Rooney rivela: "Ferguson usava una tattica speciale per battere l'Arsenal"

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"Eravamo famosi per il nostro gioco d'attacco", ha raccontato l'ex capitano del Manchester United, "ma in alcune occasioni avevamo un approccio più calcolato". Sfatato il mito di Sir Alex "ignorante" sotto il profilo tattico

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Alcune loro "battaglie" sono rimaste nella storia, impresse nella memoria dei tifosi; soprattutto di quelli del Manchester United, che dai confronti con l'Arsenal di Wenger, ai tempi di Sir Alex Ferguson, usciva spesso vincitore. Adesso, a distanza di anni, Wayne Rooney ha deciso di svelare come facessero, e il segreto sta tutto nella tattica "speciale" che i Red Devils adottavano in occasione di quelle partite.

"La gente parla ancora oggi di quella squadra - ricorda Rooney in merito al Manchester United - e dice che eravamo sempre all'attacco. Ma in realtà non era sempre così. Abbiamo impostato un sacco di partite sul contrattacco, attirando gli avversari e poi colpendoli. Con l'Arsenal, ad esempio, era sempre così". Un trucco vecchio come il mondo (o come il calcio), che non piace quando se ne abusa (soprattutto agli inglesi), ma che è sempre gradito quando porta risultati. E Ferguson, che metteva conquiste e trofei al di sopra di tutto, amava sì il calcio d'attacco entusiasmante e dal ritmo serrato, ma aveva anche capito, intelligentemente, che contro l'Arsenal pagava di più la strategia dell'attesa.

"Non era tutto un 'andiamo e attacchiamo', contro alcuni avversari l'approccio era più calcolato e questo tirava fuori il meglio da me. Avevamo una squadra che sapeva colpire anche in contropiede ed eravamo devastanti". Parola di uno che ha trascorso nove anni giocando sotto la guida dello scozzese a Old Trafford e che oggi sfata quel mito secondo cui il manager dello United fosse poco credibile sotto l'aspetto tattico.

Quella volta che Rooney stava per firmare con il City

A portare Rooney allo United era stato proprio Ferguson, che invece - ricordando il suo rapporto con il giocatore - ha rivelato la sua reazione quando, nel 2010, seppe delle intenzioni del suo pupillo di cambiare maglia. Su di lui c'erano Chelsea e Manchester City e Rooney pareva seriamente tentato; fu il proprietario del club David Gill a dare la cattiva notizia a Ferguson, dopo aver parlato con l'agente del giocatore e lo scozzese si sentì tradito, considerando una mancanza di rispetto quella del suo giocatore.

"Ero a Carrington - racconta Sir Alex - e David mi ha telefonato, avvertendomi: 'Sto arrivando e ho brutte notizie per te. L'agente di Wayne mi ha detto che non firmerà il rinnovo di contratto e che intende andarsene'. Non potevo crederci. Ero sbalordinato. Per me è stato uno shock. Ero molto deluso, ci aveva detto di essere contento del club, che lo considerava il migliore del mondo. Ecco perché è stato molto deludente ricevere una notizia del genere, non riuscivo a capirla. Insomma, nessuno può negare che il Manchester United fosse un grande club. Abbiamo vinto 40 trofei importanti, siamo stati innumerevoli volte in una finale di coppa. Abbiamo una storia fantastica, un grande stadio, un eccezionale centro sportivo. Qui ci sono tutte le condizioni per consentire a chiunque di esprimersi al meglio, per questo non riuscivo a capacitarmi della sua decisione". Riflessioni che, alla fine, portarono Rooney a tornare sui suoi passi, firmando un rinnovo e rimanendo allo United fino al 2017.