
La scelta della Juve di abbandonare le tradizionali strisce ha aperto il dibattito tra i tifosi bianconeri. In passato sono state tante le maglie che hanno diviso i fan, chi per questioni di gusto e chi per la scelta di colori 'banditi'. Queste le principali divise degli ultimi decenni che non hanno raccolto un consenso unanime
JUVE, LE FOTO DELLA NUOVA MAGLIA

La scelta della Juve di abbandonare le tradizionali strisce ha aperto il dibattito tra i tifosi bianconeri. In passato sono state tante le maglie che hanno diviso i fan, chi per questioni di gusto e chi per la scelta di colori 'banditi'. Queste le principali divise degli ultimi decenni che non hanno raccolto un consenso unanime

A creare polemica fu la stessa Juve nella stagione 1998-99. La Vecchia Signora optò per la classica divisa bianconera, con nome e numero di maglia scritti in rosso: praticamente illeggibili. Una scelta che non piacque ai tifosi e che costrinse la società a correre ai ripari nell'anno successivo

Nonostante la maglia non ottenne il successo sperato, la Juve ripeté l'esperimento dopo il ritorno in Serie A. Ci provò prima con i numeri rossi e poi con quelli gialli, ma non cambiò l'idea dei tifosi. Alla fine il club decise di porre un grosso quadrato nero sul retro per fare da contrasto al colore acceso di nome e numero di maglia

Una maglia che all'Inter ricordano con affetto perché legata alla vittoria della Coppa Uefa del 1998. Inizialmente, però, ai nerazzurri non piacque la scelta di rivoluzionare le tradizionali bande verticali a favore di strisce orizzontali. Una versione più vintage della stessa divisa fu riproposta in Champions circa 20 anni dopo, ma non riuscì a imprimere lo stesso ricordo favorevole

Il colore determinò anche la discussione per le maglie di Europa League sfoggiate nel 2016-17. L'Inter versione sprite si rivelò un fallimento, sia dal punto di vista cromatico che per i risultati ottenuti sul campo

In casa Napoli la critica più importante fu rivolta nei confronti della maglia 2012-13. I tifosi, nonostante l'animo da combattenti, non furono catturati dalla versione militare. Il club, tuttavia, non rinunciò del tutto alla novità...

Ancor meno successo riscosse, però, la maglia dell'anno successiva: mimetica, con la comparsa del giallo, e un non ben definito design sul fronte e sul retro. Anche questa divisa fu ben presto bocciata dai tifosi

A dividere i tifosi della Roma fu il kit scelto per il debutto in Champions League da campioni d'Italia in carica. Una maglia divisa equamente in due parti, una gialla e una rossa, con il colore intervallato anche sulle maniche. Molto simile a quella del Galatasaray, fu ribattezzata la maglia "da palio di Siena"

I tifosi romanisti non apprezzarono particolarmente la terza divisa utilizzata nella stagione 2004-05: il verde, già sperimentato la prima volta nel 1992, venne riproposto con la novità di una sottile striscia giallorossa a partire dal basso, oltre al colletto e le maniche dello stesso tradizione colore del club

La stessa ragione scatenò la discussione in occasione dell'Europa League 2015-16. La scelta della Lazio di utilizzare colore nero, con l'aquila stilizzata sopra, richiamò in particolare le proteste di "Le Monde", rivista francese che definì la maglia come fascista

La maglia ricorda una delle stagioni più importanti della storia dell'Udinese (2005-06), ma la scelta non raccolse il consenso di tutti. Le strisce storte divisero l'opinione del pubblico friulano, ormai abituato e affezionato alle tradizionali bande verticali, subito ripristinate l'anno successivo