Grande prestazione dei rossoneri in Scozia: in gol il brasiliano, Zapata e SuperMario. Il successo dell’Ajax sul Barça impedisce ad Allegri di festeggiare la qualificazione agli ottavi con una giornata di anticipo
CELTIC-MILAN 0-3
12' Kakà, 49' Zapata, 60' Balotelli
Guarda la cronaca del match
Diventa davvero complicato capire quale sia il vero Milan. Quello del campionato senza mordente, spaesato, svogliato o quello di Champions combattivo, organizzato, cinico. Un dilemma che resta perché la vittoria di Celtic Park non cancella le incertezze, ma regala tre punti pesantissimi in vista del passaggio agli ottavi di finale ma anche indicazioni precise per quella che deve essere un’immediata risalita in serie A. Nel momento più difficile della sua permanenza sulla panchina rossonera Massimiliano Allegri è riuscito a rimotivare una squadra depressa dalle ultime prestazioni, incapace di incidere sotto porta e di concedere troppo in difesa. In una sola notte, invece, sono arrivati tre gol e non se n’è subito neppure uno.
A rovinare la serata perfetta del Milan è arrivato il ko del Barcellona all'Amsterdam Arena: con il Celtic fuori dai giochi, se anche i catalani avessero vinto, i rossoneri avrebbero già potuto festeggiare la qualificazione. Invece il discorso, per quanto sulla buona strada, rimane aperto: a San Siro, l'11 dicembre, ad Allegri basterà un pareggio per avere la certezza di accedere agli ottavi di finale.
Leader silenzioso - E’ necessario partire da un punto fermo, imprescindibile, legittimato, anche dai tifosi nell’ultima contestazione dopo il match con il Genoa, ad essere il leader incontrastato, il campione a cui aggrapparsi per tirarsi fuori dai momenti complicati. Kakà ha dimostrato, ancora una volta, di non essere un giocatore da rottamare ma l’innesco di un attacco che, quando vuole, può fare male. Per il brasiliano il Celtic è un amuleto e il gol di testa, inusuale per lui, ne è la controprova. Così come per Zapata che, questa volta, non ha sbagliato da due passi mettendo al sicuro un risultato che comunque è stato in bilico a causa dell’agonismo e della generosità degli scozzesi che hanno provato, e ci sono riusciti, ad impensierire Abbiati sempre attento tra i pali.
Il ritorno di SuperMario - E poi c’è Mario Balotelli. Ritardatario a Milanello, svogliato in allenamento, sintomi di mal di pancia per molti. E invece SuperMario ha buttato giù i bocconi amari ed ha saputo calarsi con umiltà nel match dimostrando un atteggiamento positivo nel sacrificarsi per la squadra prima e nel trovare, resistendo al ritorno dei difensori scozzesi, il gol del definitivo ko (non segnava dal 1° settembre).
Qualità in mezzo al campo - C’è da considerare che il rientro di Montolivo a metà campo ha restituito qualità alla squadra e sovente il Milan ha mandato fuori giri il pressing del Celtic, volenteroso ma arruffone, grazie alle trame tessute dal capitano rossonero in collaborazione con De Jong. Poli e Nocerino si sono mostrati fidi scudieri. Allegri deve scegliere modulo e uomini e percorrere deciso in una direzione. Forse così troverà la quadratura di un cerchio che rende, per ora, solo in Europa.
12' Kakà, 49' Zapata, 60' Balotelli
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Diventa davvero complicato capire quale sia il vero Milan. Quello del campionato senza mordente, spaesato, svogliato o quello di Champions combattivo, organizzato, cinico. Un dilemma che resta perché la vittoria di Celtic Park non cancella le incertezze, ma regala tre punti pesantissimi in vista del passaggio agli ottavi di finale ma anche indicazioni precise per quella che deve essere un’immediata risalita in serie A. Nel momento più difficile della sua permanenza sulla panchina rossonera Massimiliano Allegri è riuscito a rimotivare una squadra depressa dalle ultime prestazioni, incapace di incidere sotto porta e di concedere troppo in difesa. In una sola notte, invece, sono arrivati tre gol e non se n’è subito neppure uno.
A rovinare la serata perfetta del Milan è arrivato il ko del Barcellona all'Amsterdam Arena: con il Celtic fuori dai giochi, se anche i catalani avessero vinto, i rossoneri avrebbero già potuto festeggiare la qualificazione. Invece il discorso, per quanto sulla buona strada, rimane aperto: a San Siro, l'11 dicembre, ad Allegri basterà un pareggio per avere la certezza di accedere agli ottavi di finale.
Leader silenzioso - E’ necessario partire da un punto fermo, imprescindibile, legittimato, anche dai tifosi nell’ultima contestazione dopo il match con il Genoa, ad essere il leader incontrastato, il campione a cui aggrapparsi per tirarsi fuori dai momenti complicati. Kakà ha dimostrato, ancora una volta, di non essere un giocatore da rottamare ma l’innesco di un attacco che, quando vuole, può fare male. Per il brasiliano il Celtic è un amuleto e il gol di testa, inusuale per lui, ne è la controprova. Così come per Zapata che, questa volta, non ha sbagliato da due passi mettendo al sicuro un risultato che comunque è stato in bilico a causa dell’agonismo e della generosità degli scozzesi che hanno provato, e ci sono riusciti, ad impensierire Abbiati sempre attento tra i pali.
Il ritorno di SuperMario - E poi c’è Mario Balotelli. Ritardatario a Milanello, svogliato in allenamento, sintomi di mal di pancia per molti. E invece SuperMario ha buttato giù i bocconi amari ed ha saputo calarsi con umiltà nel match dimostrando un atteggiamento positivo nel sacrificarsi per la squadra prima e nel trovare, resistendo al ritorno dei difensori scozzesi, il gol del definitivo ko (non segnava dal 1° settembre).
Qualità in mezzo al campo - C’è da considerare che il rientro di Montolivo a metà campo ha restituito qualità alla squadra e sovente il Milan ha mandato fuori giri il pressing del Celtic, volenteroso ma arruffone, grazie alle trame tessute dal capitano rossonero in collaborazione con De Jong. Poli e Nocerino si sono mostrati fidi scudieri. Allegri deve scegliere modulo e uomini e percorrere deciso in una direzione. Forse così troverà la quadratura di un cerchio che rende, per ora, solo in Europa.