Superlega, Agnelli insiste: ecco la lettera agli azionisti

Calcio
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Il presidente bianconero nella lettera agli azionisti pubblicata sul sito ufficiale del club è tornato a parlare del tema Superlega: "Una nuova competizione che si propone di offrire al mondo il miglior spettacolo calcistico". Le sue parole anche sul futuro del calcio e sulla crisi causata dalla pandemia

Andrea Agnelli torna sul tema Superlega. Il presidente bianconero lo ha fatto nella lettera agli azionisti pubblicata sul sito ufficiale bianconero. Diversi i temi toccati, partendo dal futuro bianconero - dove sottolinea: "Sono convinto che la Juventus abbia le caratteristiche adatte per affrontare le sfide future" - fino alla crisi dettata dalla pandemia: "Il calcio e la Juventus in particolare, hanno subito un durissimo colpo a causa della pandemia Covid-19. I danni causati sono stati ingenti". Tornando poi proprio sul tema Superlega. 

Superlega, le parole di Agnelli

"Non è questa la sede opportuna per tornare sulle cause della nascita della Super League - ha scritto il presidente bianconero -. ma è opportuno darvi conto del fatto che questa nuova competizione, che si propone di offrire al mondo il miglior spettacolo calcistico, ha nelle sue regolamentazioni tre valori essenziali per la stabilità dell’industria calcistica: (i) un nuovo framework condiviso per il controllo dei costi, che contribuisca, contrariamente a quanto affermato anche in sedi autorevoli, all’equilibrio competitivo delle competizioni; (ii) un forte impegno alla solidarietà e alla mutualità; (iii) la centralità delle prestazioni dei club nelle competizioni europee e del contributo di questi allo sviluppo dei talenti come elementi fondanti di un nuovo concetto di “meritocrazia” sportiva (concetto che non può basarsi esclusivamente sulle performance domestiche in ossequio a equilibri geopolitici e commerciali che dovrebbero rimanere estranei all’essenza dello sport). In sintesi - si legge sempre nella lettera agli azionisti -, un nuovo paradigma meritocratico ed un ritorno ai fondamentali: controllo dei costi e trasparenza, con tre categorie di stakeholder al centro del progetto: (i) tifosi, che dettano la domanda del prodotto; (ii) calciatori, i protagonisti degli spettacoli – sia per le competizioni dei club che delle nazionali; (iii) investitori, che assumono tutto il rischio imprenditoriale dell’industria calcistica. Un nuovo paradigma che il calcio non può continuare a trascurare e sulla base dei quali il dialogo politico dovrà riprendere".

La crisi dovuta alla pandemia

La lettera si apre proprio parlando di futuro e crisi: "Sono convinto che la Juventus abbia, oggi, le caratteristiche adatte per affrontare le sfide future - le parole di Agnelli -. È giusto sottolineare, tuttavia, che nel momento di massima tensione verso lo sviluppo, con imponenti mezzi finanziari messi a disposizione della Società, il calcio e la Juventus in particolare, hanno subito un durissimo colpo a causa della pandemia Covid-19. I danni causati sono stati ingenti. Intere linee di ricavo sono scomparse da un momento all’altro, mentre la base dei costi è rimasta immutata. Si stima che la carenza di liquidità complessiva del sistema ammonti a 8,5 miliardi di euro (…) Gli stadi vuoti per quasi due anni sono il simbolo di quanto è successo - prosegue Agnelli -, e la loro riapertura non deve distrarre dai limiti che il calcio ha palesato crudamente, mettendo a nudo tutte le proprie debolezze strutturali (…) La crisi ha, inoltre, interrotto la costante crescita del valore complessivo delle transazioni per l’acquisizione e cessione delle prestazioni dei calciatori (circa -50% nel 2021 vs 2019), che per molti club erano diventate una componente rilevante del modello di business per mitigare il rischio sportivo, che nella nostra industria coincide al rischio economico-finanziario".