Chelsea, Morata: "Il denaro a volte porta solo problemi e i social mostrano una falsa felicità"
Premier LeagueL'attaccante spagnolo ripercorre il suo momento difficile: "La nostra vita può sembrare privilegiata, ma i calciatori hanno problemi come tutti. A volte anche il denaro te ne crea e pure i social mostrano una falsa felicità. Quando hai una giornata libera, vai a prenderti una birra per rilassarti ma ti ritrovi circondato da cellulari e da tifosi che ti chiedono una foto. Al Chelsea ho vissuto un momento difficile, non ero depresso ma vivevo male. Lontano dal calcio ora sono felice, ma vorrei esserlo di più anche in campo"
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La scorsa stagione non è stata molto semplice per Alvaro Morata, protagonista di una prima annata non troppo positiva al Chelsea ed escluso dalla Spagna per i Mondiali di Russia. In una lunga intervista rilasciata a El Mundo, il centravanti ex Juventus si è sfogato, raccontando il suo momento e i problemi che può vivere un calciatore: "Alla fine abbiamo gli stessi problemi di tutti, forse anche di più – ha dichiarato Morata – Molte volte anche la fama e il denaro possono diventare un problema. C'è molta gente che invidia la nostra vita, si pensa che abbiamo più privilegi rispetto ad altre persone. Ma a volte i soldi ti possono portare a dei problemi, come quelli che ho avuto io. Il denaro ti aiuta, certo. Ma a livello economico spesso i calciatori non hanno esperienza e alcune volte ci ritroviamo anche a dover aiutare l'amico che ha preso scelte di vita sbagliate. E se poi lo fai una volta, devi farlo anche due, tre e così via. Instagram, ad esempio, mostra una falsa felicità. Ci sono giorni in cui sei triste e metti un'immagine che in realtà non riflette come ti senti in quel momento. Ma ci sono i contratti pubblicitari, anche questo ci fa perdere valore. Poi ci sono giorni in cui sei libero e vai a prenderti una birra per rilassarti, per poi ritrovarti con 300 cellulari al tuo fianco con persone che vogliono farsi una foto con te".
"Lontano dal calcio sono felice, in campo mi piacerebbe esserlo di più"
Sul suo periodo negativo, aggiunge: "L'ultimo è stato un anno molto difficile – prosegue – Sono andato via da Madrid per giocare il Mondiale, ma alla fine sono rimasto a casa. Con l'arrivo dei miei figli ho imparato a gestire le emozioni, soprattutto fuori dal campo. Ora, lontano dal calcio, sono contento. In campo mi piacerebbe esserlo di più, per questo devo segnare dei gol che mi rendano felice. Ho detto che la mia non era depressione, anche se vivevo molto male. Quando sono arrivato a Londra la gente gridava il mio nome perché avevo segnato 7 gol in 7 partite, poi mi sono fatto male e ho iniziato a giocare con il dolore. La Nazionale? Dopo non essere andato al Mondiale, ho pensato che la convocazione di settembre fosse più che altro un premio. Mentalmente non ero pronto per competere come avrei dovuto. Oggi sono più cosciente del perché sono in Nazionale, la cosa più importante non era giocare ma tornare a stare in questo gruppo. Ora ho più fiducia e sono contento".