Italia-Svezia, l'appuntamento decisivo di Gian Piero Ventura

Calcio

Giuseppe Simone

Negli ultimi tempi il commissario tecnico sembra un altro. Una sicurezza persa soprattutto dopo la sconfitta in Spagna. Lunedì a San Siro la gara decisiva di una storia da Mister Libidine 

SVEZIA-ITALIA, E' ANDATA COSI'

ECCO PERCHE' VERRATTI E INSIGNE NON HANNO RESO AL MEGLIO

Giampiero Ventura è uomo di mondo, pur non avendo fatto il militare a Cuneo. Ed è anche uomo di mare, sia per la nativa Genova e sia per la Bari in cui ha scelto di vivere.  Di ampie vedute, battuta pronta, a volte prolisso ma sempre sorridente, negli ultimi tempi sembra un altro. Lo capisci dallo sguardo, dalle pause nelle risposte, dall’assenza di sorrisi spontanei. "Dopo 27 anni di carriera e 800 panchine, ora alleno per libidine": il 30 giugno del 2009, nella sala stampa dello stadio San Nicola di Bari, si presenta così e diventa ufficialmente Mister Libidine. Sostituisce Antonio Conte, si proprio lui, e (ri)comincia a vincere e divertire, oltre che divertirsi. Al punto che regala al Bari la migliore stagione in serie A e a se stesso una nuova compagna, poi diventata moglie il primo giugno dello scorso anno.

Prima di allora un continuo sali scendi: esoneri alternati a promozioni, presidenti non facili quali Zamparini (a Venezia), Cellino (a Cagliari) e De Laurentis (a Napoli), e altri quasi fratelli come Vincenzo Matarrese e Cairo. Ma sempre restando se stesso, fedele al 4-2-4 lanciato a Pisa e riproposto ovunque senza alcun dubbio, tranne che in azzurro. Almeno fino al 2 settembre scorso, quando pensa di sorprendere la Spagna, in casa sua. Mister Libidine finisce là, al Santiago Bernabeu, sepolto da Isco e Morata. Perde sicurezza, Ventura, diventa altro rispetto a se stesso, la squadra ne risente, si arriva in Svezia forti solo di un passato glorioso ma deboli per un presente scialbo. E Ventura, purtroppo, non sembra se ne sia accorto. Vedremo lunedì, sperando di sbagliarci.