Mou ripensa al triplete: "I tifosi dell'Inter sono speciali, Moratti lo è ancora di più"
Champions LeagueIl portoghese, in una intervista al sito dell'Uefa, ripercorre la sua carriera in Champions e non nasconde il suo legame con i nerazzurri. "Era una vera famiglia e in quella stagione abbiamo vinto tutto. Contro il Bayern non abbiamo giocato in 11, ma in migliaia"
"I tifosi dell'Inter sono speciali. Il presidente è più che speciale. Era una vera famiglia e in quella stagione abbiamo vinto tutto": José Mourinho, in una intervista al sito dell'Uefa ripercorre la sua carriera in Champions e non nasconde il suo legame con i nerazzurri. "Quella contro il Bayern era la partita della vita per molti miei giocatori - racconta il portoghese - Era l'ultima possibilità per Zanetti, Materazzi, Cordoba, Chivu e Maicon. E così abbiamo giocato quella finale con questa mentalità. Non stavamo giocando in 11, ma eravamo in migliaia perché l'Inter aspettava da tantissimi anni quest'occasione. Eravamo tutti molto sicuri ed è stato il modo migliore di lasciare la squadra. L'Inter è un club che amo molto".
Il trionfo con il Porto - Lo 'Special One' ripercorre il suo primo successo, nel 2004 con il Porto. "E' stato tutto perfetto - dice - Il Monaco aveva cominciato meglio di noi, ma dopo 10-12 minuti avevamo preso in mano le redini della gara. E' stato un momento fantastico per noi. Il rammarico è stato di non aver continuato tutti insieme perché se quella squadra fosse rimasta ancora insieme, chissà cosa avrebbe fatto. Dopo quella vittoria io sono andato via, così come Deco, Ferreira, Carvalho, Valente e Costinha. Tutti sono andati via e la squadra campione d'Europa è scomparsa, ma non la storia. Quella rimane".
Il capitolo Real Madrid - "Quando sono arrivato a Madrid, il club non raggiungeva i quarti di finale da quasi dieci anni, e così quando siamo approdati agli ottavi col Lione, il panico era totale. Siamo riusciti a scacciare quella paura e la squadra è cambiata, i giocatori sono cambiati. Tutti abbiamo pensato che avremmo vinto la competizione, ma in tre anni consecutivi ci siamo fermati alla semifinale e per motivi diversi non siamo riusciti ad arrivare in finale. La sconfitta ai rigori col Bayern è stata davvero difficile da digerire. E' stata una delusione enorme, ma quando il Real Madrid ha vinto nel 2014, è stato il giusto riconoscimento per l'intero club. L'hanno meritato ed io ero davvero felice".
Gli obiettivi del Chelsea - E sulle possibilità con il Chelsea dice: "Ho un ottimo gruppo, i rapporti sono molto buoni. Penso sempre che dobbiamo fare un passo alla volta, e la fase a gironi è il primo passo. Bisogna intanto arrivare tra le prime due e passare il turno. Quando si arriva alla fase a eliminazione diretta, l'imprevedibilità di ogni dettaglio diventa fondamentale. Solo una squadra può vincere e solo due possono raggiungere la finale. E' così che stanno le cose perché questa competizione è la più grande nel panorama calcistico mondiale". E sulla possibilità di diventare il primo allenatore a vincere la Champions League con tre squadre diverse, Mourinho sottolinea: "Non è questo il mio obiettivo - l'obiettivo è di vincere la terza, non il mio record personale. Se qualcuno ci riuscirà prima di me, o se qualcuno vincerà con quattro o cinque squadre, non mi interessa. Io voglio solo vincerla con la mia squadra".