Rivalità assoluta quella tra Porto e Benfica, antagonismo sfociato nello spionaggio sul web: il direttore della comunicazione dei Dragões avrebbe rivelato in tv il contenuto di alcune e-mail interne del club di Lisbona. Denunciato il presidente Jorge Pinto da Costa insieme ad altri sei dirigenti
La stagione in corso le vede ai vertici della Primeira Liga, circostanza che non può sorprendere negli equilibri del calcio portoghese. Sono 21 i punti in classifica per il Porto, campione in carica dalle quattro lunghezze di vantaggio sui rivali del Benfica. Dalla loro le Aquile di Lisbona si confermano la squadra più titolata del Portogallo con 36 scudetti, otto in più dei Dragões di Oporto chiamati a ridurre il gap. Peccato che nel nome di un antagonismo assoluto qualcuno abbia voluto esagerare: non ci riferiamo alla maledizione di Bela Guttmann che da generazioni tormenta in Europa la squadra della Capitale, piuttosto il furto di corrispondenza commesso proprio dai rivali del Porto. Nel mirino della giustizia sono finiti il presidente del club, Jorge Pinto da Costa, e altri sei dirigenti rinviati a giudizio con l’accusa di aver violato e-mail private destinate ai "nemici" del Benfica.
A seguito della denuncia del Benfica, le autorità portoghesi hanno interrogato il numero uno del Porto insieme agli altri dirigenti. Ma cosa è successo? Per informazioni chiedere ad uno degli incriminati, Francisco Marques ovvero il direttore delle comunicazioni del Porto, che aveva rivelato il contenuto di diverse e-mail interne della società rivale in un libro ed in seguito all’interno di show televisivo: nell’occasione Marques sosteneva l’esistenza di "un sistema di corruzione arbitrale volto a favorire il Benfica". Come specificato dall’ufficio del pubblico ministero, tuttavia, si tratta di un’inchiesta "separata" dall’indagine mossa contro il Benfica coinvolto in una grave vicenda di corruzioni.