Rivelazione shock dell'ex terzino dell'Arsenal Emmanuel Eboué al Mirror: "Sono al verde, ho perso tutti i miei soldi nel divorzio con mia moglie. Ho anche pensato al suicidio". L'ivoriano non vede i tre figli dal giugno scorso. Spesso dorme sul pavimento di un amico e viaggia in bus per la città: "Accetterei l’aiuto di chiunque, soprattutto dell'Arsenal"
Quella di Emmanuel Eboué è la storia di un calciatore caduto in rovina. In molti se lo ricordano sulla fascia destra, nell’Arsenal, con cui non ha mai vinto un campionato ma ha superato le 200 presenze. Titolare nella finale di Champions del 2006 persa contro il Barcellona di Ronaldinho. E poi la Costa d’Avorio, quella dei fratelli Tourè e di Drogba: due Mondiali, nel 2006 e nel 2010 e la Coppa d’Africa sfiorata nel 2012. Oggi, invece, le rivelazioni shock rilasciate al Sunday Mirror: “Sono al verde, e ho pensato al suicidio”
Eppure Eboué è ancora relativamente giovane, ha 34 anni, e fino a due anni fa era titolare nel Galatasaray. In Turchia era sbarcato nel 2011, firmando un contratto di quattro anni a 2 milioni e mezzo per le prime stagioni, poi 2.2 nelle altre a seguire. Pazzesco che sia finito sul lastrico. Stando alla sua intervista di mezzo c’è un divorzio, una vera e propria battaglia evidentemente persa con la moglie Aurelie. Lì ha perso tutto il suo patrimonio e soprattutto i contatti con i tre figli, che non vede dal giugno scorso. Oggi l’ex terzino dei Gunners dorme spesso a casa di un amico, sul suo pavimento. Viaggia in bus e non può nemmeno permettersi una lavatrice: “Lavo i miei jeans da solo, lavo tutti i miei vestiti. Le mie mani sono dure come se lavorassi in una fattoria”. Già, e poi c’è il nascondersi, dagli ufficiali giudiziari e dalla polizia. Perché un giudice gli ha ordinato di lasciare anche la sua casa ad Enfield, un quartiere di Londra, alla moglie: “Ogni tanto spengo la luce. Non voglio fare sapere di essere lì dentro. Ho paura”. E ancora: “Solo Dio può aiutarmi” - prosegue Eboué nella sua intervista al Mirror. Infine poi c’è anche l’appello al mondo del calcio: “Accetterei l’aiuto di chiunque, ma se il mio vecchio club (l’Arsenal, ndr) volesse darmi una mano sarei veramente tanto, tanto felice. Magari potrei aiutare i giocatori più giovani. Quando vedo i miei ex compagni ancora nel mondo del calcio sono felice per loro, ma mi vergogno della mia situazione. Ci penso e mi dico che dovrei essere lì anche io, con loro”.