Tutto sullo Shakhtar Donetsk: l’avversaria della Roma agli ottavi di Champions League

Champions League

Fabrizio Moretto

I giallorossi pescano gli ucraini, già affrontati nella stagione 2010-11. La squadra di Fonseca punta tanto sul talento sudamericano del reparto offensivo. Fatica invece in difesa, lacuna che dovrà sfruttare al massimo la Roma

Alla fine è uscito un mezzo sorriso. La Roma ha scampato i pericoli Real Madrid e Bayern Monaco e agli ottavi di Champions sfiderà lo Shakhtar Donetsk. Forse non poteva capitare avversario migliore per i giallorossi. Non tanto per la qualità degli ucraini, ma in quanto nessuno meglio di loro può farti capire che un avversario non va sottovalutato, mai, in nessun caso. E questa chiave di lettura lo offre sia lo Shakhtar di oggi che quello del passato. Nella stagione 2010-11 infatti l'urna di Nyon riservò lo stesso accoppiamento. La Roma di Ranieri esultò preventivamente dopo il sorteggio, salvo poi mangiarsi le mani dopo le batoste subite dall'allora Shakhtar di Lucescu sia in casa che in trasferta. Proiettandoci a oggi invece, la squadra ucraina rappresenta il rimpianto del Napoli. È una squadra che conosciamo bene infatti perché ha di fatto eliminato gli azzurri alla fase a gironi, vincendo lo scontro diretto in Ucraina e battendo poi il Manchester City (unica squadra a riuscirci in questa stagione) all'ultima giornata, rendendo così inutile il risultato tra il Feyenoord e la squadra di Sarri. Lo Shakhtar, nonostante la sconfitta finale, ha ben impressionato anche all'Etihad, mentre ha superato senza difficoltà in entrambe le occasioni gli olandesi.

I punti di forza

Nonostante le numerose cessioni degli ultimi anni, dovuti principalmente alla guerra civile scoppiata in Ucraina, lo Shakhtar è rimasta una forte colonia brasiliana. Ben 7 sono infatti i verdeoro presenti in rosa, su cui tra tutti spunta il talento di Bernard, trequartista della Nazionale dal 2013 in Europa. La sua classe, unita a quella di Taison e Marlos, rendono facile la vita in attacco di Facundo Ferreyra, centravanti argentino con passaporto italiano, andato in rete già 20 volte nelle 26 presenze stagionali. In difesa invece l'esperienza è assicurata da Pyatov e Srna, due volti storici in casa Shakhtar. La lunga trasferta che la Roma dovrà affrontare potrebbe poi rivelarsi un altro fattore a favore degli ucraini che in panchina possono contare su Paulo Fonseca, allenatore che non ha nulla a che fare con il giocatore uruguaiano che in passato ha vestito la maglia dei giallorossi, ma che ha mostrato passi avanti nel corso degli anni, a partire dall'esperienza alla guida del Braga. Il portoghese propone un calcio moderno, dotato di qualità e votato all'attacco.

I punti deboli

A far preoccupare i tifosi ucraini è invece la fase difensiva. Stepanenko e Fred a centrocampo sono buoni giocatori, ma hanno limiti che difficilmente riescono a sopperire nel calcio europeo e più nello specifico in Champions. Il poco filtro a centrocampo rende ancora più complicato il compito della retroguardia, con Rakitsky e Ordets non all'altezza sulla carta per resistere 180 minuti agli attacchi della Roma, tra le formazioni con più tiri verso la porta in tutta Europa. Vero è che i giallorossi segnano poco rispetto alla mole di gioco prodotta, ma a febbraio le cose potrebbero essere diverse e allora per i ragazzi di Fonseca nascerebbero guai seri. Interessante è Ismaily, terzino mancino a segno nell'ultima sfida contro il Manchester City. Come la maggior parte dei suoi compagni ha ottime capacità offensive abbinate a qualche sbavatura dietro. Fino a marzo in Ucraina il campionato subirà uno stop e questo potrebbe rivelarsi un ulteriore vantaggio per la squadra di Di Francesco visto che gli avversari potrebbero perdere ritmo e intensità a causa della mancanza di minuti nelle gambe, fattore non sfruttato sette anni fa. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.