José Boto ha trasformato il Flamengo. E ora punta a vincere tutto

Quando nel 1500 il navigatore Pedro Álvares Cabral partì dal Portogallo e giunse per la prima volta in Brasile scrisse vari resoconti del suo viaggio. In uno, la ‘Carta de Pero Vaz de Caminha’, sottolineò come “in questa terra tutto possa crescere”. Oltre 500 anni dopo, un altro portoghese è sbarcato in Brasile e ha fatto la stessa scoperta. Ma mentre il primo pensava a coltivare frutta e verdura, il secondo si occupa di far crescere talenti. Il suo nome è José Boto, di professione fa il direttore sportivo, da dicembre 2024 è alla guida del Flamengo e dal suo arrivo il club ha cambiato marcia. La storia di Boto Prima di arrivare in Brasile, Boto si è affermato in Europa. Il suo percorso come direttore sportivo è iniziato nel 2018, allo Shakhtar Donetsk. In tre anni ha vinto due campionati, una coppa nazionale e una Supercoppa. È stato lui a portare in Ucraina Roberto De Zerbi, con il quale è ancora oggi molto legato. Oltre all’allenatore italiano, ha portato allo Shakhtar diversi talenti brasiliani, come da ‘tradizione’ del club. Nel 2021 è andato al Paok Salonicco, in Grecia, con cui ha vinto un campionato. A inizio 2024 è poi passato al NK Osijek, in Croazia, con l’obiettivo di colmare il divario con i top club nazionali, la Dinamo Zagabria e l’Hajduk Spalato. Alla fine dello stesso anno ha però lasciato la società croata accettando l’offerta del Flamengo. Prima di diventare Ds, Boto ha mosso i primi passi nel calcio come allenatore e poi come osservatore. Ha iniziato nel 1997 allo Sporting CP e poi dal 2007 è passato al Benfica, dove ha lavorato prima come scout e poi come responsabile del reparto scouting . Qui ha definito la sua identità professionale e si è affermato scoprendo talenti, lanciandoli e permettendo al club di effettuare numerose e ricche plusvalenze. Durante il suo periodo al Benfica dal settore giovanile sono emersi tanti grandi giocatori venduti a peso d’oro: su tutti Bernardo Silva , Ederson e Renato Sanches . Ma oltre ai giovani ‘cresciuti in casa’, Boto ha messo la firma su alcuni importanti acquisti che hanno prima fatto la fortuna del Benfica in campo e poi portato diversi milioni nelle casse del club. Alcuni nomi: Ángel Di María: acquistato dal Rosario Central per 6,5 milioni di euro, venduto al Real Madrid per 25 milioni; David Luiz: acquistato dal Vitória per 700 mila euro, venduto al Chelsea per 25 milioni Ramires: acquistato dal San Paulo per 8 milioni, venduto al Chelsea per 30 milioni; Axel Witsel: acquistato dallo Standard Liegi per 8 milioni, venduto allo Zenit per 40 milioni Jan Oblak: acquistato dall’Olimpija Ljubljana per 1 milione, venduto all’Atlético Madrid per 20 milioni Nemanja Matić: acquistato dal Chelsea per 5 milioni, rivenduto al Chelsea per 25 milioni; Fábio Coentrão: acquistato dal Rio Ave per 2 milioni, venduto al Real Madrid per 20 milioni. Le ambizioni del Flamengo Chiamato dal presidente Luiz Eduardo Baptista per dare una nuova direzione tecnica al Flamengo, in pochi mesi Boto ha ridefinito la struttura dello scouting del club, semplificato i processi decisionali e riportato ordine e visione nel club. Al Flamengo ha pieni poteri: è responsabile di tutta la parte relativa all’acquisto di giocatori e dello staff tecnico, nonché del coordinamento dell’osservazione dei calciatori. È anche coinvolto nelle attività quotidiane della squadra e del giovane allenatore Felipe Luís, l’ex terzino dell’Atletico che – seppur alla prima esperienza tra i ‘grandi’ – sta stupendo tutti