Liverpool, ecco cosa scriveva Robertson nel 2012: "La vita fa schifo, mi serve un lavoro"

Champions League

Contro la Roma la vittoria complessiva nelle semifinali, e un volo per Kiev in tasca nella finalissima di Champions. Tra i titolari di Klopp c'è anche Andrew Robertson, ma lo scozzese nel 2012 non era molto fiducioso circa la sua carriera da calciatore professionista...

VAR ANCHE IN CHAMPIONS? MAI DIRE MAI

IL LIVERPOOL VINCE, ANCHE LEBRON JAMES CI GUADAGNA

Questione di rivincita e di soddisfazione, soprattutto con se stessi e per se stessi, e la finale di Kiev per Andrew Robertson forse è qualcosa di più di un sogno che si realizza. Acquistato dal Liverpool la scorsa estate, lo scozzese di Glasgow è diventano nel corso della stagione sempre più titolare e inamovibile sulla corsia di sinistra per Jurgen Klopp. E il 26 di maggio sfiderà gente come Ronaldo e compagni, oltre che trovarsi contro - ma sulla fascia opposta - quello che è probabilmente il miglior terzino in circolazione: Marcelo. Eppure nel 2012 le cose andavano diversamente per un diciottenne appena esordiente del piccolo Queen's Park, squadra di terza categoria nel campionato scozzese. “La vita a quest’età senza soldi fa schifo”. Con tanto di hashtag #needajob: ho bisogno di un lavoro. Un sfogo rimasto seppellito sotto oltre due mila tweet dal suo profilo, ma mai realmente cancellato. E ora il cinguettio è soltanto un divertente ricordo di un giovane terzino che non credeva ancora alla sua carriera da professionista nel mondo del calcio.

La sua rivincita

Da quel giorno di quel tweet colmo di insicurezze e poca speranza per il futuro, Andrew Robertson di strada ne ha fatta parecchia. Prima passando al Dundee United, sempre in Scozia, fino all’Hull City. Di anni ne sono passati quasi sei, e più di duemila giorni, ma poco dopo la semifinale definitivamente vinta contro la Roma le sue parole nel post partita hanno avuto un sapore completamente diverso: "Quando giochi nel Queen's Park, nel Dundee United, nell'Hull, la possibilità di arrivare a una finale di Champions League non ti sfiora nemmeno”. Eppure adesso è una realtà, e certamente anche il conto in banca sarà andato oltre ogni più rosea aspettativa dopo quel pensiero a 18 anni appena compiuti.