Lo scontro in allenamento tra il centrale spagnolo e Reguilon, un canterano del Real, non è il primo che vede protagonisti due compagni di squadra. Da Gravesen-Robinho a Ibra-Onyewu, ecco i precedenti più illustri
IBRA E QUELLA RISSA CON ONYEWU: "INIZIO' A PIANGERE E PREGARE"
La vigilia Champions del Real Madrid è stata segnata dal duro scontro in allenamento tra Sergio Ramos, il capitano, e Sergio Reguilón, canterano classe ’96. Quest'ultimo, durante un esercizio di movimento e smarcamento, ha provato a intercettare un pallone con un tuffo che ha sfiorato il centrale dei Blancos. Il numero 4 non l'ha presa per niente bene, reagendo con una pallonata che non ha centrato il compagno di squadra. La rabbia, però, non è sbollita subito e così Ramos ci ha "riprovato" calciando la sfera verso il basso e colpendo la caviglia del giovane calciatore che, per evitare ulteriori conseguenze, ha subito in silenzio, ricevendo poi le scuse del 32enne ex Siviglia. Episodio frutto, con ogni probabilità, del momento difficile attraversato dai campioni d'Europa, a secco di vittorie da ormai un mese. Non è, tuttavia, la prima volta che due compagni di squadra vengano alle mani o comunque creino tensioni tra di loro durante una seduta di allenamento.
Carvajal, "caccia al colpevole"
Lo sa bene lo stesso Real Madrid che, lo scorso agosto, vide Carvajal reagire con veemenza verso i suoi compagni di squadra. Il motivo? Durante il torello qualcuno lo aveva involontariamente colpito in faccia e, come se non bastasse, quasi nessuno si era preoccupato delle sue condizioni. Così il terzino si era alzato di soppiatto e cercato di colpire il "protagonista" del gesto, individuato tra Lucas Vazquez e Asensio. Le cose si erano poi tranquillizzate in pochi secondi, riportando la calma nell'ambiente madridista.
Tensioni Real: Gravesen vs Robinho
Sempre i Blancos protagonisti qualche anno fa, precisamente nel ritiro estivo del 2006, quando agli ordini della squadra c'era Fabio Capello. L'allenatore italiano, insieme ai giocatori, dovette sedare la rissa tra Gravesen e Robinho, spendendo entrambi negli spogliatoi. Una dura e irruente entrata del centrocampista aveva fatto infuriare il brasiliano che lo aveva spinto, innescando così una scazzottata tra i due.
La reazione di Neymar a Semedo
Restando sempre nei confini dei club spagnoli, seppur trasferiti in quel momento negli Stati Uniti per la preparazione estiva, si registra poi lo scontro che avvenne nella passata stagione tra Neymar e Semedo, entrambi al Barcellona. Il nuovo arrivato, nel tentativo di strappare il pallone a O'Ney, avanzò qualche tackle di troppo e il brasiliano, abituato nella maggior parte dei casi a cadere in caso di contatto, si girò furentemente verso il compagno di squadra e lo spintonò. Semedo non reagì, ma i due continuarono a scambiarsi battute poco piacevoli, con Busquets e Mascherano costretti a intervenire per calmare la futura stella del Psg. Quest'ultimo, ancora adirato, preferì abbandonare l'allenamento, ma non prima di scalciare con rabbia un'ultima volta il pallone.
Mascherano ricoperto di insulti
Lo stesso Jefecito fu protagonista di un episodio simile quando vestiva la maglia del Corinthians. Nel 2006, infatti, intervenne in ritardo ai danni di Marcelinho Carioca che, invece di reagire con le mani, preferì lasciar spazio alle parole. Il brasiliano rivolse un insulto per nulla simpatico al compagno di squadra, ma le polemiche finirono lì, sebbene quello fu solo uno dei tanti 'incidenti' vissuti con il Timao.
Tevez vs Marquinhos
Sempre al Corinthians, ma nel 2005, un altro argentino innescò una violenta rissa in allenamento. Si trattava di Carlitos Tevez che, dopo uno scontro di gioco con Marquinhos (omonimo dell'attuale difensore del Psg), iniziò a scalciarsi e prendersi a pugni con una tale rabbia che solo l'intervento dei compagni riuscì a frenare la foga dei due.
Se Puyol perde la calma...
