Alisson: "Io candidato al Pallone d'Oro? Per un portiere è dura, non facciamo gol"

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(Getty)

Il portiere del Liverpool e del Brasile, colonna delle squadre che hanno vinto Champions League e Coppa America, parla della candidatura al Pallone d'Oro: "Sarebbe un sogno, ma per chi evita gol è più difficile vincerlo che per chi li segna. La parata più bella dell'anno? Su Milik"

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Miglior portiere dell'ultima Champions League e della Coppa America 2019, trofei vinti con Liverpool e Brasile, davanti a tutti i colleghi per rendimento anche nella scorsa edizione della Premier League con la conquista del Golden Glove. L'annata di Alisson Becker è da primo della classe, ma il portiere dei Reds, un passato importante in Serie A con la maglia della Roma, non nasconde di avere un sogno nel cassetto. Lo ha rivelato a Marca, parlando del Pallone d'Oro.

Pallone d'Oro, Alisson: "Vincerlo per un portiere è più complicato"

Il 27enne brasiliano ha spiegato di avere ancora "diversi obiettivi a cui ambire con Liverpool e Nazionale", senza dimenticare "gli obiettivi individuali". Tra questi, il Pallone d'Oro. Sogno legittimo per chi ha vinto da protagonista la competizione per club più importante d'Europa e oggi è nell'elenco dei candidati al prestigioso riconoscimento insieme al compagno di squadra Virgil van Dijk. "Ho letto alcune voci sul tema – spiega – e ne sono orgoglioso. So che non è semplice vincerlo e per un portiere è ancora più complicato. Ma ho la coscienza a posto, significa che sto lavorando bene e che la gente se ne accorge. Vincere il Pallone d'Oro sarebbe un onore, so che un portiere non lo vince da 56 anni (Lev Jascin fu il primo e ultimo nel 1963, ndr)". Difende il suo ruolo, Alisson, spiegando anche come è cambiato negli ultimi anni: "Il portiere partecipa sempre più alle partite. Deve essere bravo con le mani, ovviamente, e anche saper giocare con i piedi perché è una parte fondamentale per l'inizio del gioco. Inoltre, il portiere ha una visione privilegiata dell'intero campo ed è importante guidare i compagni di squadra. La differenza è che il portiere non segna gol. Li evita". E giù un sorriso. Lo stesso che lo ha accompagnato quando ha sollevato trofei, scena spesso vista nel 2019: "Si è trattato di una stagione speciale – ammette - la Champions League è il trofeo più importante in Europa e il Liverpool non lo vinceva da molto tempo. La Copa America è un titolo speciale perché è stata la mia prima vittoria con la nazionale brasiliana".

"La parata più bella? Su Milik in Champions"

Per il brasiliano che ha come idolo l'ex Parma e Reggiana Claudio Taffarel ("Aveva un grandissimo senso della posizione") il traguardo del Pallone d'Oro non sembra distante. A contribuire all'avvicinamento ci sono anche i 21 clean sheets collezionati nelle 38 partite della Premier League 2018/2019,quando i suoi interventi tra i pali erano risultati fondamentali per la squadra di Jurgen Klopp, che aveva anche sfiorato il titolo. "Sono giovane e ho molti obiettivi da conquistare" spiega, ricordando anche la parata più importante della scorsa annata: "Non è facile sceglierla, ma dico quella su Milik ad Anfiled Road negli ultimi minuti dell'ultima giornata della fase a gironi di Champions League". Determinante per conservare l'1-0 e spingere i Reds agli ottavi di una competizione che sei mesi dopo Salah e soci avrebbero vinto.