Kirchhoff ricorda Mandzukic al Bayern Monaco: "Allenarsi con lui significava dolore"

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L’ex giocatore dei bavaresi ha raccontato in un’intervista il predominio fisico di Mandzukic: "Non era malizioso, ma ti puniva fisicamente. Aveva un’aggressività tale che non mi faceva allenare, ma anche tanta qualità"

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Jan Kirchhoff collezionò 11 presenze nella stagione 2013-14 con la maglia del Bayern Monaco. Oggi gioca in terza divisione, è il capitano dell’Uerdingen, ma non ha dimenticato quei giorni e soprattutto quegli allenamenti. In particolare, gli è rimasto impresso l’atteggiamento di Mario Mandzukic. "Allenarsi con lui significava ‘dolore’. Non lo faceva con malizia, ma ti puniva fisicamente. Cercava il contatto fisico, non accettava di perdere nemmeno in partitella. Non era facile per me che ero il suo diretto avversario allenarmi bene. Ho sempre avuto grande rispetto della sua aggressività e della sua qualità. Ricordo che Guardiola una volta lo invitò ad essere meno aggressivo" ha raccontato il giocatore in un’intervista a Goal. E ha voluto sottolineare come il croato non fosse solo dominante per via del fisico imponente: "Tende ad essere sottovalutato dal pubblico, ma è uno dei migliori nel gioco aereo: trova sempre la posizione giusta per saltare alle spalle del difensore, sa pressare benissimo e sa giocare la palla con i piedi. Poi ha una mentalità pazzesca, al Bayern era in perfetta forma. Non si trovano spesso attaccanti così".

Incompatibilità con Guardiola

Eppure, il club si privò di Mandzukic: nell'estate 2014 fu ceduto all’Atletico Madrid. "Non ha avuto fortuna, il suo modo di giocare era incompatibile con l’idea di calcio di Guardiola. Il centravanti doveva tornare a centrocampo e in questo fondamentale Lewandowski gli era superiore, è un attaccante completo e imprevedibile" ha concluso Kirchhoff.