#CESENASTORIES, 20^ puntata. Una sconfitta che brucia. Il presidente: "Siamo tutti italiani, ma solo noi romagnoli"
Calcio"Siamo amareggiati. Per come si era messa la partita, avremmo potuto vincerla". Zero punti indigesti quelli di Pineto, ma la strada della Serie D è lunga e anche il numero uno del club bianconero lo sa: “Uniti più di prima, non è una gara che ci farà vincere o perdere il campionato”
Una brutta sconfitta. L’umore dei bianconeri riflette la sconfitta di Pineto. Una beffa per il Cesena che, pur senza i titolari Ricciardo, Zamagni, Zammarchi, Biondini e Tortori, non ha saputo sfruttare la superiorità numerica durata per un’ora. Agli abruzzesi è bastato un gol per fare il colpaccio, forse nell’unica azione costruita in 90 minuti. Mentre il Matelica allunga… “Siamo amareggiati, per come si era messa la partita e con tutte le occasioni create, avremmo dovuto vincerla”, è la fotografia in bianconero del presidente del Cesena. Domenica, in casa, c’è il Campobasso ultimo in classifica: ma è vietato fare calcoli. “Una sconfitta che brucia, i ragazzi ci sono rimasti davvero male, specialmente i più vecchi”, ammette il magazziniere del Cesena, il primo ad incrociare i musi lunghi di ritorno da Pineto.
In questo clima a metterci la faccia è il Presidente bianconero, Corrado Augusto Patrignani che si racconta così: “Sono nato a Cesena e sono un romagnolo doc. Perché siamo tutti italiani, ma solo noi siamo romagnoli”, tiene a sottolineare il numero uno del Cavalluccio. "Come è nata questa avventura? Sono stato contattato in estate da alcuni imprenditori della zona, tra cui Bruno Piraccini (amministratore delegato di Orogel, ndr). Ci siamo seduti ad un tavolo ed è subito nato il Cesena FC”. Un presidente tifoso, anzi, tifosissimo. “Ma ricoprendo questo ruolo mi devo un po’ trattenere: certe cose le può dire un tifoso, non il numero uno della società…” Una vita legata a questi colori, tanto che il giocatore simbolo di Patrignani è Lamberto Boranga (portiere oggi 76enne che giocò nel Cesena dal 1973 al 1977, ndr.), giocatore infinito e molto naif. In quegli anni la squadra faceva su e giù tra Serie A e Serie B. Oggi il campionato ha un altro nome. “Ma avere più di 8000 abbonati in questa categoria se li possono permettere poche squadre in Italia”. Adesso però è necessario reagire alla sconfitta in Abruzzo: “Uniti più di prima, non è una partita che ci farà vincere o perdere il campionato”.