in panchina e che Boto paragona a De Zerbi per la personalità. A gennaio 2025 ha subito messo a segno due acquisti importanti, entrambi arrivati dall’Europa: Juninho, acquistato dal Qarabag, e Danilo dalla Juventus. L’intento è subito chiaro: puntare su grandi giocatori per portare esperienza europea, personalità e leadership nello spogliatoio. In estate, poi, altri importanti acquisti: Jorginho, Emerson Royal, Saul e soprattutto Samuel Lino, arrivato dall’Atletico per 22 milioni e strappato anche alla concorrenza del Napoli. E proprio Lino è l’acquisto manifesto del nuovo Flamengo di Boto. Il Ds portoghese è riuscito a convincere l’esterno brasiliano a tornare dall’Europa e a sposare il progetto del club, dimostrando ambizione e voglia di vincere. E anche una capacità di spesa invidiabile: mai avevamo visto un club brasiliano competere sul piano economico con i club europei. È stato vicinissimo ad acquistare anche Zaniolo, la trattativa era praticamente chiusa ma è saltata all’ultimo. E per il prossimo mercato in Brasile già parlano di un interesse nei confronti di Dybala: al momento non ci sono conferme, ma il fatto che un nome importante come quello dell’argentino sia accostato al Flamengo dimostra quanto il club brasiliano punti in alto. In totale gli acquisti fatti nell’estate del 2025 sono costati al club 48 milioni, mentre le cessioni ne hanno portati nelle casse ben 72. Anche a vendere Boto e il suo staff hanno dimostrato grandi capacità, riuscendo a ricavare cifre altissime per i propri gioielli: 25 milioni per Wesley , altri 25 per Gerson e 15 per l’ex Juve Alcaraz, ceduto all’Everton. Tutti i giocatori arrivati in estate si sono ambientati velocemente e ora sono titolari nella squadra di Felipe Luis: Jorginho è il faro che illumina il gioco, Saul porta grinta e qualità, Lino velocità e imprevedibilità. E i risultati in campo si vedono: al momento il Flamengo è primo in classifica a parimerito con il Palmeiras, ha il miglior attacco e la miglior difesa del campionato . In 15 occasioni su 28 ha mantenuto la porta inviolata, nessuno ha fatto meglio in Brasile, e l’uruguaiano De Arrascaeta è l’attuale capocannoniere del campionato con 15 reti e il miglior assistman . Anche lontano dal Brasile il Flamengo può sorridere. La squadra ha raggiunto le semifinali di Copa Libertadores, dove affronterà il Racing Avellaneda . E la scorsa estate il club di Rio è stato protagonista anche al Mondiale per Club: il percorso dei ragazzi di Felipe Luis si è interrotto solo agli ottavi, dove sono stati sconfitti per 4-2 dal Bayern. In precedenza, il Flamengo aveva vinto il proprio girone, il Gruppo D, riuscendo a mettere alle proprie spalle anche il Chelsea , la squadra che poi ha sollevato il trofeo. Non solo. Nel corso di questa stagione il club ha già vinto tre trofei: il Campeonato Carioca, la Taça Guanabara e la Supercoppa del Brasile. Adesso non si pone limiti e sogna una straordinaria doppietta: campionato e Copa Libertadores. E poi? Aprire un ciclo. Affermarsi sempre più come la squadra più grande del Brasile. Il Flamengo è già il club mais querido del Brasile: nessuno ha più tifosi della squadra di rossonera di Rio. Ora l’obiettivo è diventare il club mais bem-sucedido. Cinque secoli dopo Cabral, un altro portoghese è sbarcato in Brasile e sta dimostrando che è vero, in questa terra tutto può crescere: il talento e anche un sogno chiamato Flamengo.

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José Boto ha trasformato il Flamengo. E ora punta a vincere tutto

Emiliano Tomasini