Un intervento scomposto può far perdere le staffe anche a chi, solitamente, è un esempio di correttezza in campo. A testimoniarlo Carles Puyol, riconosciuto come uno dei più grandi difensori al mondo, non solo per la sua bravura ma anche per la sua estrema sportività e per i suoi comportamenti all'interno del rettangolo di gioco, mai fuori posto. Eppure, una volta, anche l'ex centrale del Barça reagì duramente contro un fallo insistito, subito in occasione di un allenamento con la Nazionale spagnola. Vicente, infatti, nel tentativo di recuperare il pallone, si aggrappò più volte al centrale delle Furie Rosse, con qualche calcetto di troppo. Comportamento che non fu affatto gradito da Puyol il quale iniziò a spintonarlo più volte, prima che i compagni sedassero gli animi separando i due.
I falli di Martins Indi e la vendetta di Robben
Restando in tema di Nazionali, non si può non citare la 'quasi' rissa che si scatenò nel ritiro olandese, durante la Coppa del Mondo 2014, tra Martins Indi e Robben. Il difensore, durante un allenamento, buttò a terra l'ala del Bayern in due occasioni: prima con una dura entrata in scivolata da dietro e poi con uno spintone. Robben non reagì immediatamente, ma decise di prendersi la sua rivincita sferrando un calcio più scenografico che violento al compagno di squadra. La gamba di uno rimase avvinghiata a quella dell'altro e così i due alzarono la voce, ma lo scontro finì lì, senza portare a ulteriori conseguenze.
Faccia a faccia Boateng-Lewandowski
Lo stesso Robben fu testimone oculare di un altro duro faccia a faccia nel Bayern Monaco. Lui non c'entrava niente perché i protagonisti erano Robert Lewandowski e Jerome Boateng. A innescare il diverbio, naturalmente, un fallo pericoloso del centrale sul polacco. Sorprendentemente, però, fu il tedesco ad adirarsi maggiormente per la brusca reazione di Lewandowski. I due non vennero alle mani perché i compagni intervennero immediatamente per separarli e cercare di tranquillizarli.
Parole a distanza tra Dembelé e Burki
Anche il Borussia Dortmund non è nuovo a battibecchi. Non si sa bene il motivo che portò Dembelé e Burki a venire quasi alle mani durante una seduta di allenamento, ma i due arrivarono uno contro l'altro a muso duro perché il francese non gradiva i continui rimproveri del suo portiere. Fu necessario l'intervento di Bartra per separarli ed evitare conseguenze più spiacevoli.
Sokratis-Arnautovic, quando le scuse non bastano
Alzare il livello della competizione anche in allenamento non sempre è un buon segnale. Può capitare, infatti, che qualcuno non gradisca l'eccessiva foga e dia vita a un duro faccia a faccia, specie se si tratta di un calciatore che ci mette poco a perdere la pazienza. È il caso di Marko Arnautovic, ex Inter, che ai tempi del Werder Brema accese una dura discussione con un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano, Sokratis Papastathopoulos. Quest'ultimo allargò troppo il braccio e 'mise ko' l'attaccante. Andò, comunque, a porgergli le sue scuse, ma l'austriaco non le accettò lasciandosi scappare qualche parola di troppo. A quel punto i due vennero sul serio alle mani, richiamando l'attenzione dei compagni e dello staff della squadra.
L'Ibra furente al Milan
Zlatan Ibrahimovic non è mai stato un tipo troppo tranquillo. Sia in campo che fuori, non si è mai risparmiato scontri verbali e fisici con i suoi avversari. A volte, però, ci è finito di mezzo anche qualche suo compagno, in particolare quando vestiva la maglia del Milan. Una volta fu protagonista di una violenta rissa con l'americano Onyewu. Quest'ultimo non si faceva intimidire dallo svedese e, dopo essersi stuzzicati più di una volta, arrivarono a scambiarsi pugni, calci e ginocchiate. Una rissa così violenta - a rimetterci fu una costola rotta - che Allegri, allora mister dei rossoneri, interruppe l'allenamento. In un'altra occasione, invece, Ibra lasciò partire un colpo di taekwondo che colpì alla schiena Strasser. L'episodio non scatenò alcuno scontro, ma il giovane centrocampista lanciò un'occhiataccia al compagno di squadra.
Che rissa al Boca Juniors!
Clamorosa, infine, la rissa che si scatenò durante una seduta di allenamento del Boca Juniors, tra Insaurralde e Silva. I due si iniziarono a scambiare pugni, calci, insulti verbali, tanto da arrivare a strapparsi reciprocamente le maglie e ad essere espulsi e messi fuori rosa dall'allenatore Barrios.