulteriore salto di qualità. A questa base si aggiunge poi l’annata del 2007 che per l’Italbasket rischia di essere davvero memorabile, tra il centro di 2.20 Luigi Suigo , la guardia Achille Lonati e Diego Garavaglia, che chiude il terzetto dell’Olimpia Milano capace di raggiungere la finale della NextGen dell’Eurolega lo scorso maggio e di vincere lo Scudetto a livello giovanile. A loro poi si aggiungono giocatori come Patrick Hassan e Mattia Ceccato che hanno molto senso anche ad alto livello, ma pure Matteo Accorsi, Matteo Baiocchi e Jason Nistrio formano un’annata estremamente talentuosa. E anche tra i 2010 si vede già qualcosa di molto interessante, ma per il momento fermiamoci qui. Tutti questi giocatori potranno unirsi nel prossimo futuro a giocatori già attualmente in nazionale come Gabriele Procida , Matteo Spagnolo e Saliou Niang , dando se non altro una varietà di stili di gioco e di incastri tattici molto interessanti sui quali lavorare. È ovvio però che molto dipenderà dal lavoro di sviluppo che verrà fatto su di loro, e lo sviluppo parte soprattutto dallo spazio che avranno nei loro club di appartenenza e dal tipo di lavoro tecnico, tattico e fisico che verrà impostato. Pochi di questi ragazzi infatti giocano attualmente in Serie A, e solo Torresani a Treviso e Assui a Varese partono con un posto a roster consolidato. Bisogna sempre considerare infatti il ritorno economico, che per certe società è al primo posto per garantirsi la sopravvivenza a certi livelli. Molte squadre magari partono con buoni propositi di dare spazio ai giovani, e molti allenatori sarebbero anche ben disposti a concedere minuti di sviluppo , ma poi bisogna anche fare i conti con le vittorie e le sconfitte in campo, e con lo spettro della retrocessione che vuol dire un mancato ritorno economico significativo e a volte spaventoso. Per questo in A2 il "rischio di impresa" meno elevato permette ai ragazzi in Under 20 di avere maggiore spazio e minutaggio, come nel caso di Ferrari e Marangon a Cividale sotto Pillastrini. Ed è altrettanto importante che quello spazio sia guadagnato sul campo e non concesso a prescindere , perché è solo in quella maniera che si può davvero crescere. In definitiva, le generazioni di giovani cestisti che stanno arrivando promettono una fisicità, un atletismo, una varietà e una profondità di profili che davvero non si vedeva da un po’ di tempo. Solo il tempo ci dirà se basteranno a riportare gli azzurri a una medaglia che manca più di vent’anni — ci sono infatti da considerare i nostri avversari, e il livello in giro per l’Europa non è mai stato così alto come oggi —, ma quello di cui bisogna rendersi conto è di avere tra le mani un tesoro sul quale è importante lavorare nella miglior maniera possibile. La medaglia d’oro dell’Under 20 ce lo ha messo davanti agli occhi in maniera inequivocabile.

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L'Italbasket ha una generazione d'oro in arrivo e non deve sprecarla

Dario Vismara