La Nazionale di Luca Banchi ha già le idee ben chiare

Linee guida precise, scelte condivise e note a tutti, una base che inevitabilmente si deve allargare: è cominciata nel segno di questi semplici ma significativi concetti l’avventura di Luca Banchi, il ventitreesimo CT della nazionale di basket. In un clima inevitabilmente dimesso ed emotivamente segnato dal lutto dopo le criminali vicende post Rieti-Pistoia, il nuovo Commissario Tecnico ha condotto tre giorni di allenamento mettendo in chiaro i primi principi chiave di fronte ad un gruppo di quindici giocatori, solo tre dei quali protagonisti del campionato di serie A. “Abbiamo scelto di convocare solo un giocatore per squadra evitando di coinvolgere chi con il proprio club sarebbe stato impegnato nelle coppe; abbiamo rivisto il nostro programma dopo l’atto criminale di Rieti ma abbiamo deciso di confermare il raduno per non togliere a tanti ragazzi il sogno di vestire la maglia della nazionale maggiore”. Un sogno che tutti coloro che sono stati chiamati devono coltivare perché inevitabilmente la base della nazionale azzurra deve essere allargata, attraverso il lavoro, la conoscenza reciproca e, soprattutto, un cambio di mentalità. “Continuiamo a monitorare il territorio, cerchiamo di vedere più giocatori possibile: indipendentemente dalla categoria, la nazionale e il suo messaggio tecnico devono essere il punto di riferimento principale di ogni giocatore”. Secondo il CT questo è l’unico modo per ovviare alle difficoltà imposte da un calendario intasato: i club hanno le loro esigenze e non sempre possono garantire alle varie nazionali tutti i loro atleti. “Conosco il problema, l’esperienza della mia carriera, dai tempi di Trieste, fino a quello di Siena, Milano e Bologna mi ha insegnato che c’è rischio di infortuni, di stanchezza. So anche però che giocare una coppa europea accelera il processo di crescita del singolo non solo dal punto di vista tecnico ma anche nella capacità di sopportare i contatti, nel saper giocare un basket efficace. Il lavoro dei club è quindi prezioso anche per la Nazionale”. Luca Banchi sa anche di poter contare sul lavoro dei suoi predecessori: Meo Sacchetti e Gianmarco Pozzecco hanno creato un’identità azzurra molto forte che ha portato il pubblico ad amare la Nazionale, indipendentemente dai risultati. Una bella base da cui ripartire. “Da tifoso esterno ho sempre apprezzato il senso di appartenenza che la Nazionale ha mostrato negli ultimi anni, in campo si è sempre materializzato in un carattere coriaceo, combattivo. Io voglio mantenere questo spirito, voglio sfruttare al meglio il materiale umano che avrò a disposizione sapendo che questa Nazionale non può prescindere dal giocare un basket collettivo in entrambe le metà campo”. Un lavoro per il quale servirebbe molto tempo, almeno quello che hanno gli allenatori di club; per questo motivo bisogna ingegnarsi per sfruttare al meglio i pochi giorni disponibili. “Ho voluto fortemente questo raduno anche per testare il nostro staff. Quando arriverà la prima partita di qualificazione, il 27 novembre, ci raduneremo il giorno 24 e avremo solo due allenamenti prima del match. Il tempo sarà il nostro principale avversario”. Luca Banchi, oltretutto, dovrà a poco a poco rinnovare il gruppo: il Mondiale per cui l’Italia cercherà di qualificarsi sarà nel settembre del 2027 e gli azzurri per arrivarci dovranno superare non poche difficoltà, vista una formula permissiva nella prima fase e decisamente punitiva nella seconda. In pratica per arrivare in Qatar l’Italia dovrà mettersi alle spalle una fra Turchia, Serbia e Lituania, tenendo d’occhio però anche Islanda, Gran Bretagna, Bosnia e Svizzera, sempre insidiose visto che, nelle finestre di qualificazione, queste squadre possono mettere in campo la loro miglior squadra contrariamente a chi ha tanti giocatori in Eurolega o in NBA. All’interno di questo percorso ricco di trappole, coach Banchi deve anche inserire via via elementi nuovi. “Il gruppo deve essere sicuramente rinnovato, per ragioni anagrafiche e per le assenze inevitabili a cui dovremo far fronte nelle finestre di qualificazione. Sarà necessario attingere da una base comunque interessante, visti anche i risultati delle Nazionali giovanili, per arrivare alla giusta alchimia fra giocatori esperti e giovani. Solo così potremo restituire alla nostra Nazionale il suo DNA vincente".

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Geri De Rosa