Banchi: "La Lettonia e io siamo pronti! Di nuovo all'Olimpia? Vi spiego tutto"

Reduce da un quinto posto ai Mondiali del 2023 , Luca Banchi si prepara a riscrivere un'altra pagina della storia recente della Lettonia, che mancava dalla fase finale degli Europei addirittura dal 2017. Sul loro cammino i ragazzi di Banchi troveranno Serbia, Turchia, Estonia, Repubblica Ceca e Portogallo, sperando di poter contare anche sul proprio fuoriclasse Kristaps Porzingis, che arriva da una stagione complicata ai Boston Celtics. Per Banchi sarà l'ultimo capitolo della sua avventura da Ct, prima di prendersi del tempo per riflettere e soprattutto per godersi un po' di meritato riposo, dopo le intense avventure con la Virtus Bologna e l'Efes Anadolu. Sfide che hanno attirato anche l'attenzione dell'Olimpia Milano, a cui era stato accostato per quello che sarebbe stato un ritorno dalle sfumature sportive romantiche, prima di scegliere, per una volta, di dedicare del tempo a sé stesso. Come state vivendo l'avvicinamento a Eurobasket? "C'è tantissima attesa. In Lettonia vivono solo 1 milione e 800mila abitanti, di cui quasi la metà nella capitale Riga, e il basket in questi ultimi anni ha raggiunto dei picchi di popolarità mai visti prima. La possibilità di vedere all'opera Kristaps Porzingis è una ragione in più per creare attesa. Stiamo cercando di prepararci con serietà, anche se sappiamo che la concorrenza sarà spietata". Che girone sarà? "Complicato. Partiamo da un gruppo dove su sei squadre, due sono tra le prime quattro del ranking europeo. La Serbia è forse la principale candidata all'oro, mentre la Turchia non vorrà essere da meno. Ci saranno tantissimi giocatori NBA in campo, sarà bellissimo e molto spettacolare, ma siamo consapevoli che sarà anche molto difficile". Lato club, come sono stati questi mesi all'Efes? "Dopo le dimissioni dalla Virtus, onestamente avevo già spostato il mirino sul campionato europeo e sulla preparazione con la Lettonia. A inizio gennaio mi è arrivata questa chiamata, totalmente inattesa. C'era la possibilità di prendere in mano una squadra che almeno sulla carta aveva tutte le caratteristiche per essere una protagonista in Eurolega. È stato un inizio sicuramente difficile, ma poi siamo cresciuti in maniera esponenziale fino all'apice del raggiungimento dei play-off, dove abbiamo disputato una serie equilibratissima contro il Panathinaikos. Con qualche rammarico siamo arrivati fino a una gara cinque decisiva che non ci ha premiati, ma ci ha lasciato la consapevolezza di aver fatto comunque qualcosa di speciale". Lo scudetto della Virtus Bologna lo senti tuo almeno in parte? Alla luce di ciò che hai costruito nella stagione 2023/24? "Penso di no. Penso che questa squadra avesse poco in comune con quella scorsa. L'anno passato siamo andati a un passo da centrare il successo ma sapevamo che il percorso di questa stagione sarebbe stato diverso, per quanto l'Olimpia fosse fin dall'inizio la squadra che avevamo nel mirino. Eravamo partiti con l'idea di ricercare una nuova identità, perché qualche cambiamento strutturale importante c'era stato. Sono contento che Bologna abbia centrato questo obiettivo. Anche perché i protagonisti sono stati diversi giocatori arrivati l'estate scorsa, elementi su cui il club potrà contare per il futuro, dal momento che era chiaro che la Virtus sarebbe stata destinata a profondi cambiamenti nel corso dei mesi". Finito l'Europeo hai già detto che lascerai il ruolo di Ct. E poi? "Mi prenderò un attimo di pausa. Purtroppo in estate non ci sono state le condizioni perché potessi continuare con l'Efes. È una sensazione che già conosco, non mi spaventa l'idea di dover trovare una squadra. Ora sono concentrato sulla nazionale, cercherò di concludere la mia avventura con la Lettonia nel migliore dei modi, collezionando altri ricordi indimenticabili. Finito l'Europeo mi riposerò e poi farò delle valutazioni, troppo spesso negli ultimi mi sono trovato a dover prendere una panchina in corsa. Per quanto si tratta sempre di un modo per mettersi alla prova sia da un punto di vista tecnico sia morale". Si è parlato di te anche in chiave Olimpia Milano. "Ci sono state delle trattative. Alcune sono state anche rese note. C'era la possibilità che il mio nome fosse di nuovo legato all'Olimpia , una cosa che mi riempiva di orgoglio. Non solo a livello professionale ma anche a livello emotivo e personale. Purtroppo non ci sono stati i presupposti perché questo accadesse".

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Geri De Rosa