Champions League, Juve e Roma affondate: le indicazioni dopo i quarti d'andata

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Le due italiane escono malissimo dalla due giorni di Champions. Tre gol di scarto per entrambe da recuperare, contro avversari apparsi troppo forti. Il gap con i campioni di Real e Barcellona. La sicurezza e il cinismo nei momenti chiave delle spagnole. La fragilità psicologica di fronte alle difficoltà di Juve e Roma: ecco le indicazioni emerse dopo l'andata dei quarti

JUVE-REAL 0-3, CR7 ILLUMINA LO STADIUM

BARCELLONA-ROMA 4-1, QUANTI RIMPIANTI

CHAMPIONS LEAGUE, TUTTI I RISULTATI DEI QUARTI

Tre gol subiti dalla Juve, quattro dalla Roma: qualificazioni compromesse. Ed è solo l’andata. Come ne escono le due italiane dalla due giorni di Champions? Malissimo. La Juve aveva grandi speranze nella doppia sfida contro il Real, anche e soprattutto dopo un’andata giocata in casa. Ronaldo ha ammutolito lo Stadium, e il gap nei momenti decisivi della partita è parso, ancora una volta, estremamente ampio. La Roma esce invece dal Camp Nou con un risultato forse un po’ bugiardo, ma comunque durissimo da ribaltare al ritorno, nonostante la partita in casa propria. Indicazioni leggermente più positive per i giallorossi: le ambizioni della squadra di Di Francesco non erano certamente alte come quella della Juve, e l’aver tenuto testa al Barça per un’ora ha provato la tenuta della squadra, salvo poi sgretolarsi - anche psicologicamente - dopo il raddoppio sulla seconda autorete di serata.

Juve, gap e campioni

Sicuramente il ko che ha fatto più male è stato quello della Juventus, perché due finali in tre anni non sono un caso, e la doppia sfida andata e ritorno contro il Real poteva essere un vantaggio rispetto alla finale secca di Cardiff. La questione è ovviamente ancora aperta, nulla è certo, anche se partire al Bernabeu sotto di tre reti rende il tutto quasi una mission impossible. La sconfitta è stata netta, e per di più maturata in casa. E il dato più significativo che emerge è il ribaltone che c’è tra campionato italiano e competizione europea. Come infatti i bianconeri vincono in Italia - battendo gli avversari anche senza dominare, con cinismo e abitudine alla vittoria - allo stesso modo il Real lo fa in Champions. Insomma, in Serie A la Juve è imbattibile, così come lo è però il Real in Europa. E il gap è ancora troppo ampio. Le occasioni per i bianconeri ci sono state (Higuain e Chiellini nel primo tempo, la punizione di Dybala deviata nella ripresa), ma lo 0-3 non è stato frutto solo di un gioco di episodi. Il Real ha concretizzato non solo grazie ai suoi campioni - anche se la rovesciata di Ronaldo parla da sola - ma anche per quella mentalità e sicurezza nei propri mezzi infinitamente superiori ai bianconeri in campo europeo. In più c’è la questione Dybala, decisivo con Higuain nel ribaltare la sfida contro il Tottenham degli ottavi. In Spagna torneranno Pjanic e Benatia, e sul fronte opposto sarà squalificato Ramos, ma l’assenza dell’argentino, pericoloso in almeno due circostanze nell’andata dello Stadium, toglie inevitabilmente pericolosità ai bianconeri. La sua stessa espulsione è, poi, un altro campanello d’allarme per una Juve uscita malissimo dai quarti d’andata di coppa. Nessun paragone con Ronaldo e il suo gesto da fuoriclasse, per carità, ma il confronto tra quanto fatto da CR7 (al 64’), e l’estrema ingenuità (doppia) dei gialli ricevuti dal 10 juventino (al 66’), ha messo ulteriormente in mostra il divario tra le due squadre e i relativi giocatori chiave.

La Roma sbaglia, il Barça segna

Da uno 0-3 a un 4-1 cambia poco all’apparenza, e anche la Roma ne è uscita malissimo dai quarti di finale di andata di Champions. Eppure qualche differenza c’è, partendo dal campo. La Roma era nella tana del Barcellona, forse non più quello irresistibile dell’ultimo triplete targato 2015, ma pur sempre primo e con una Liga in tasca. La Roma, inoltre, tornava ai quarti dopo tanti anni, e le aspettative non potevano essere certo alte come quelle dei bianconeri. Ma questo 4-1 brucia tanto comunque, innanzitutto perché maturato con ben due autoreti (i giallorossi sono solo la quarta squadra nella storia della competizione ad esserci riuscita), e perché il risultato è molto più severo di quanto il campo non abbia realmente raccontato, aspetto dunque positivo per la squadra di Di Francesco. È questo lo stesso discorso fatto anche per la Juventus, perché - anche qui - non si tratta solo di episodi, in ballo c’è il cinismo di squadre abituate a vincere anche e soprattutto in Europa, a non sbagliare, e a non farsi intimorire dagli episodi stessi, cosa che inevitabilmente capita alle squadre italiane impegnate in Champions. La Roma ha tenuto bene il campo per un’ora di gioco, e anche sul 3-0 è arrivato il gol di Dzeko che ha riaperto il match, con una chance per Gonalons addirittura per un 3-2 che sarebbe stato tutt’altro che immeritato. Dunque il quarto gol di Suarez, e la sfida sembra - anche qui - ormai chiusa. Insomma, il solito ritornello: laddove Roma (e Juve) hanno sbagliato, Barcellona (e Real) no. E lì c’è tutta la differenza del mondo. Capitolo a parte, ovviamente, i due rigori richiesti per i falli su Dzeko e Pellegrini, che avrebbero potuto certamente cambiare - parzialmente o totalmente - la storia della partita.

Ritorno in Italia

Dunque sarà il momento di tornare in campo in campionato, perché sul come effettivamente ne escono Juve e Roma dalla due giorni di Champions, ne risentirà inevitabilmente la Serie A. Prima del ritorno al Bernabeu della prossima settimana la Juve va a Benevento, forte del recentissimo allungo a +5 sul Napoli. I tre punti potrebbero ridare morale alla squadra, ma anche la vittoria sul Milan aveva idealmente portato i bianconeri alla sfida contro il Real nel migliore dei modi possibili. Per la Roma, invece, ci sarà la Fiorentina in casa, e la corsa per la prossima Champions è apertissima: tre squadre per due posti, racchiuse nell’arco di tre punti, e non si può certame sbagliare.