Klopp è sinonimo di Überraschung

Überraschung. Sorpresa. Basta questa parola per riassumere il 2024 di Jürgen Klopp, ma anche per raccontare cosa lo aspetta visto che dal primo gennaio è ufficialmente il nuovo Head of Global Soccer della Red Bull. Le lacrime dell’addio ad Anfield, alla gente di Liverpool resteranno per sempre nella storia della Premier League e di una città intera, esattamente come quelle del Westfalenstadion quando Klopp aveva lasciato il Borussia Dortmund. E proprio qui sta il punto, Jürgen ha sempre rappresentato il simbolo del calcio ancorato alle radici, quello fatto di semplicità, impeto e ironia, intelligenza e capacità di sdrammatizzare. Considerato dappertutto una sorta di Robin Hood del football, per molti ha sbagliato ad accettare di diventare la faccia di una multinazionale dello sport. Con mezzi enormi, certo, e allora chi invece lo difende dice: immaginatevi cosa potrà fare lì uno con le sue capacità, la sua esperienza, quella sua abilità a comunicare. Verissimo, perché oltre al Salisburgo e al Lipsia gestirà anche il Liefering, sempre in Austria, il Bragantino in Brasile e i New York Red Bulls con possibilità incredibili di ricerca e sviluppo di metodologie, strutture, crescita dei talenti in diverse zone del mondo. Lui stesso qualche anno fa aveva confessato di ammirare un club come il Lipsia, oggettivamente all’avanguardia in tante cose, dopo averlo criticato al suo arrivo in Bundesliga. A Liverpool Klopp era già ormai una sorta di coordinatore, il manager vecchio stile all’inglese che si occupava del mercato, dell’implementazione dello staff con figure sempre più settoriali, della programmazione degli allenamenti, dello scouting, delle giovanili e anche delle strutture, visto che per esempio aveva collaborato alla progettazione del nuovo centro di allenamento. Quindi, per riassumere… Lo sa fare. La differenza però è che negli otto anni in Inghilterra è stato abituato a lavorare per vincere trofei, ora invece l’obiettivo sarà sì il risultato sportivo, ma finalizzato alla sostenibilità economica attraverso il lancio continuo di giocatori da crescere per poi vendere. Investire, anche tanto, sui giovani migliori in circolazione per poi farli diventare promesse di superstar e cederli. Gli esempi, considerando Salisburgo e Lipsia, sono infiniti: da Haaland a Dani Olmo, passando per Mané, Szoboszlai, Konaté e Upamecano. Per un paio di loro Klopp è stato dall’altra parte della trattiva, quella di chi compra, ora sarà seduto sulla sedia di chi certi fenomeni li deve cedere nel miglior modo possibile. Un cambio di mentalità non scontato, anche perché a Liverpool aveva sì compiti manageriali ma poi i dirigenti erano altri, ora dovrà pensare da Klopp ma poi ricordarsi di non essere più un allenatore. O meglio, non solo. Sperava di farlo aiutato da due amici, Pep Leijnders e Marco Rose allenatori di Salisburgo e Lipsia, ma il suo ex vice a Liverpool Leijnders è stato da poco esonerato. Rose invece ha rischiato a inizio dicembre ma alla fine è stato confermato perché la squadra ha ripreso a fare risultati e poi lui, essendo nato e cresciuto a Lipsia, ha un legame speciale con il club e i tifosi. Qualcosa però ha contato anche il fatto di essere uno dei migliori amici di Klopp, compagno di squadra e poi suo giocatore ai tempi del Mainz, Marco è come un fratello per Jürgen e sarà un supporto fondamentale per iniziare questa nuova avventura. In Germania poi non è passata in secondo piano la clausola nel contratto di Klopp con la Red Bull che gli permetterà di lasciare l’incarico in caso di chiamata della nazionale tedesca per diventare il nuovo commissario tecnico. L’obiettivo a Francoforte è tenere Nagelsmann fino almeno al Mondiale 2026, se non addirittura all’Europeo 2028, per poi regalare alla Germania il Ct che sogna da anni. Anche se ora qua e là in giro per il Paese l’ammirazione per Klopp si è un po’ attenuata: a Mainz la sua gente durante la partita contro il Lipsia gli aveva dedicato striscioni poco simpatici e perfino a Dortmund ci sono rimasti male, visto che gli avevano offerto di diventare il nuovo amministratore delegato del Borussia. Ma lui ha rifiutato, per poi accettare il Lipsia. D’altronde lo ha sempre detto: Mainz, Dortmund, Liverpool saranno per sempre qualcosa di unico, speciale nella sua vita, imparagonabili a tutto il resto. Ma poi quando sei un professionista ci può stare di voler provare sfide come questa che lo attende, sicuramente nuova, per molti impronosticabile, perlomeno affascinante. Intanto, visto il personaggio, non stupitevi se fra un anno ‘überraschung’ sarà la parola migliore per descrivere anche il 2025 di Jürgen Klopp.

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