Higuain, addio alla nazionale. Domenech: "Avrebbe dovuto accettare la Francia"

Calcio

L'ex Ct della Francia torna a parlare del tentativo di far vestire la maglia Bleus al Pipita, fatto nel 2006. Higuain, nato a Brest, rifiutò in attesa della chiamata dell'Argentina. Ma chissà come sarebbe andata se avesse accettato

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HIGUAIN, ADDIO ALLA NAZIONALE: "QUALCUNO SARA' CONTENTO"

Sono passate solo poche ore dal polemico addio di Gonzalo Higuain alla nazionale argentina ("Qualcuno sarà contento", le parole del Pipita), e c'è già chi si diverte a provare a ricostruire la storia con i famosi se e i ma. In particolare è Raymond Domenech, ex Ct della Francia "rifiutato" da un giovane Higuain a prendersi la sua piccola rivincita ad anni di distanza, tornando su quella convocazione rispedita al mittente e insinuando che forse, se il Pipita l'avesse accettata, avrebbe vinto qualcosa anche con la nazionale.

Il perché di quel tentativo da parte di Domenech è presto svelato: il Pipita, figlio del "Pipa" Jorge, è nato infatti a Brest, in Francia, nell'anno - l'unico nella sua carriera - che il padre trascorse in Europa. Sarebbe stato dunque convocabile dai Bleus, cosa effettivamente avvenuta nel 2006 (a novembre, poco dopo la finale mondiale persa dalla Francia contro l'Italia), quando Higuain aveva 18 anni e, con una doppietta al Boca Juniors (quando vestiva la maglia del River), si era messo in mostra rivelandosi al mondo intero. Domenech, però, ebbe in risposta un "no, grazie", dato che Higuain preferì attendere una chiamata dall'Argentina, poi effettivamente arrivata.

"Tutto quello che doveva fare era venire con noi - ha detto Domenech all'Equipe  - non ho mai avuto la possibilità di parlargli di persona, ma mi chiedo se gli sia mai venuto o meno questo rimorso. Con il suo enorme potenziale sarebbe stato molto utile sia all'Europeo del 2008 che al Mondiale del 2010", ha continuato l'ex Ct ricordando le due esperienze tutt'altro che memorabili per i francesi. E chissà, lui che in patria non è mai stato troppo amato (complici un paio di gol "pesanti" sbagliati), magari avrebbe condiviso anche la gioia della vittoria 2018, con i suoi compagni francesi.