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Non è un derby tra buoni e cattivi: serve più trasparenza e meno tattica

il commento

Flavio Tranquillo

Osservazioni minimali e sparse sulla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ha stabilito che Uefa e Fifa agiscono contro le leggi sulla concorrenza

SUPERLEGA-UEFA, IL GIORNO DOPO LA SENTENZA: LE NEWS LIVE

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  1. La sentenza della Grand Chambre, che di epocale ha pochino, si limita a dire: lo sport è attività economica, la sua specificità vale solo per questioni non-economiche. Sulle questioni economiche, ça va sans dire, libera impresa e libera circolazione sono principi non valicabili.
  2. In quanto attività economica, per restringere in via preventiva l'accesso di qualcuno al libero mercato del calcio professionistico devono esistere motivi validi. Questi motivi possono però essere valutati solo se e quando questo qualcuno ci dirà cosa vuol fare. Questo qualcuno, però, ben si è guardato dal dirci cosa vuol fare in 2 anni abbondanti. Siamo quasi a Pirandello/Ionesco, per certi versi. A meno che...
  3. Non si può, ragiona de plano la sentenza, restringere questo accesso preventivamente, fatti salvi i criteri di apertura, merito e solidarietà che l'eventuale nuova competizione dovrà rispettare. Criteri che, non a caso, una presentazione di A22 della nuova competizione a 64 (ma non erano 12, 11, 9, 3, 2 club?) ha enunciato "enne" volte.
  4. Serve un po' di trasparenza e un bel po' meno di tattica da parte di tutti. A22 dovrebbe dirci esattamente chi rappresenta. UEFA/FIFA dovrebbero evitare di reiterare concetti retorici. I club non possono stare sine die a metà del guado. Lo scontro tra schieramenti (A22 vs. UEFA/FIFA) è teatralizzato, non reale.
  5. Non è un derby tra buoni e cattivi. Qualcuno ha parlato di polarizzazione in questi anni? La questione è molto più complessa di come viene rappresentata e inscenata.