Manchester United-Chelsea, le chiavi tattiche della sfida

Premier League

Federico Aquè

Non è semplice definire le ambizioni di "Red Devils" e "Blues", che iniziano la stagione con diverse incognite da chiarire e nuovi equilibri da trovare. Difficoltà che metteranno alla prova due allenatori poco esperti come Solskjaer e Lampard.

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La prima sfida tra “big six” della nuova stagione di Premier League è l’incrocio alla prima giornata tra Manchester United e Chelsea. Si potrebbe discutere se sia ancora attuale la definizione di “big six”, se cioè esista davvero una squadra capace di competere con Manchester City e Liverpool, le due dominatrici dell’ultimo campionato; ma tra le ipotetiche rivali, quelle squadre che sperano di restare vicine alle "big two", ci sono anche lo United e il Chelsea, due squadre di cui non è semplice definire le ambizioni.

I “Red Devils” hanno rinforzato la difesa con Wan-Bissaka e Harry Maguire, segnando un nuovo record di spesa per un difensore centrale, ma hanno ceduto uno dei migliori attaccanti d’Europa (Lukaku), scommettendo su Mason Greenwood, cresciuto nel settore giovanile e non ancora maggiorenne, che ha impressionato nelle amichevoli precampionato. Soprattutto, devono gestire l’incertezza attorno a Pogba, che a giugno aveva aperto alla possibilità di lasciare la squadra e ha saltato in modo controverso l’ultima amichevole contro il Milan. Solskjaer ha comunque assicurato che il centrocampista francese sarà a disposizione contro il Chelsea.

Anche se non è chiaro se alla fine rimarrà, Pogba resta un giocatore in grado di cambiare in modo profondo la squadra. Il centrocampista francese è il principale riferimento per il possesso in zone intermedie, e senza di lui lo United tende a essere ancora più diretto, a evitare di raggiungere la trequarti offensiva manovrando, puntando invece a risalire il campo sulle fasce, cercando di continuo di isolare gli esterni, o lanciando lungo sui giocatori più avanzati.

Insomma, soprattutto in assenza di Pogba sembra che Solskjaer stia puntando in maniera decisa su un gioco di transizioni, e in questo senso si possono leggere le scelte fatte in attacco. Senza Lukaku, che comunque avrebbe fatto comodo anche attaccando soprattutto in ripartenza, lo United ha rinunciato ad avere un centravanti in grado di dare un riferimento, su cui appoggiarsi alzando la palla (anche se l’utilità di Lukaku come riferimento centrale è uno degli equivoci più diffusi quando si parla del suo modo di giocare). L’idea di affidarsi a Martial e a Rashford, e di dare fiducia a Greenwood, lascia intravedere l’intenzione di avere un reparto avanzato senza posizioni fisse, con giocatori tecnici e veloci, capaci sia di generare pericoli in isolamento sulle fasce che di andare alle spalle delle difese se si trovano al centro.

Il gol segnato da Greenwood al Leeds.

Se sarà davvero questa la strada scelta da Solskjaer si capirà ovviamente nei prossimi mesi, e molto dipenderà da come si risolverà l’incertezza che in questo momento circonda Pogba. Rinunciando a Lukaku, lo United si è privato di uno dei finalizzatori più affidabili della Premier League e ha dato le chiavi del suo attacco a Martial e Rashford, contando sulla possibilità che riescano ad andare oltre le medie realizzative tenute finora in carriera. Entrambi dovranno giocare una grande stagione per fare in modo che si realizzi il piano immaginato da Solskjaer e ripagare la fiducia che il club ha riposto in loro.

Le ambizioni del Chelsea sono ancora più incerte. Il blocco del mercato in entrata imposto dalla FIFA ha impedito di rinforzare la squadra, se si eccettua l’aggiunta di Christian Pulisic, che però era stato comprato a gennaio; Eden Hazard, la stella assoluta che ha definito il gioco negli ultimi anni, è stato ceduto al Real Madrid e come allenatore c’è una leggenda inesperta del ruolo come Frank Lampard. Insomma, i “Blues” sono in un momento di transizione, con tutte le incertezze del caso.

La sanzione della FIFA ha obbligato il Chelsea a concentrare le energie sulla valorizzazione del talento già presente nel club, e forse anche per questo la scelta del sostituto di Maurizio Sarri è ricaduta su Lampard. In squadra sono rimasti Tammy Abraham e Mason Mount, entrambi cresciuti nel settore giovanile e mandati in prestito nelle scorse stagioni ad accumulare esperienza, ed è probabile che avrà ancora più spazio Callum Hudson-Odoi, che si è già fatto apprezzare l'anno scorso con Sarri e sta recuperando dal grave infortunio al tendine d'Achille.

Abraham arriva da una grande stagione in prestito all'Aston Villa, con cui ha segnato 26 gol e conquistato la promozione in Premier League, e si giocherà probabilmente il posto in attacco con Giroud. Mount è invece un centrocampista tecnico e offensivo che ha passato l'ultima stagione in prestito al Derby County in Championship, allenato proprio da Lampard. Nelle amichevoli precampionato il Chelsea ha giocato quasi sempre col 4-2-3-1, e Mount ha trovato posto da trequartista, ma con la sua tendenza ad abbassarsi per far scorrere la manovra può anche giocare da mezzala.

Ad avere maggiori pressioni sarà comunque Pulisic, per il valore che gli ha dato il Chelsea (64 milioni di euro) e l’inevitabile confronto con Hazard, di cui ha preso il posto sulla fascia sinistra. Partendo largo a sinistra, l’esterno americano si accentra spesso per ricevere tra le linee o andare in profondità dietro la difesa avversaria. Nell’amichevole contro il Milan, gli interni dello United (McTominay e Matic) hanno avuto diversi problemi nella copertura degli spazi davanti alla difesa, e Pulisic potrebbe creare problemi sia ricevendo alle loro spalle che abbassando i difensori muovendosi in verticale, creando spazi per le ricezioni tra le linee dei compagni.

Se giocheranno entrambi, l’incrocio tra Pulisic e Wan-Bissaka sarà uno dei più importanti della partita. Il terzino destro dello United è uno specialista dei duelli difensivi, ma ama staccarsi dalla linea e non si preoccupa troppo dei movimenti dei compagni, e potrebbe soffrire se Pulisic attaccherà spesso lo spazio tra lui e il difensore centrale.

Wan-Bissaka che non fa passare neanche un pallone contro il Milan.

In conferenza stampa Lampard ha parlato della sua filosofia di gioco, concentrandosi soprattutto sulle richieste fatte alla squadra in fase difensiva, per mantenere sempre alto il livello di aggressività. In possesso, invece, il Chelsea sta provando a costruire l’azione da dietro manovrando, ma ha avuto grandi difficoltà a superare il pressing del Borussia Mönchengladbach nell’ultima amichevole e, di conseguenza, a gestire le sue ripartenze. Rispetto allo United, i “Blues” proveranno forse con maggiore insistenza a uscire in palleggio dalla loro metà campo, e in questo modo potrebbero offrire spazi agli attacchi in transizione dei “Red Devils”, che però, va detto, hanno un pressing meno organizzato rispetto al Gladbach.

La prima partita di campionato quasi mai fornisce indicazioni sul tipo di stagione che aspetta le squadre, e vale ancora di più per lo United e il Chelsea, entrambe alla ricerca di nuovi equilibri e con diverse incognite da chiarire. Forse non avere grandi aspettative può aiutare due allenatori con poca esperienza come Solskjaer e Lampard, per riuscire a sorprendere, però, dovranno lavorare molto per risolvere i problemi mostrati dalle loro squadre.