Napoli, Ancelotti riparte dalla Stella Rossa. Ancora una volta

Champions League

La Stella Rossa nel destino di Carletto: già due volte, per lui, è stata sinonimo di ripartenza o di un "nuovo inizio". Storia del club di Belgrado e dei suoi intrecci con l'Italia

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C’erano Vialli e Mancini da una parte, Savicevic e Pancev (quando era ancora “cobra”, prima di diventare “ramarro”) dall’altra. Chi la ricorda, la ricorda come l’ultima grande partita in Europa della Stella Rossa: era il 1° aprile 1992 e la squadra che un anno prima aveva sollevato la Coppa dei Campioni si giocava con la Sampdoria di Boskov l’accesso alla finale di quella che intanto era diventata Champions League, con le squadre divise in gironi e una formula nuova ma che non era ancora quella attuale.

Stella Rossa-Sampdoria, penultima gara del gruppo A, è la partita che di fatto decide chi andrà ad affrontare a Wembley il Barcellona che sta dominando il suo girone, e in campo è una sfilata di stelle. Vincerà 3-1 la Samp, rimontando l’iniziale gol, guarda caso su punizione, di Sinisa Mihajlovic, e volerà a Londra dove solo un’altra punizione, di Ronald Koeman, spezzerà il suo sogno. Era una Stella Rossa in cui coesistevano i serbi Jugovic e Mihajlovic, entrambi futuri blucerchiati, il montenegrino Savicevic, il macedone Pancev; una Stella Rossa che la guerra disgregherà, manderà in pezzi, e i suoi pezzi finiranno in giro per l’Europa. Savicevic al Milan e Pancev all’Inter, Jugovic alla Samp, Mihajlovic alla Roma.

Ventisei anni dopo, la Stella Rossa torna a sognare riabbracciando il palcoscenico della Champions e ritrovando un altro pezzo di Italia, il Napoli di Ancelotti. Ha l’Italia nel destino, è evidente, come dimostrano la Coppa dei Campioni vinta a Bari, quell’ultima grande sfida contro la Sampdoria, i suoi campioni rifugiatisi nel nostro campionato, o anche la gara con il Milan del 9 novembre 1988 (sempre in Coppa Campioni) passata alla storia per la nebbia che ne impose la ripetizione. Partita sospesa sull’1-0 per la Stella Rossa e con il Milan in 10 (espulso Virdis), risultato azzerato come volevano le regole dell’epoca e rossoneri vittoriosi ai rigori nel replay. Quel giorno in campo c’era anche Carlo Ancelotti, oggi sulla panchina del Napoli. Per lui Stella Rossa è sinonimo di ripartenza, di nuovo inizio, di inizio di un ciclo, visto quello che vinse quel Milan da lì in poi.

E Ancelotti c’era, stavolta da allenatore del Milan, anche quando la Stella Rossa andò vicinissima al suo ritorno in Champions, terzo turno preliminare dell’edizione 2006-2007. Anche i rossoneri partono da lì, dalla casella prima del via: vincono il doppio confronto (1-0 e 2-1) e per Ancelotti è una nuova ripartenza, visto che poi quel Milan andrà a vincere la coppa vendicandosi contro il Liverpool. Se a Napoli avevano bisogno di segnali, Carletto può raccontare storie molto incoraggianti.