Chelsea, dalle lacrime in Supercoppa all'abbraccio con Lampard: il riscatto di Abraham

Premier League

Marco Salami

Un palo contro lo United, quel rigore sbagliato e la prima gioia dei Blues. Abraham (e soci) possono lanciare una nuova era giovane per il Chelsea?

Ieri il rigore sbagliato. Oggi la doppietta che consegna a Lampard la sua prima storica vittoria da allenatore del Chelsea. Forse quella di una nuova era. Il mercato è bloccato e dei soliti investimenti milionari (al di là del riscatto di Kovacic e del colpo Pulisic di gennaio) sono stati solo un miraggio in estate. L'era è molto green, come direbbero da quelle parti, di una squadra giovane come non mai (contro il Norwich il più giovane XI di partenza dal febbraio 1994, dato Opta), e che vince coi giovani. Uno su tutti è Tammy Abraham, l'autore della doppietta e anche un po' simbolo di questo avvio di stagione dei Blues. Il ragazzo che aveva colpito un palo dopo pochi minuti contro lo United (prima del tracollo 4-0) e sbagliato il rigore decisivo nella Supercoppa Europea contro il Liverpool. Lì le lacrime. Poi diventate sorriso.

Sì, perché Abraham, all'anagrafe Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham, nato da papà nigeriano e da mamma inglese a Londra, incarna perfettamente il nuovo giovane Chelsea di Frank Lampard. Coraggioso, divertente, di qualità, ma anche insicuro. Alla costante ricerca della maturità per chiudere le partite. Una squadra che ha raccolto solo contro il Norwich (e soffrendo) quella prima vittoria che avrebbe sicuramente già meritato di ottenere. Tammy l'ha conquistata. Punta centrale, classe 1997, nato nel quartiere di Camberwell. Sole sette miglia a est di Hammersmith e Fulham, dove c'è il Chelsea. Sulla mappa di Londra per andare da un punto all'altro si passa davanti allo Stamford Bridge, che è sempre stata casa sua. Abraham arriva infatti al Chelsea all'età di sette anni (soffiato all'Arsenal, che in quanto a giovani talenti se ne intende parecchio). Segna valanghe di gol nelle giovanili Blues dove vince due Youth FA Cup e altrettante Youth League. L'esordio arriva nel 2016, prima dei prestiti: Bristol (dove diventa il più giovane marcatore di Championship a superare quota 20 gol prima dei 20 anni), Swansea e Aston Villa. L'ultimo anno lo trascorre di nuovo in Championship con Terry, altra bandiera Blues (in panchina come vice), e da trascinatore dei Villans in Premier. 26 i suoi gol messi a segno in 42 presenze, con tanto di finale playoff vinta contro il Derby County di Lampard (l'uomo dell'abbraccio) e Mason Mount (il nuovo compagno di merende). 

Questo abbraccio vale allora più di molte parole. È quello arrivato dopo il primo gol, della liberazione e dopo appena tre minuti di partita. Una girata di destro dal cuore dell'area di rigore da centravanti vero. Poi il bis, una giocata personale da chi sa anche partire da lontano, e creare dal nulla l'occasione buona. Il tiro da fuori c'è (come aveva già dimostrato quel palo contro lo United). Potente e preciso. Abraham è così diventato il terzo giocatore più giovane di sempre della storia del Chelsea a segnare una doppietta in Premier. Nell'identikit personale da segnalare il metro e novanta di altezza, ottanta chili di peso, e le tante magie che sa fare col pallone tra i piedi (per conferma basta dare uno sguardo ai video postati sul suo profilo Instagram). Il primo post social di sempre era invece un video di uno dei suoi gol nelle giovanili Blues. Staffilata ed esultanza che ricordava vagamente Drogba, l'idolo di sempre. Per seguire le sue orme (al pari di Mount "profetizzato" come nuovo Lampard) è ancora prestissimo. Per il momento è bastato trasformare quel magone in un abbraccio di gioia.