Non è un derby tra buoni e cattivi: serve più trasparenza e meno tattica
il commentoOsservazioni minimali e sparse sulla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ha stabilito che Uefa e Fifa agiscono contro le leggi sulla concorrenza
- La sentenza della Grand Chambre, che di epocale ha pochino, si limita a dire: lo sport è attività economica, la sua specificità vale solo per questioni non-economiche. Sulle questioni economiche, ça va sans dire, libera impresa e libera circolazione sono principi non valicabili.
- In quanto attività economica, per restringere in via preventiva l'accesso di qualcuno al libero mercato del calcio professionistico devono esistere motivi validi. Questi motivi possono però essere valutati solo se e quando questo qualcuno ci dirà cosa vuol fare. Questo qualcuno, però, ben si è guardato dal dirci cosa vuol fare in 2 anni abbondanti. Siamo quasi a Pirandello/Ionesco, per certi versi. A meno che...
- Non si può, ragiona de plano la sentenza, restringere questo accesso preventivamente, fatti salvi i criteri di apertura, merito e solidarietà che l'eventuale nuova competizione dovrà rispettare. Criteri che, non a caso, una presentazione di A22 della nuova competizione a 64 (ma non erano 12, 11, 9, 3, 2 club?) ha enunciato "enne" volte.
- Serve un po' di trasparenza e un bel po' meno di tattica da parte di tutti. A22 dovrebbe dirci esattamente chi rappresenta. UEFA/FIFA dovrebbero evitare di reiterare concetti retorici. I club non possono stare sine die a metà del guado. Lo scontro tra schieramenti (A22 vs. UEFA/FIFA) è teatralizzato, non reale.
- Non è un derby tra buoni e cattivi. Qualcuno ha parlato di polarizzazione in questi anni? La questione è molto più complessa di come viene rappresentata e inscenata.