Il 17 luglio 1994 si disputava a Pasadena la finale dei Mondiali americani tra gli Azzurri e la Seleçao, epilogo risolto per la prima volta ai calci di rigore dopo lo 0-0 nei tempi regolamentari e supplementari. La Nazionale di Sacchi cadde con gli errori di Baresi, Massaro e per ultimo Roberto Baggio, protagonista assoluto dell'Italia nel corso del torneo
Per la prima volta si assegnavano i tre punti per vittoria nella fase a gironi, appuntamento in precedenza mai risolto ai calci di rigore dopo una finale senza reti. Esattamente 25 anni fa, il 17 luglio 1994, si disputava davanti a oltre 94mila spettatori la finale del Mondiale 1994 negli Stati Uniti: epilogo che ricordiamo, purtroppo, per l’esito che punì gli Azzurri di Arrigo Sacchi opposti al Brasile di Parreira. In palio il 4° titolo assoluto per entrambe le Nazionali, obiettivo preceduto da percorsi agli antipodi: Seleçao leader nel suo girone (7 punti) prima di vincere di misura contro Stati Uniti, Olanda e Svezia. Diverso il cammino dell’Italia, ammessa alla fase ad eliminazione diretta tra le migliori terze classificate. Un’avventura in salita stravolta dalla stella di Roberto Baggio dopo il celebre "Questo è matto!" rivolto al suo Ct durante il girone nella più polemica delle sostituzioni: doppietta da brividi alla Nigeria agli ottavi, decisivo all’87’ nel 2-1 contro la Spagna ed eroico in semifinale ai danni della Bulgaria. Fu il Mondiale del Codino che, alle porte della finale, rimediò un guaio muscolare animando la vigilia tra ansia e una maglia da titolare. Lui come Franco Baresi dal miracoloso recupero a distanza di 25 giorni dalla recentissima operazione al ginocchio. Entrambi non mancheranno nella finale più amara per la nostra Nazionale.
Il racconto della finale a USA 1994
Un deja-vu dopo l’epilogo nel 1970 a Città del Messico, match che per esigenze televisive si giocò alle 12.30 con un caldo insostenibile (36 gradi e 70% di umidità). Partita tattica e dalle poche emozioni: Massaro e Branco pericolosi nel primo tempo, più di un brivido per Pagliuca graziato dal palo sulla botta di Mauro Silva. E ai titoli di coda Baggio calciò alto dinanzi a Taffarel. Il numero 10 azzurro restò in campo per tutti i tempi supplementari, avari di occasioni e destinati ai calci di rigore come mai era accaduto nelle edizioni precedenti. Si ricordano le lacrime di Baresi dopo la prima conclusione alta e l’intervento di Pagliuca su Marcio Santos a blindare l’equilibrio, trasformazioni impeccabili invece per le coppie Albertini-Evani e Romario-Branco. A sbagliare fu invece Massaro fermato dal reggiano Taffarel, nient’altro che un assist per il vantaggio di Dunga. Il 5° e decisivo rigore spettò a Roberto Baggio, trascinatore degli Azzurri con 5 gol nella fase ad eliminazione diretta nonché Pallone d’Oro nel 1993. Uno specialista assoluto, tuttavia il suo penalty si perse nel cielo di Pasadena per la festa brasiliana dedicata ad Ayrton Senna scomparso il 1 maggio precedente. Solo delusione per un’Italia appassionante ad un passo dalla gloria, 4° titolo mondiale che verrà festeggiato piuttosto 12 anni più tardi. Quel 17 luglio 1994 resta nella nostra memoria come una data epica e sfortunata, proprio come il rigore che consegnò Roberto Baggio alla storia nel modo più ingiusto. "Un’amarezza che non passerà mai", confiderà lo stesso Codino negli anni seguenti.