Real Madrid-Juventus, Buffon: "Tentiamo l'impossibile. Mia ultima in Champions? Possibilità non mi deprime"

Champions League

Le parole del capitano bianconero in conferenza stampa alla vigilia della gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Real Madrid

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La grinta del capitano. Da un lato la consapevolezza di essere di fronte a quella che potrebbe essere l'ultima partita in Champions League di una straordinaria carriera, dall'altro l'orgoglio e la voglia di non mollare nonostante il pesantissimo 3-0 subìto all'Allianz Stadium all'andata. "Tentare l'impossibile", questo il diktat di Gianluigi Buffon alla vigilia della gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Real Madrid. "La mentalità con la quale affronteremo la partita sarà la solita - ha esordito il portiere della Juventus in conferenza stampa -, tenteremo di fare una gara da Juve, una partita sensata nella quale ci sia dentro tenacia, forza, equilibrio e gioco per cercare di ottenere il miglior risultato possibile. Per quanto riguarda Cristiano non so se è il più completo contro cui ho giocato, ma sicuramente in questo momento credo che lui, per il ruolo che si è ritagliato da bomber puro, sia il più decisivo. Non ne ho alcun dubbio perché lui fa gol sempre e fa gol con una continuità impressionante".

La mia ultima in Champions? Avrei firmato per giocarla al Bernabeu

"Questa la mia ultima partita in Champions? L'importante e che non sia per l’ultima in Champions per la Juve. Per quel che riguarda me c'è questa possibilità - ha ammesso Buffon -, ma non è una possibilità che mi deprime o mi suscita pensieri negativi, anzi. Se dovesse essere così, da bimbo avrei firmato per finire la mia carriera giocando al Bernabeu: bisogna sempre prendere la parte positiva delle cose. I cinque migliori al portieri al mondo? Lasciando stare l'Italia, perché se no arriveremmo a dieci, nel palacoscenico europeo direi Oblak, Navas, ter Stegen che sta facendo una grandissima stagione, poi Neuer, anche se è indisponibile, e poi ci sono Courtois ed Ederson. Se non mi sono scordato qualcuno direi questi, in questo momento ho lasciato fuori tanti portieri di livello e ho escluso quelli che giocano in Italia".

Bisogna sempre tentare l'impossibile

E sulle residue speranze di passaggio del turno Buffon è stato chiaro. Secondo il capitano della Juventus a fare la differenza sarà l'atteggiamento della squadra in campo: "Questa partita deve avere lo stesso significato per me e per la squadra. A prescindere da quanto accaduto all’andata, bisogna onorarla al meglio per tanti motivi. Giochiamo in palcoscenici importanti, contro una squadra talmente importante e indossiamo una maglia talmente storica e preziosa che ogni gara va affrontata con il massimo della dignità, cercando di ottenere il miglior risultato e cercando di fornire delle buone prestazioni. Il nostro dovere è questo, questo è il dovere di chi indossa maglie talmente importanti nel calcio mondiale. Quindi il mio obiettivo e quello di tutta la squadra è questo. In passato è capitato che si siano state alcune rimonte incredibili, ma spesso dipende dalla consistenza e dal valore degli avversari che si vanno ad incontrare. Nella vita, però, bisogna per forza tentare l’impossibile, questo è uno stimolo per ognuno di noi. Tentando l’impossibile è chiaro che si rischi di ottenere qualcosa di possibile, che magari è più umano, non è il sogno i il risultato che avresti voluto. Però tentare l’impossibile dà la possibilità di uscire dal Bernabeu almeno con buone sensazioni. Al di là del risultato, noi abbiamo anche bisogno di affrontare una gara di questo tipo, giocando in uno stadio simile e contro una squadra come il Real per avere la sensazione di essere una squadra di quel livello, di quel valore. Per la partita di domani ci sono tante chiavi di lettura. Se succedesse un miracolo chiaramente saremmo tutti felicissimi, però c’è da pensare che quello è il sogno e per raggiungere il sogno ci sono tanti step importanti. Se ho detto qualcosa per stimolare il gruppo? Ho detto che se andiamo fuori continuo, così li ho stimolati per cercare l’impresa. Il gap iniziale è grande, c’è poco d dire. L’unico modo che conosco, per crederci, non è quello di fare voli pindarici dicendo ‘ce la faremo’ in un momento di entusiasmo. Queste cose si costruiscono pian piano, giorno dopo giorno in allenamento, con serietà e voglia di soffrire. Durante la gara sarà così. Chiaramente se vai in campo pensando di passare il turno per un dono divino, sei un folle e puoi rimanere negli spogliatoi. Se invece entri in campo deciso a combattere, a giocare bene, con sacrificio e orgoglio aiutando i compagni, magari pian piano la partita si mette in un modo che nessuno potrebbe pensare".

L’andata? Buona gara finché siamo stati in undici

Buffon è poi tornato sulla gara di andata e sulla sconfitta della passata stagione in finale sempre contro il Real Madrid. "A mio avviso nella gara di andata, finché siamo rimasti in undici, abbiamo fatto una bella partita. Ogni tanto si recrimina o si fanno esternazioni che possono sembrare di basso spessore per il contesto nel quale si gioca e questo mi dispiace, ma davvero gli episodi sono girati tutti negativamente per noi. Non ci è andato nulla bene, né nella partita di andata né nella finale dell’anno scontro a Cardiff. Però quando le cose vanno tutte male e agli altri bene, evidentemente di base c’è qualche differenza. Probabilmente questo ha pesato in maniera implicita sul risultato finale, perché sinceramente la partita poteva anche finire 5-0. Però, finché eravamo in undici contro undici, la sensazione è stata quella che la Juventus fosse in partita. Poi gli episodi incidono, è inutile negarlo".

L’accoglienza del Bernabeu? Non mi aspetto nulla

Infine il portiere della Juventus ha parlato di quella che potrebbe essere l’accoglienza riservatagli dal Santiago Bernabeu: "Se mi aspetto qualcosa in particolare? Nella vita ho imparato a non aspettarmi mai nulla – ha concluso Buffon -, se non il peggio. Perciò se arriva il meglio sono sempre molto felice, ma non me lo aspetto. Negli altri anni il pubblico del Bernabeu, almeno nei miei confronti e sia con la Juventus che con la Nazionale, si è sempre comportato con grande sportività. Questo però non è che me lo devono e nemmeno me lo aspetto".