Drogba annuncia il ritiro: "A 40 anni dico basta". La sua carriera in 5 scatti

Calcio

Fabrizio Moretto

L'attaccante ivoriano appenderà gli scarpini al chiodo a fine stagione, dopo aver lasciato ricordi indimenticabili a tutti i suoi tifosi. Dalla Champions del 2012 alla nuova vita da owner statunitense, ecco le fasi principali della sua carriera

Straordinariamente, meravigliosamente Didier Drogba. Questa frase del nostro Massimo Marianella ce la ricorderemo in eterno. Impossibile dimenticare le gesta e i gol di uno straordinario campione che, all'età di 40 anni, ha deciso di dire basta. L'ivoriano, come anticipato già qualche mese fa, ha infatti annunciato l'addio al calcio a fine stagione. "È davvero un piacere per me giocare - ha raccontato ai microfoni di Telefoot -. Ho iniziato tardi a giocare ad alti livelli ma mi diverto ancora. Mi piace molto questo ruolo di giocatore-proprietario, sono circondato da tanti giovani e mi piace trasmettere loro la mia esperienza. Ma questa è la mia ultima stagione, ho 40 anni ed è il momento di dire basta". Drogba ha messo la parola fine dopo una carriera ricca di successi e momenti emozionanti che avranno sempre un posto assicurato nel suo cuore. Non sono mancate le cocenti delusioni, ma l'ivoriano non può non essere soddisfatto di appendere gli scarpini al chiodo dopo aver vinto 4 Premier League, 3 Coppe di Lega, 2 Community Shield, 4 FA Cup, un campionato turco, una Coppa e una Supercoppa di Turchia e, soprattutto, una Champions League. Ecco in cinque scatti alcuni dei passaggi principali nella carriera di uno del centravanti più forti e più amati di sempre.

1. L'invisibile Coppa Uefa

La prima delusione della carriera Didier Drogba la vive nell'unica stagione giocata con la maglia del Marsiglia, quella del 2003-04. Dopo aver firmato il suo primo contratto da professionista a 20 anni con il Le Mans, l'ivoriano disputa tre anni e mezzo in Ligue 2, in cui solo negli ultimi mesi riesce a dare sprazzi del suo talento. Tanto che, nella serie maggiore, il Guingamp lo nota e decide di acquistarlo nel gennaio 2002. Nel primo campionato completo in maglia rossonera, il centravanti arriva subito in doppia cifra e chiude l'annata con 17 centri. Gol che gli valgono la chiamata del Marsiglia, uno dei club più importanti di Francia per palmares e tradizione. Qui ci resta un solo anno, quanto basta per attirare le società più importanti d'Europa. Con l'OM realizza 19 gol in campionato, 5 in Champions, 2 nelle coppe nazionali e soprattutto 6 in Coppa Uefa. In Europa Drogba si scatena e trascina i suoi fino alla finale, diventando anche capocannoniere della competizione. Una sua rete fa fuori anche l'Inter ai quarti, ma all'ultimo atto la fortuna gli gira le spalle. Nella finalissima di Goteborg è infatti il Valencia a trionfare.

2. La cima sfiorata con la Costa d'Avorio

Passata la delusione, Drogba decide di intraprendere una nuova esperienza. Va al Chelsea per 24 milioni di sterline ed è José Mourinho a convicerlo: "Tu sei un buon giocatore, ma se vuoi diventare un campione devi giocare in Inghilterra, nella mia squadra". A Londra l'attaccante classe '78 trova il suo ambiente ideale. I suoi 10 gol contribuiscono alla vittoria della Premier League, la prima per i Blues dopo un'astinenza di oltre 50 anni, e della Coppa di Lega. L'anno successivo riparte dal trionfo in Community Shield e bissa il successo in campionato. Nel mezzo però Drogba vola in Africa. L'obiettivo è vincere con la sua Costa d'Avorio la Coppa continentale, assente nella bacheca della Nazionale degli Elefanti da 14 anni. Segna una rete nella partita inaugurale contro il Marocco e si ripete in quella successiva contro la Libia. Nei quarti contro il Camerun rimane a secco nei tempi regolamentari, ma trasforma dal dischetto il rigore decisivo per la qualificazione. In semifinale torna a essere letale e un suo gol elimina la Nigeria. In finale c'è l'Egitto, una Nazionale maledetta per i colori ivoriani. Anche in questo caso nessuno riesce a prevalere nei 120 minuti e la sfida si protrae ai calci di rigore. Alla lotteria dei penalty la prima battuta è affidata proprio a Drogba che, al contrario di quanto successo ai quarti di finale, si fa respingere la conclusione. Gli egiziani sono mortiferi dagli 11 metri e conquistano il trofeo, lasciando l'attaccante incredulo e in lacrime.

