Chelsea, Conte perde ancora: separato in casa con Abramovich fino a giugno. Poi sarà divorzio

Calcio

La clamorosa sconfitta interna contro il Bournemouth in Premier non ha solo messo a rischio il quarto posto in classifica del Chelsea, ma ha aumentato se possibile ancora di più la distanza tra Conte e Abramovich. A fine stagione la separazione tra i due è certa, ma il divorzio, o meglio l'esonero, potrebbe arrivare anche prima di giugno. Ma non subito: ecco perché

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Altro che Blues, dal cielo sopra Londra rimbalza un color grigio piombo che come un presagio avvicina Conte al suo futuro. Perché quello che sarà inevitabile a fine stagione, ovvero un divorzio all’inglese tra l’italiano e il Chelsea, potrebbe materializzarsi già tra qualche settimana. Un esonero, impossibile solo da immaginare all’alba di questa stagione complicata, ma che oggi, nel giorno successivo alla clamorosa sconfitta interna contro una mini squadra come il Bournemouth, torna prepotentemente di moda anche tra le vetrine costose di Fulham Road. Non subito, non ora, ma di certo più vicino. Perché se il rapporto tra Abramovic e il nostro Antonio non è mai stato idilliaco, a tenere a galla fino a questo momento l’allenatore dei Blues, oltre a particolari penali vergate sui contratti, sono stati soprattutto i risultati. Proprio quelli che ora stanno mancando. Qualificazione agli ottavi di Champions ottenuta col fiatone, eliminazione in Coppa di Lega subita dalla nemesi Wenger e un andamento claudicante in campionato che ora mette a rischio persino il quarto posto. Con questi numeri, persino la convivenza forzata che i due - Abramovich e Conte - si sono contrattualmente auto imposti potrebbe vacillare. La data chiave per capire se la separazione dovesse arrivare prima del previsto è quella del 14 marzo, giorno della gara di ritorno degli ottavi di Champions contro il Barcellona, non proprio una squadra qualsiasi. Se il Chelsea dovesse subire un’eliminazione schiacciante e se nel frattempo la situazione in campionato non dovesse migliorare (per non dire peggiorare) allora a quel punto Abramovich potrebbe anche fregarsene delle penali e liquidare, in tutti i sensi, il suo allenatore.

Questione di penali

Eh sì perché, alla fine, sono soprattutto i soldi ad aver frenato fino ad ora l’irrefrenabile istinto del numero 1 dei Blues di separarsi da un manager che non ha mai sopportato e che non ha mai nascosto la sua insofferenza per come la società ha lavorato sul mercato. Cifre, fredde e importantissime cifre. Perché il contratto che Conte ha rinnovato a inizio stagione sull’onda di una vittoria in Premier che lo aveva consacrato come idolo di Stamford Bridge prevede una doppia penale, sia in caso di dimissioni dell’allenatore (inserita nell’accordo dopo le continue richieste di dimissioni di Conte che già in estate voleva lasciare Londra e accettare la corte del Psg), sia nell’eventualità di un esonero, dopo il quale il Chelsea dovrebbe comunque pagare l'intero ingaggio fino a scadenza (una trentina di milioni lordi, euro più euro meno). E allora ecco che tutte le incomprensioni, tutte le battute polemiche in conferenza (ultima quella sul nuovo acquisto Emerson Palmieri: “Non me lo ricordo”), tutte le differenti visioni della vita pallonara, anche grazie ai risultati, fino a questo momento erano state ampiamente digerite a vicenda. Fino ad oggi, appunto. O meglio, fino a quell’appuntamento di metà marzo che potrebbe anticipare il futuro.