Un viaggio nella nuova casa, tra affetti e campo, nuovi amici, arte e... gastronomia russa. Il centrocampista dello Zenit San Pietroburgo racconta senza filtri la nuova vita in uno speciale in onda venerdì 7 dicembre su Sky Sport Uno alle 23.30, dopo Juventus-Inter
Da principino a Zar. Claudio Marchisio da tre mesi è un giocatore dello Zenit e da quando è sbarcato in Russia non è mai rientrato in Italia. Lo farà tra qualche giorno, dopo l’ultima gara di Europa League a Praga contro lo Slavia. Ma a San Pietroburgo c’è anche un gruppo di italiani che lo fa sentire un po’ più a casa. A partire dalla sua famiglia. Nella prima parte dello Speciale in onda su Sky Sport Uno alle 23.30, dopo Juventus-Inter, Marchisio racconta l’importanza della presenza dei suoi affetti più vicini. Di sua moglie Roberta e dei piccoli Davide e Leonardo. “Devo ringraziarli” ci ha detto “perché non mi hanno mai chiesto di tornare in Italia”.
Un pezzo importante di Italia è rappresentato da Alessandro Tocci della Mate Management, stretto collaboratore di Marchisio, che si divide tra Torino e San Pietroburgo. Non è una presenza fissa, ma sicuramente costante, che aiuta il numero 10 dello Zenit nella gestione di comunicazione, business e investimenti.
È sempre presente a San Pietroburgo ormai da tanti anni, Luigi Barbato, il restaurant manager del Mansarda, uno dei ristoranti in cui è più facile incontrare l’ex bianconero. A metterli in contatto è stato Domenico Criscito, per 7 stagioni allo Zenit che alla Mansarda era di casa. Cucina italiana, ma non solo. Si possono assaggiare anche piatti fusion e pietanze russe. Il tutto ammirando la maestosità della cupola d’oro della Cattedrale di San Isacco, uno dei simboli della città.
Un pezzo di Italia, Marchisio l’ha incontrato anche al Museo di Stato russo, dove si è recato insieme ad alcuni giornalisti russi e noi di Sky Sport. Ad aspettarlo e fare gli onori di casa, Giulia Fortunato, project manager del CMS (Communication service for the Culture) che lavora per l’allestimento della esposizione "Revolutija" con opere del museo di Stato russo e il museo d’arte moderna e contemporanea di Bologna. Un incontro che non poteva non essere immortalato insieme a una dirigente russa del museo.
È un po’ di italiano si parla anche alla "basa", il centro sportivo dello Zenit. Non solo con chi ha giocato anche in serie A come l’argentino Paredes (Chievo, Roma e Empoli) o il portoghese Neto (Siena), ma anche con gli italiani che lavorano con l’allenatore Semak, i preparatori atletici Ivan Carminati e Andrea Scanavino (che collabora anche con l’Italia di Mancini).
Insomma, tra affari, cucina, musei e pallone, la vita russa di Claudio Marchisio ha un bel tocco di tricolore. Un tocco da 10.