3. Leone d'Africa

Anche questa volta Drogba riesce a mettersi l'errore alle spalle e a ricominciare. In Premier League diventa inarrestabile e nel 2006-07 conquista per la prima volta la classifica cannonieri, mettendo a segno 20 gol. Non bastano al Chelsea per vincere di nuovo il campionato, ma realizza il Double vincendo Coppa di Lega e FA Cup, quest'ultima decisa da una sua rete ai danni del Manchester United. Le sue prestazioni da urlo gli consentono finalmente di essere nominato "Calciatore africano dell'anno", un premio non banale per il centravanti, legatissimo alla sua terra e protagonista nel corso di questi anni di varie campagne di beneficienza per dare sostegno al suo popolo. A questa seguono due stagioni altalenanti, a causa soprattutto di una serie di infortuni che lo frenano dal punto di vista realizzativo. Nel 2009-10 poi torna a essere il Leone indomabile, pronto a sbranare qualunque difesa. Firma 37 gol stagionali. Di questi 29 li sigla in campionato, fondamentali per riconquistare la Premier League e il titolo di capocannoniere. In Champions invece la corsa si ferma in semifinale, nel match contro il Barcellona divenuto celebre per i macroscopici errori arbitrali del norvegese Ovrebo. Il sogno però è solo rimandato.

4. Una Champions a ritmo Blues

Il 19 maggio 2012 segna il punto più alto della carriera dell'ivoriano, il momento della sua consacrazione definitiva. È un'annata turbolenta per il Chelsea, segnata dal cambio di allenatore nel mezzo della stagione, con Di Matteo subentrato all'esonerato Villas Boas. È il preludio di un altro fallimento in ambito europeo, ma i Blues riescono nel miracolo. Eliminano in rimonta il Napoli agli ottavi, superano in scioltezza il Benfica e hanno la meglio in semifinale sul Barcellona, dopo un'intera gara giocata al Camp Nou in inferiorità numerica. La squadra di Di Matteo arriva alla finale di Monaco di Baviera con pochissime probabilità di successo. Il Bayern è più forte, ha apparecchiato l'intera stagione per questo appuntamento e ha dalla sua anche il fattore casa. Non ha fatto i conti però con Didier Drogba. È un suo imperioso stacco di testa, in pieno recupero, a regalare ai suoi il pareggio che vale i rigori. Dal dischetto i londinesi partono male con l'errore di Mata, ma riescono a recuperare grazie agli errori di Olic e Schweinsteiger e arrivano all'ultimo decisivo penalty. Dagli 11 metri si presenta il centravanti ivoriano che, carico di responsabilità, spiazza Neuer e alza al cielo la tanto agognata Champions. Un trofeo così tanto inseguito da cancellare la seconda tremenda delusione subita con la sua Nazionale, sconfitta ancora in finale di Coppa d'Africa dallo Zambia. Un'amarezza ancora maggiore della precedente visto che proprio lui aveva fallito il rigore, nel secondo tempo supplementare, della possibile vittoria.

5. American Dream

Portata a casa la Coppa dalle grandi orecchie, l'attaccante decide di fare il giro del mondo. Lascia il Chelsea e vola in Cina, allo Shanghai Shenhua. Il viaggio orientale non soddisfa la carica emotiva di Drogba che sente ancora di poter dare ancora qualcosa d'importante. E ci riesce di nuovo. Passa un anno e mezzo in Turchia e aiuta il Galatasaray a vincere campionato, Coppa e Supercoppa. La nostalgia però si fa sentire e decide così di far ritorno al Chelsea. Il secondo capitolo Blues non è così esaltante dal punto di vista realizzativo, ma gli permette di arricchire ulteriormente il proprio palmares. Conquista infatti per la 4^ volta la Premier League, a cui aggiunge la vittoria in Coppa di Lega, chiudendo la sua esperienza in maglia londinese con 381 partite, 164 gol e 14 titoli. Dopo l'Inghilterra, Drogba attraversa l'oceano e firma per il Montreal Impact, con la quale realizza 23 reti in 41 presenze. Nel 2017 chiude l'accordo con l'ultima squadra della sua carriera, i Phoenix Rising, della quale diventa anche co-proprietario. Nella città dell'Arizona l'ivoriano darà l'ultimo assaggio della sua classe, sperando che la sua eredità sia raccolta dal figlio Isaac che, qualche giorno fa, ha firmato il suo primo contratto con il Guingamp, il club nel quale ha avuto inizio l'epopea di Didier, The Legend.