L'Italia sfida l'Ecuador: Byron Moreno, Spiderman e Cruijff, 11 cose che forse non sapevi
L'Italia torna a sfidare l'Ecuador come nel Mondiale del 2002, quello finito tra le lacrime contro la Corea nella partita dell'arbitro (ecuadoriano) Byron Moreno. La meteora del Perugia Ivan "Spiderman" Kaviedes, l'undicesimo giocatore più costoso della storia del calcio e la leggenda Enner Valencia, che condivide un record ai Mondiali con Eusebio e Paolo Rossi: le 11 cose che (forse) non sai
- Unico precedente in un Mondiale con l'Italia, il primo di sempre giocato dall'Ecuador. La nazionale di Hernan Dario Gomez sorprende tutti nelle qualificazioni a Corea e Giappone e chiude il girone sudamericano al secondo posto, dietro all'Argentina e addirittura davanti al Brasile, che nel 2002 diventerà campione del mondo col Ronaldo versione mezzaluna. Ai gironi li sfidiamo noi all'esordio: 2-0, doppietta di Bobo Vieri.
- Quel Mondiale ricordiamo bene come finì: fuori agli ottavi contro la Corea. La partita dell'arbitro Moreno, nostro incubo nazionale. L'ecuadoriano Byron Moreno.
- Più che sogno, un incubo. L'Ecuador si qualifica anche al Mondiale del 2006 e, lì, supera i gironi. Gli ottavi sono il loro massimo traguardo di sempre: la corsa si spezza contro gli inglesi grazie a una delle perfette punizioni di David Beckham.
- È il loro soprannome, abbreviazione di La Tricolor, per via del tricolore sulla bandiera: il giallo rappresenta l'oro e la ricchezza del Paese, il blu i colori limpidi del mare, il rosso è il sangue versato dai soldati durante la guerra di indipendenza. Altro soprannome è "La Banana Mecánica", la banana meccanica, una versione gialla (il colore della loro maglia) del ben più noto nomignolo di "arancia meccanica", la formidabile nazionale olandese di Cruijff e Michels degli anni Settanta.
- Neanche a farlo apposta: Cruijff ha allenato l'Ecuador, ma non stiamo parlando del mito Johan ma del figlio, Jordi. Storia curiosa e brevissima: è stato in carica appena sei mesi, senza mai dirigere una partita. Il divorzio lampo, secondo le indiscrezioni del tempo, per problemi interni alla federazione.
- Meteora del calcio italiano: nel 1999 firma col Perugia, poi girerà il mondo tra Europa, Sud e Centro America da vero globetrotter del pallone. Sulla maglia (numero 33) non aveva il proprio cognome ma la scritta "Nine", cioè 9 in inglese. Non esattamente bomber: segna appena tre gol, litiga con Ze Maria e riparte subito. Nell'immaginario collettivo ci resta per la maschera da Spiderman sfoggiata dopo un gol al Mondiale del 2006.
- Cioè l'ultimo ecuadoriano ad aver giocato in Italia: l'uomo dei gol allo scadere della Lazio di Simone Inzaghi. Kaviedes fu il primo. In mezzo una sola presenza a firma Bryan Cabezas, con l'Atalanta nel 2017 contro la Roma. Curiosamente, contro Luciano Spalletti.
- Moises Caicedo, comprato dal Chelsea nell'estate del 2023 per la bellezza di 116 milioni di euro: solo dieci sono costati più di lui nell'intera storia del calcio. Tra i big della nazionale ecuadoriana ci sono Hincapié, leader della difesa del perfetto Leverkusen di Xabi Alonso; e il terzino Estupiñan, freccia sulla fascia sinistra del Brighton di De Zerbi.
- Capitano e simbolo della sua nazionale: 34 anni, è il miglior marcatore di sempre della Tri. Tra Mondiali 2014 e 2018 ha segnato ogni singolo gol per l'Ecuador nella competizione (6 di fila), eguagliando il primato di reti consecutive di un giocatore per una singola nazionale nel torneo. Come lui solo Eusébio (1966), Paolo Rossi (1982) e Oleg Salenko (1994).
- Insieme al Venezuela (cioè la nazionale che l'Italia ha appena sfidato in questa pausa amichevoli) la Tri è l'unica altra sudamericana a non aver mai vinto la Copa America.
- L'Ecuador gioca le sue partite casalinghe allo stadio Olimpico Atahualpa di Quito, circa 35mila posti a 2.850 metri sul livello del mare (per intenderci, la città più alta d'Italia è il Sestriere a poco più di duemila). La difficoltà nel giocare a certe altezze diventa, per la Tri, un vantaggio.