Maresca: "Scelto il Leicester per la sua grandezza. E su Guardiola..."

l'intervista

Le parole dell’ex vice di Pep Guardiola al Manchester City. Nel suo futuro ora c’è il Leicester: è il secondo italiano nella storia delle "Foxes". La sua intervista a Sky Sport 24, rilasciata ai microfoni di Valentina Mariani

Giusto il tempo di mettere in bacheca la Champions con il Manchester City che per Enzo Maresca è già tempo di una nuova esperienza. Sarà lui il secondo allenatore italiano nella storia del Leicester. Dopo Claudio Ranieri, vincitore del titolo nel 2015-16, ora tocca all’ex vice di Pep Guardiola compiere un’altra missione: riportare in Premier le “Foxes” dopo la retrocessione di questa annata.

Dal treble con il City di Guardiola al Leicester

Una stagione conclusa con un treble al Manchester City, nel ruolo di vice di Pep Guardiola: “Qualcosa di storico per il City e per la Premier: ci era riuscito solo lo United in 120 anni di storia. Le parole di Guardiola sull’errore di Lukaku? Le partite si vincono grazie ai dettagli, e quel dettaglio è stato fondamentale pur dando merito all’Inter per una grande finale”. E su Ranieri idee chiare: “Claudio ha fatto un’opera d’arte”, dice Maresca ai microfoni di Sky Sport. “In questo momento il Leicester è una società importante caduta in disgrazia dopo la retrocessione, ma resta comunque un club importante della Premier. Speriamo di riuscire a riportarla dove merita di stare. Ranieri? Non l’ho ancora sentito ma lo sentirò sicuramente nei prossimi giorni. Ho scelto il Leicester per la grandezza del club. Ormai sono diversi anni che sono in Inghilterra e conosco le dinamiche. Il Leicester è considerata una squadra importante del calcio inglese. Il centro sportivo è incredibile ed è molto simile a quello del City: con il Tottenham, sono i più belli e moderni del calcio inglese. Un dettaglio che dimostra che il club sta facendo cose importanti”.

"Mercato? Persi diversi big, cambio di rosa importante"

Nonostante le vacanze, Maresca è già proiettato alla prossima stagione: “A Manchester la stagione è finita tardi, intorno al 15 giugno. Vacanze che sono durate poco. La mia testa va a cosa c sarà da fare, a staccare totalmente si fa fatica. Il mercato? Abbiamo perso diversi giocatori, come Tielemans andato all’Aston Villa. Non li elenco tutti. C’è un cambio importante della rosa anche perché vanno via giocatori che negli anni sono stati fondamentali per il successo del Leicester. Credo nell’esperienza di Parma: ho avuto modo di portare Bernabé e Vazquez che conoscevo benissimo. Un allenatore deve anche affidarsi, e non sto dicendo se ho fatto bene o male. In questo caso, l’idea è quella di sceglierne qualcuno in più”.

Dalla tesina sul calcio e scacchi al rapporto con Pep

La passione per gli scacchi e non solo: “Sì, è vero. Non sono bravo ma mi piace. Ho studiato, ho letto libri sull’argomento e ho trovato dei concetti molto simili anche sull’aspetto posizionale del calcio. Non so se ho conquistato così Pep Guardiola. Non lo conoscevo, ma dopo 3-4 giorni che ho trascorso a Manchester per visitare le strutture abbiamo parlato tanto tempo, e da lì è nata la nostra relazione. Da lì mi è stato proposto di allenare l’Under23 con cui ho vinto la Premier di categoria. Volevano che restassi qui, ma non ho saputo dire no alla chiamata del Parma. Finita la mia esperienza lì, sono tornato a Manchester. Per me è stato un segno di riconoscenza da parte loro: mi sono sempre stati vicino. Al di là della grandezza di colui che reputo il miglior allenatore del mondo, mi ha colpito da subito che sia Pep che la gente che lo circonda siano delle bravissime persone”.

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"Stones importante. Da dicembre costretti a vincere"

Nel racconto della stagione che ha portato il City al treble, Enzo Maresca si concentra su un nome: “La posizione di Stones in campo è stata una delle chiavi della stagione del City. Con lui avevamo 5 giocatori di struttura e 4 difensori centrali, un tipo di lavoro fatto negli anni scorsi da Joao Cancelo e non solo. Un ragazzo con una grande intelligenza, un dettaglio che ci ha aiutato a fare in modo che la stagione sia andata come è andata. Dopo il Mondiale ci siamo ritrovati nelle condizioni di dover vincere ogni partita. L’Arsenal in campionato era davanti, mentre in Champions sono tutti scontri diretti. Da febbraio e fino al termine della stagione abbiamo perso solo contro Tottenham e l’ultima di campionato a cose già fatte. Per il resto abbiamo solo vinto”.

"Klopp intrigante, ma scelgo Manuel Pellegrini"

Un passato da calciatore con le maglie di Juventus, Fiorentina e Siviglia tra le altre. E un rapporto special con Manuel Pellegrini: “Mi sarebbe piaciuto da morire essere un giocatore di Guardiola. Ogni giorno si comprende la sua idea di calcio ma non tutti riescono a replicarla. Ho avuto la fortuna di lavorare con Ancelotti e Lippi, ma se devo scegliere sicuramente il nome è quello di Manuel Pellegrini: l’allenatore che mi ha lasciato di più quando giocavo. Invece ho sempre reputato intrigante Klopp, anche dal punto di vista carismatico”.

"Legato al Siviglia. E i gol in finale di Europa League…"

Un gol nel derby della Mole e i successi con il Siviglia nella sua carriera da giocatore: “L’esultanza contro il Torino? Non volevo offendere nessuno. Era la gioia di un ragazzo di 20 anni che segna in un derby. Dei cinque successi con il Siviglia, tre sono stati europei con 2 Europa League e una Supercoppa Europea, dove tra l’altro in due di queste finali ho anche segnato. Sono legato al periodo di Siviglia: ho conosciuto mia moglie con la quale ho costruito una famiglia. La nostra fu la prima Europa League delle sette vinte dal Siviglia. A me piace imparare, dal calcio ad altre cose quando trovo persone che possono insegnarmi qualcosa. La trovo una cosa interessante”.