Il nuovo sindaco di New York Zohran Mamdani tifa Arsenal e vuole un calcio più accessibile

Il suo nome è Zohran Mamdani e da poche ore è il nuovo sindaco di New York. Candidato con i Democratici, anche se non gode del favore di tutto l'establishment dem, ha vinto la corsa con Andrew Cuomo, ex governatore di New York, e il repubblicano Curtis Sliwa. Lo scorso 18 ottobre ha compiuto 34 anni, è nato a Kampala, in Uganda, da una famiglia multiculturale: suo padre, Mahmood Mamdani, è un accademico ugandese, sua madre, invece, è Mira Nair, una famosa regista indiana. Mamdani è arrivato negli Stati Uniti nel 2000 e ha ottenuto la cittadinanza americana solamente nel 2018. È di fede musulmana ed è cresciuto nel Bronx: la sua storia personale e le sue origini hanno fortemente condizionato le sue ideologie politiche. Si definisce socialista ed è molto vicino a Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez: l’obiettivo principale del suo programma è abbattere il carovita a New York. Vuole rendere gratuiti i trasporti pubblici, gli asili nido e le scuole dell'infanzia, ma anche fermare l'aumento dei costi degli affitti. Per farlo, intende aumentare le tasse sulle grandi corporazioni e ai cittadini con redditi superiori al milione di dollari. È molto attento anche all’aspetto ambientale, vuole una New York più verde e investirà nell’energia pulita. Ma c’è di più. In campagna elettorale ha spesso parlato anche di sport e in particolare di calcio. La sua età lo avvicina naturalmente ai giovani elettori: come loro ama la musica hip hop, ha raccontato di aver conosciuto sua moglie, Rama Duwaji, su un’app di incontri ed è appassionato di sport. Anche se negli Stati Uniti non è particolarmente popolare, segue molto il calcio ed è un grande tifoso dell’Arsenal. Si racconta che, tra un impegno e l’altro, segua le partite dei Gunners anche in macchina. Come è nato questo amore lo ha spiegato lui stesso in un’intervista a The Athletic: “Mio zio è un tifoso dell'Arsenal, è stato lui a farmi conoscere la squadra. E poi Wenger è stato uno dei primi allenatori a portare davvero tanti giocatori africani in Premier. Sono cresciuto guardando Kolo Touré, Kanu, Alex Song, Lauren ed Emmanuel Eboué. Avevo gli ‘Invincibles’ come magneti sul mio frigorifero. Amavo David Seaman, Sylvain Wiltord e tutti questi ragazzi. Sono andato a vedere alcune partite dell'Arsenal, molte delle quali proprio con mio zio. È stata davvero una parte importante della mia vita e della mia identità”. Ma Mamdani non si limita a essere un tifoso e anche nel calcio vuole cambiare qualcosa. Nelle scorse settimane ha creato un torneo itinerante di calcio, il ‘The Cost of Living Classic’, con lo scopo di riunire i cittadini attraverso lo sport, celebrando la comunità e l'unità. Lo scorso settembre ha lanciato la petizione ‘Game Over Greed’ con la quale chiede alla Fifa di revocare la sua politica dei prezzi dinamici per i Mondiali del 2026 che si terranno la prossima estate negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Inoltre, chiede di reintrodurre un limite massimo alla rivendita dei biglietti per il torneo e di riservare il 15% dei biglietti ai residenti locali a un prezzo scontato. Quest’ultimo tema interessa molto ai cittadini di New York, visto che lì si giocheranno otto partite: “Da appassionato di calcio di lunga data, sono cresciuto con i ricordi dei Mondiali, sia guardandoli in TV che vivendoli di persona. Nel 2010 sono andato in Sudafrica, so cosa rappresenta questo torneo, che è il più popolare al mondo, e anche cosa potrebbe essere, ovvero una celebrazione dello sport più amato al mondo. Ma questo tipo di politiche della Fifa rischiano di escludere proprio quelle persone che rendono questo sport così speciale. La nostra lotta per rendere accessibile la città più costosa d'America non si limita solo all'alloggio, all'assistenza all'infanzia e al trasporto pubblico, si estende anche ai momenti che danno tanta gioia ai newyorkesi, come i Mondiali del prossimo anno”. Il sindaco di New York ritiene che i leader politici debbano intervenire per evitare una deriva elitaria non solo del calcio ma dello sport in generale: “Lo sport è stato talmente commercializzato che i tifosi sono ormai considerati una merce. È compito dei leader intervenire quando vediamo che l'unico motivo è il profitto, al punto che molti di coloro che un tempo frequentavano questi eventi ora non riescono nemmeno a immaginare di farlo. E questo non riguarda solo il calcio. Direi lo stesso ai New York Knicks dell'NBA o ai New York Jets della NFL? Assolutamente sì. Credo in una città in cui i newyorkesi possono fare qualcosa di più che lottare, una città dove possono anche divertirsi senza dover ipotecare i propri sogni per diventare spettatori”. In attesa di provare a realizzare i sogni dei suoi concittadini, Mamdani ha realizzato il suo: diventare sindaco della città che lo ha accolto quando aveva solo 9 anni. Un sogno che sembrava impossibile. Quasi quanto il ritorno alla vittoria dell’Arsenal. Quando qualche mese fa ha vinto le primarie democratiche ha raccontato: “Ci sono state molte battute su quanto fosse inaspettata questa sensazione per un tifoso dell'Arsenal”. Cinque anni fa, invece, aveva pubblicato un tweet ironico sul proprio profilo dopo una sconfitta dei Gunners: “Non avrei mai pensato di nutrire più speranze nel successo del socialismo che dell'Arsenal, eppure eccoci qui!”. Ma quest’anno, con l’Arsenal primo in Premier e in Champions, sembra davvero diverso. “Ogni anno sono fiducioso. Ogni anno dopo la delusione c'è la speranza. Ma quest'anno sarà diverso”. Mamdani ci crede. E dopo aver visto un immigrato diventare sindaco di New York, forse anche l’Arsenal ci crede un po’ di più.

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Emiliano Tomasini