Una confessione tra le risate. A EPCC la lunga chiacchierata tra Alessandro Cattelan e Gigi Buffon: tra questioni di campo, presente e futuro. Dai "pirla" dello spogliatoio del PSG alla vita parigina. Poi c'è il Subbuteo e la carbonara
Patrimonio italiano in Francia, ma non è la Gioconda. E’ la presentazione di Gigi Buffon fatta da Alessandro Cattelan. L’ex portiere della Juventus, ospite a EPPC (in onda su Sky Uno e sempre disponibile on demand), ha parlato del suo futuro e del calcio italiano. Passando da Balotelli, fino al Subbuteo e alla “sigaretta modificata”.
Come va a Parigi?
“Bene. Sto facendo un’esperienza di vita eccezionale che dovevo fare alla mia età perché secondo me è la vita è un apprendimento continuo. Una persona non si deve mai fermare, è giusto mettersi alla prova e cercare di migliorare apprendendo dagli altri”.
A 41 anni è più difficile ambientarsi in un paese nuovo e in una squadra nuova?
“Penso sia una questione di come uno si pone e dell’entusiasmo che metti nell’esperienza che intraprendi. Io sono andato a Parigi convinto di volermi rimettere in gioco come persona e come calciatore e ho trovato quello che cercavo in quel momento. E’ stata ed è tuttora un’esperienza che non mi ha deluso, anzi”.
Quando sei in Francia resisti alla tentazione di rifugiarti nelle cose italiane?
“Beh, il ristorante italiano lo cerco e lo desidero, innanzitutto perché è un modo per colloquiare con altri italiani e penso che quando gli italiani si ritrovano all’estero si sentano molto più uniti. Fanno molto più gruppo”.
Per Buffon un altro campionato vinto, con il PSG e con 5 giornate d’anticipo. Come è il livello del torneo francese?
“Noi dall'Italia abbiamo una percezione sbagliata del calcio francese, che secondo me tatticamente è meno evoluto di quello italiano, ma è molto difficile dal punto di vista fisico e tecnico. Ci sono tante individualità di un livello eccelso. Ci sono squadre come il Lille e il Lione che in Serie A arriverebbero tranquillamente nelle prime cinque e questo significa che il livello del campionato francese è almeno come il nostro.
Se una squadra come il Rennes, contro la quale abbiamo perso la Coppa di Francia ed in campionato è arrivata ottava, in Europa League ha incontrato l'Arsenal e ha vinto 3-1, vuol dire che il livello è alto, visto che poi gli inglesi hanno battuto facilmente una squadra italiana. Questo vuol dire che dobbiamo essere un po' più umili nel momento in cui giudichiamo noi stessi e facciamo dei termini di paragone".
Chi è il più pirla nello spogliatoio?
“E’ una bella gara, ma devo dire che Dani Alves e Kimpembe sono due ragazzi che mettono tanto buon umore nello spogliatoio”.
Cosa ha in comune Buffon con i giovani della squadra?
“L’unico metodo per interagire e voler continuare ad essere calciatore e stare in uno spogliatoio così giovane è adeguarsi. Quindi il mio 20% di maturità cerco di metterlo a disposizione di tutti e il restante 80 per cento del mio essere deve essere molto sbarazzino, divertente. Altrimenti non potrei relazionarmi con loro. E non si creerebbe empatia: fare gruppo è un fattore davvero importante”.
Gigi e i social. Segui poche persone, tra cui Balotelli
“Li uso, ma con molta parsimonia. Con Mario ci siamo visti a Nizza e poi con il Marsiglia. Nella seconda parte del campionato francese ha dato prova di essere ancora un giocatore molto valido ed ha avuto un comportamento da calciatore serio e maturo e questo fa bene a lui e poi anche in ottica Nazionale".
Ma Gigi si faceva le canne? C’è scritto nel tuo libro…
“Una volta a scuola, quando ero ragazzino, insieme agli amici c’è stata anche la prova di questa sigaretta modificata, chiamiamola così. Poi però ho ragionato e detto che se volevo fare lo sportivo, dovevo prendermi in carico anche determinate responsabilità. Anche se non è una cosa gravissima, non conciliava con le regole del calcio. Quindi è stata la prima ed unica volta. Non me ne pento perché le cavolate, a volte, capita che se non le fai prima, poi le fai dopo”.
Il portiere è un ruolo particolare. Cosa pensi per 90 minuti? I tuoi compagni corrono e tu sei lì da solo…
“Soprattutto quando giocavo nella Juve, quando eravamo in attacco, hai molti momenti nei quali hai anche una sola locandina o pubblicità che passa nei tabelloni a bordo campo ti può portare la testa da un’altra parte, magari portandoti fuori per un attimo dal contesto che stai vivendo. Ed è molto pericoloso per il ruolo che ricopro”.
Un aneddoto inedito del Mondiale di Germania?
“Tanti e tanti ricordi, un gruppo fantastico capeggiato da un allenatore incredibile, soprattutto dal punto di vista empatico e morale. Mi ricordo un Rino Gattuso che, con il suo essere verace, prendeva Pirlo e gli dava un sacco di colpi in testa. E lui se ne usciva sempre rintontito e dolorante.
Rino? E’ stato un giocatore incredibile, al di là dell’aspetto tecnico, perché portava moltissimi benefici al gruppo e alla squadra. E queste non sono cose tangibili perché magari dal di fuori non si vedono”.
I giocatori più carismatici con cui hai giocato?
“Gattuso, ma anche Fabio Cannavaro, ma anche Materazzi era uno che sapeva creare una bella armonia. In quella Nazionale ce ne erano parecchi”.
Dal passato al tuo futuro. Quello che tutti vogliono conoscere…
"Il Paris Saint Germain mi ha proposto un rinnovo e questo mi fa veramente felice e mi gratifica. Ci incontreremo a giorni per guardare dentro a questo progetto e capire se entrambi riteniamo giusto andare avanti".
Quando Gigi smetterà a quale hobby dedicherà più tempo?
“Ad esempio potrò dedicarmi a finire la mia collezione di squadre di Subbuteo e specializzarmi in quel gioco che oggi i ragazzi neppure conoscono”.
Poi c’è la carbonara
“Il mio piatto preferito, così come l’amatriciana. Ma se incominci a permetterti il lusso di prendere 10 carbonare all’anno, significa che poi ti permetti 10 bicchieri in più all’anno…tutto fa cumulo e io non posso permettermi di mollare. Quindi al massimo mi concedo due carbonare a stagione”.
Per “smaltire” le calorie della carbonara, Buffon si è messo alla prova ne “i portieri volanti”, un’attrazione presa in prestito da Cattelan al luna park. Il portiere è stato al gioco, “attaccandosi” al gonfiabile (grazie ad una tuta ricoperta di velcro) per riprodurre al meglio per una volta, non le parate, ma gesti atletici come, ad esempio, l’esultanza di Cristiano Ronaldo…