Mondiali ogni due anni, la maggioranza dei tifosi favorevoli secondo un sondaggio Fifa

Calcio

La Fifa ha commissionato un sondaggio sulla possibilità di disputare un Mondiale a cadenza biennale: la maggioranza dei tifosi si è espressa a favore (anche con molte differenze tra le varie parti del mondo), mentre l'Uefa ha risposto mettendo a punto uno studio che valuta l'impatto economico negativo che si avrebbe sulle federazione nazionali europee in caso di Coppa del Mondo ogni due anni

Non si ferma la campagna della Fifa verso l’obiettivo Mondiale ogni due anni. A colpi di sondaggi, comunicati stampa e report dettagliati su quella che sarebbe la volontà dei tifosi di tutto il mondo, ai quali quasi sistematicamente fanno da contrappunto le contromosse politiche della Uefa, principale osteggiatrice dell’idea della Federazione Internazionale, che con un Mondiale a cadenza biennale toglierebbe fascino e soprattutto introiti ai trofei per nazionali (e non solo) organizzati dalla sorella europea. Una vera e propria battaglia dialettica, di numeri e – in primo luogo – di interessi, che proprio nella giornata di oggi ha vissuto un nuovo capitolo.

Sondaggio Fifa: maggioranza a favore del Mondiale ogni due anni

La massima organizzazione calcistica mondiale, infatti, ha commissionato un sondaggio alla società Iris in merito alla frequenza dei Mondiali maschili e femminili che ha visto coinvolte, da agosto a novembre, circa 100 mila persone. A circa 77 mila di loro è stato chiesto se fossero interessati a una Coppa del Mondo con cadenza biennale, a patto di preservare la salute e il carico di impegni dei giocatori (tema risultato tra i più importanti dell'inchiesta) e oltre la metà si è espressa in maniera favorevole. Dei 30 mila circa che hanno messo il calcio al primo posto tra gli sport seguiti, inoltre, il 63,7% vorrebbe che la manifestazione maschile si ripetesse più frequentemente e un 23.3% ha risposto 'forse', a fronte dell'11% contrario e del 2% di indecisi. Il 52.4% dei tifosi sondati è a favore di un Mondiale femminile più frequente, mentre il 13.5% è contrario. Per quanto riguarda le fasce d'età, invece, vediamo la maggior parte dei fan pro-Mondiali a cadenza biennale tra i 25 e i 34 anni, mentre la fascia che si oppone riguarda gli over 55. I continenti che vedono più di buon occhio la possibilità di un giocare una Coppa del Mondo ogni due anni sono quello africano (favorevoli al 76%) e asiatico (66%, in particolare in India), mentre restano più restii i tifosi europei (a favore il 48%, contrari il 21% in particolare da Inghilterra, Germania e Francia). Anche la maggioranza degli italiani ha detto sì al Mondiale ogni due anni.

 

Lo studio dell'Uefa: "Mondiale ogni due anni delinea una prospettiva negativa"

In questa 'lotta' a distanza, l'Uefa non è certamente rimasta a guardare e ha commissionato a sua volta uno studio indipendente alla società di consulenza Oliver & Ohlbaum per valutare l’impatto economico che una Coppa del Mondo a cadenza biennale avrebbe sulle federazioni nazionali europee. La ricerca delinea una prospettiva negativa per la salute dei giocatori e gli interessi delle altre manifestazioni, oltre che degli altri sport. Inoltre ci sarebbero perdite derivanti dai ricavi centralizzati (diritti tv) e da fonti individuali come la vendita dei biglietti e le sponsorizzazioni: i ricavi per le federazioni nazionali europee potrebbero diminuire tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro su un ciclo di quattro anni, a seconda del numero di finestre di qualificazione disponibili (due o una sola).

"L'obiettivo annunciato di alleggerire ai giocatori il calendario calcistico è in contrasto con il raddoppio delle fasi finali, dato che ogni stagione si concluderebbe con un Mondiale o un campionato specifico di una confederazione - si legge nel report -. Tornei di tale intensità non possono essere ripetuti ogni anno senza aumentare il logorio mentale e fisico dei giocatori, che in realtà si troverebbero a giocare anche più di un torneo a stagione, se tutte le partite di qualificazione andassero in scena in uno o due lunghi blocchi. Aumentando il numero di fasi finali e riducendo le qualificazioni, i giocatori con i calendari più intensi giocherebbero ancora di più, lasciando tutti gli altri con meno gare nel loro calendario calcistico. Lo stesso accadrebbe alle loro squadre nazionali. Le squadre che non raggiungono le fasi finali nello schema proposto, non solo giocherebbero meno partite in totale, ma perderebbero il contatto regolare con la loro fan-base a causa dei lunghi periodi di inattività".

Un calendario così fitto per le Nazionali, inoltre, avrebbe un impatto significato sui campionati
che "avrebbero pause troppo lunghe che si rivelerebbero deleterie per tutti - specialmente per quelle federazioni che giocano anche durante la stagione estiva e quelle che devono sospendere i loro campionati in inverno per ragioni climatiche" e in generale sul calcio femminile, i cui tornei di punta rischierebbero "impatti negativi garantiti in termini di esposizione e interesse dei tifosi e dei media". Di conseguenza, anche l'intero sistema dei tornei giovanili per nazionali dovrebbe essere rivisto e probabilmente ridimensionato, e anche gli eventi chiave di altri sport rischierebbero di vedere "i loro spazi invasi da un potente concorrente".