L'amministratore delegato del Bayern Monaco tra ripresa dei campionati e il sostegno dei grandi club al calcio europeo: "Vanno decisi i verdetti, dallo scudetto alle retrocessioni e promozioni. Poi c’è il lato più importante, l’aspetto economico. Dobbiamo pensare a come i grandi club possano dare una mano: il problema tocca tutto l’ambiente"
"Ho avuto tanti contatti con amici italiani, tutti quanti stanno abbastanza bene. Uno è stato anche contagiato dal virus, ma per fortuna sta bene". Da amico dell'Italia e amministratore delegato del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge traccia ai microfoni della Gazzetta dello Sport il punto del calcio tedesco ed europeo nel pieno dell'emergenza sanitaria. Tra ripresa degli allenamenti, necessità di concludere i campionati e riduzione degli stipendi. "Fino al 13 marzo andava tutto bene - ricorda -eravamo in corsa in tutte le competizioni: in testa al campionato, in semifinale di Coppa e in Champions avevamo vinto 3-0 all’andata con il Chelsea. Poi da un giorno all’altro è arrivata la nebbia sia nella vita che nel calcio". Fino al 6 aprile, quando ha rivisto la squadra allenarsi. Il futuro però resta incerto.
"La stagione va finita, porte chiuse una certezza"
L'ad del Bayern ha detto la sua sulla conclusione della stagione: "Deve essere portata a termine. Per due motivi: il primo riguarda il lato sportivo, perché vanno definite le classifiche. Siamo alla 26esima giornata, ne mancano nove, vanno decisi i verdetti, dallo scudetto alle retrocessioni e promozioni. Poi c’è il lato più importante, l’aspetto economico. Tutti quanti in Europa scontiamo il fatto che l’incasso è proprio zero. Abbiamo delle spese alte, soprattutto per il salario dei giocatori. Spero che si finiscano e che si debbano finire tutte le competizioni. Se non si finisce oltre 30 giugno dobbiamo continuare a luglio e al limite anche in agosto. Dobbiamo finire la stagione, è un dovere per tutti". Con delle distinzioni tra campionati nazionali e coppe: "Sono ottimista perché quando si potrà finire il campionato si potrà concludere anche la Champions, perché ho visto che stanno lavorando tutti a un calendario improvvisato, perché non sappiamo ancora quando si potrà o si dovrà ricominciare". Scontate le porte chiuse: "Giocheremo al 100% senza spettatori. Una condizione che da noi non si discute neanche". Il legame con l'Italia è anche sul mercato: "Riscatto di Perisic dall'Inter? Non ne abbiamo ancora parlato, abbiamo una clausola da considerare credo entro la fine di maggio”.
"Ho parlato con Agnelli, grandi club devono dare una mano"
Il Bayern Monaco è tornato al lavoro sul campo, una fase preceduta da due settimane di cyber-training: "Avevamo il piccolo vantaggio di avere un ufficio a Shanghai quindi sapevamo già prima cosa ci aspettava in Europa - ricorda Rummenigge - ci siamo organizzati per quello che purtroppo è avvenuto". Fino alla ripresa: "Da lunedì scorso si può fare allenamento sul campo a piccoli gruppi. Noi li dividiamo in quattro, i giocatori vengono già cambiati da casa, ciascuno da solo, poi vanno in campo anche se non è un allenamento normale. Tatticamente c’è poco o niente, però almeno fanno qualcosa". E tendono la mano fuori dal campo: "La società ha chiesto ai giocatori di rinunciare al 20% del compenso nel mese di aprile, hanno accettato. Serve solidarietà e unione". Come tra i grandi club europei: "Ho sentito Andrea Agnelli, presidente dell’Eca, quando era in quarantena, quando l’Europeo doveva essere spostato da questa estate alla prossima. Poi non più, ma non c’è problema - spiega Rummenigge - dobbiamo pensare a come le grandi possano dare una mano al calcio europeo, in qualsiasi modo, perché il problema tocca tutto l’ambiente, mette in difficoltà grandi, medie e piccole società".