Cori contro la Spagna, Piqué mette a tacere i tifosi della Catalogna

Calcio

Nell'amichevole di Girona tra Catalogna e Venezuela, dagli spalti si è alzato un coro offensivo contro la Spagna. Il difensore del Barcellona ha messo a tacere i tifosi: "Il rispetto non deve mai mancare"

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La prima amichevole giocata in date ufficiali del calendario FIFA dalla selezione della Catalogna si è conclusa con una brillante vittoria: allo stadio Montilivi di Girona, le reti di Bojan Krkic e Javier Puado sono valse il 2-1 sul Venezuela, nonostante il temporaneo pareggio avversario con Rosales. Per 50 minuti in campo c'è stato anche il difensore del Barcellona Gerard Piqué, protagonista anche per aver zittito alcuni tifosi catalani. La ragione? Dei cori contro la Spagna che arrivavano dagli spalti.

Furia Piqué: “Il rispetto non deve mai mancare”

Piqué, che aveva dato l'addio alla nazionale spagnola nell'agosto 2018 dopo 103 partite, un Europeo e un Mondiale messi in bacheca, era stato spesso criticato nelle sue ultime uscite ufficiali dai tifosi della Roja a causa dell'aperto sostegno alla causa indipendentista catalana. A Girona, invece, gli è toccato difendere la Spagna: è successo nel corso del primo tempo, quando dagli spalti sono arrivati insulti al coro di "Que pu** es España". Il difensore del Barcellona ha reagito chiedendo ai tifosi di interrompere le offese, mettendoli a tacere. Un comportamento spiegato davanti a microfoni e telecamere nel postpartita: "Ho detto di smetterla perché dobbiamo predicare il buon esempio, è intollerabile essere irrispettosi. Il rispetto non deve mai mancare". Un messaggio trasversale, arrivato in un giorno importante per il calcio della Catalogna: "Abbiamo una squadra giovane che gioca bene – ha ammesso Piqué - sono molto felice per la festa di oggi. Dobbiamo ripeterlo più volte, erano passati più di due anni da quando abbiamo giocato l’ultima volta". Il difensore del Barcellona ha spiegato nuovamente la sua scelta di lasciare la nazionale spagnola: "Ho preso una decisione, volevo stare meno sotto pressione e dedicare più tempo alla famiglia. Qui arrivo due giorni prima della partita, mi diverto e il giorno dopo la partita posso tornare ad allenarmi con il Barcellona".