I rigori all'americana e i rigori americani: tutti gli intrecci Usa-Italia
In Serie A giocano quattro americani, in MLS sono volati tanti campioni azzurri. Gli shoot out - i "rigori all'americana" - sono arrivati anche da noi, ma solo nei triangolari estivi d'agosto. Poi tanti altri rigori: quello di Baggio alto nel cielo di Pasadena o quelli Milan-Juve pochi mesi dopo la finale di Champions. Sfidando gli Stati Uniti abbiamo vinto due Mondiali…
- Undici nella storia, quattro solo nel 2023-24 (più due, Busio e Tessmann in B nel Venezia). Pulisic sta facendo benissimo col Milan, con lui c'è anche Musah. McKennie e Weah alla Juve completano la collezione.
- Suo il titolo di primo non italo americano ad aver giocato in A. Look iconico: capelli lunghi color carota, pizzetto in tinta. Si mise in mostra nel Mondiale casalingo del 1994 e arrivò in Italia. Molto di più di un semplice calciatore, interviste diventate cult, passione per l'hockey ("ero più bravo ma il calcio era il mio sogno") e la musica. Già da calciatore suonava la chitarra e incideva dischi coi 'Ginger' (che è come chiamano i rossi di capelli gli americani). Cinque album registrati e un tour europeo nel 1998.
- Cioè il perfetto punto in comune tra Italia e America: il cappellino (leggasi cappellino da baseball) in testa a uno dei migliori portieri italiani di sempre. Uno dei primi nella moderna MLS, dal 1997 coi New England Revolution, l'anno dopo rispetto a Donadoni e Nicola Caricola (New Jersey MetroStars dal 1996). Chinaglia aprì le fila nella vecchia NASL, antenata della MLS, giocando nientemeno che con Pelé e Beckenbauer nei vecchi New York Cosmos.
- Poi, in ordine sparso, Pirlo e Chiellini, Nesta e Insigne. Bernardeschi, Giovinco, Di Vaio, Nocerino, Corradi, Galderisi e tanti altri.
- Nato a Teaneck e cresciuto a Clifton, nel New Jersey, ma col cognome più italiano di tutti, Rossi. Una carriera sfortunata segnata dagli infortuni, gli inizi nel Manchester United, i ritorni in Italia con Parma, Fiorentina, Genoa e Spal.
- Cioè gli shoot out, americanata (è il caso di dirlo) per eccellenza mai veramente arrivata nel calcio italiano. Mutuati dall'hockey e introdotti per dare una fine "spettacolare" ad ogni partita, bandendo i pareggi e andando oltre ai semplici rigori. La regola prevedeva una partenza del tiratore da 35 yard (cioè 32 metri dalla porta), corsa palla al piede, andando a sfidare in un uno contro uno il portiere avversario in uscita, con 5 secondi al massimo per tirare.
- Vennero introdotti nel calcio americano, ma durarono poco. Arrivarono anche in Italia, come detto, ma limitati ai triangolari estivi (il birra Moretti), a partire da quello del 2004 dove Juve e Palermo conclusero coi "rigori all'americana" la loro partita. Quel giorno qualche volto divertito sugli spalti di Bari, qualcuno perplesso. Meglio i classici rigori, o quasi…
- Quasi perché i canonici rigori dagli undici metri fecero piangere tutta l'Italia. In America. Nel 1994. Quando nella caldissima finale di Pasadena si giocò la prima e unica finale in terra a stelle e strisce: 36 gradi, 70% di umidità, la classicissima Italia contro Brasile. I rigori erano "normali" e sappiamo bene come andarono a finire. Errori di Baresi, Massaro e poi quello di Roberto Baggio, altissimo nel cielo Usa.
- Vero, la nazionale di Spalletti è in America ma sfiderà Venezuela ed Ecuador. Ad ogni modo, non mancano le sfide dirette contro gli americani, addirittura in tre Mondiali, quasi tutti vinti. Il primo un 7-1 nel 1934, il primo trionfo azzurro con Pozzo Ct. L'ultima nel 2006: Gilardino-gol, l'autorete di Zaccardo, l'unica che Lippi&Co non vinsero, fino al trionfo di Berlino. In mezzo il 1990, il Mondiale delle Notti Magiche, l'unico con sfida agli Usa senza trionfo finale. Anche quella volta per colpa dei rigori.
- Col l'ormai classico collegamento coi rigori. Agosto 2003, East Rutherford, Giants Stadium, quello dove Pelé ci giocò la sua ultima partita in carriera, quello di Italia-Bulgaria del Mondiale 1994. Si sfidano Milan e Juventus a pochi mesi dalla finale di Champions di Manchester (rigori anche lì). Segna Pirlo (su rigore), all'ultimo minuto del primo tempo supplementare: il Milan può sfruttare la regola (di brevissima durata) del silver gol, ma Trezeguet pareggia subito. Ai rigori, non shoot out, vincono i bianconeri.
- E tante altre figure hanno legato l'Italia e l'America grazie a un pallone da calcio. Non possiamo non citare Joe Barone, il direttore generale della Fiorentina scomparso il 19 marzo a seguito di un malore accusato domenica poco prima di Atalanta-Fiorentina. Nato in Italia, trasferitosi da bambino negli Usa. Braccio destro di Rocco Commisso, è stato fra gli artefici della realizzazione del Viola Park.