Il Porto è chiaramente sfavorito, ma il Liverpool è impegnato in un logorante testa a testa con il Manchester City in Premier League e ultimamente vince a fatica, spesso nei minuti finali, mostrando alcuni difetti che i portoghesi potrebbero sfruttare
Cominciamo con un dato significativo: il Porto non ha mai vinto una partita ufficiale contro il Liverpool. Nella loro storia, le due squadre si sono affrontate sei volte tra Europa e Champions League, e il club portoghese non è mai andato oltre a un 1-1 in casa, ottenuto durante la fase a gironi della Champions League 2007/08. Dei restanti cinque incontri, il Liverpool ne ha vinti tre, tra cui il netto 0-5 con cui la squadra di Klopp chiuse già all’andata gli ottavi di finale della Champions League dello scorso anno.
Insomma, in quello che già all’apparenza sembra il quarto di finale meno equilibrato, la squadra di Conceição non può nemmeno aggrapparsi a un precedente, a un ricordo, a un dettaglio mistico. E quindi l’unica domanda che è possibile fare alla vigilia dell’incontro è: esiste un modo in cui il Porto può eliminare il Liverpool, o quanto meno metterlo in difficoltà?
Ricordandoci che quella che viene spesso definita “legge dei grandi numeri” non significa affatto, per la statistica, che una lunga serie di sconfitte aumenti di per sé la probabilità di vittoria (ogni volta che si tira la monetina, anche a voler vedere la cosa in questi termini, si ha il 50% di possibilità di avere testa o croce, indipendentemente dai risultati precedenti).
Il Liverpool non sembra in grande forma
Va detto però subito che il Liverpool non sembra nel momento migliore della sua stagione: nonostante venga da cinque vittorie consecutive tra campionato e coppe, la squadra di Klopp sta facendo fatica a reggere il ritmo del Manchester City, con cui sta intraprendendo un logorante testa a testa per la Premier League, e nelle ultime partite ha dovuto fare affidamento a tutte le sue risorse pur di venirne a capo.
Negli ultimi tre incontri di campionato - contro Fulham, Tottenham e Southampton - il Liverpool ha sempre subito gol ed è riuscito a vincere solo con una rete negli ultimi dieci minuti (tra cui il comico autogol di Alderweireld che gli ha permesso di battere la squadra di Pochettino).
Un dato che, in positivo, mette in luce la grande forza mentale della squadra di Klopp, ma che, d’altra parte, mostra anche una fragilità endemica che i “Reds” fanno sempre più fatica a nascondere. Un aspetto da non sottovalutare, visto il vantaggio strategico da parte del Porto di poter giocare l’andata fuori casa e poter quindi fare all-in sul ritorno in casa.
Ovviamente non sarà semplice. Tatticamente, una delle debolezze a cui potrebbe aggrapparsi Sergio Conceição è lo squilibrio che il Liverpool accetta di soffrire in ogni partita sul lato destro, dove Salah viene quasi del tutto esentato da compiti difensivi. E per fortuna del Porto, sulla stessa fascia dell’egiziano agirà con ogni probabilità il suo uomo più pericoloso: Yacine Brahimi.
Il gol del vantaggio del Southampton contro il Liverpool, nell’ultima di campionato, nasce proprio da una discesa del terzino avversario dalla parte di Salah, che costringe il centrocampo di Klopp a scalare orizzontalmente lasciando la difesa sguarnita rispetto agli inserimenti dei centrocampisti avversari.
Il Porto ha già sperimentato in stagione un modulo che permettesse all’ala algerina di non faticare troppo in fase difensiva, trasformando il 4-4-2 iniziale in 3-5-2, chiedendo all’ala dall’altro lato (di solito Corona) di seguire l’uomo fino alla linea difensiva e al terzino destro (di solito Militão) di stringere la posizione accanto ai due centrali.
Una soluzione di questo tipo potrebbe rivelarsi efficace anche contro il Liverpool per salvaguardare le energie di Brahimi che, lasciato sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso, potrebbe continuamente minacciare la profondità con il pallone da quella parte, puntando all’isolamento con Alexander-Arnold. In questo contesto è utile ricordare che Brahimi è di gran lunga il giocatore a cui riescono più dribbling del campionato portoghese: 3,5 per 90 minuti, cioè il 61,4% di quelli che tenta.
L’esigenza di ridisegnare la difesa per via dell’assenza per squalifica di Pepe potrebbe accelerare ulteriormente questo processo, magari chiedendo a Maxi Pereira (a quasi 35 anni non più un mostro di dinamismo) di fare il terzo centrale di fatto, chiedendo a Corona i compiti difensivi che abbiamo appena visto. Una soluzione che permetterebbe al Porto anche di non dover testare il giovane Wilson Manafa contro un avversario scomodissimo come Mané.
Come difendersi?
A livello collettivo sarà invece interessante vedere che atteggiamento difensivo adotterà il Porto contro una delle squadre offensivamente più pericolose in Europa. La squadra di Conceição cerca infatti di far salire il baricentro gradualmente ma senza scomporre la sua struttura posizionale pressando in avanti. Un atteggiamento che se da una parte potrebbe escludere dal gioco Firmino, comprimendo lo spazio tra le linee, dall’altro potrebbe essere troppo rischioso, lasciando grandi spazi alle spalle della linea difensiva per le corse di Mané, Salah e dei centrocampisti più dinamici, come Wijnaldum.
Il Porto potrebbe snaturarsi e adottare fin da subito un baricentro più basso, che il Liverpool ha dimostrato di soffrire particolarmente in queste ultime uscite di campionato. Contro squadre che riescono a difendere bene la propria area, infatti, la squadra di Klopp non sembra avere molte armi facendo eccessivamente affidamento sui cross, senza avere molti specialisti sui colpi di testa.
Abbassare il baricentro significa anche attirare la pressione avversaria e guadagnare spazio alle spalle della difesa avversaria da attaccare in transizione offensiva. Due armi che il Porto potrebbe sfruttare a dovere, viste da una parte le difficoltà mostrate dal Liverpool nelle ultime uscite nello schermare le linee di passaggio dai centrali ai centrocampisti, e dall’altra dalle caratteristiche di Marega, molto potente nella progressione con il pallone e fortissimo nei duelli aerei.
Questa è invece l’azione che porta al gol del pareggio del Tottenham, che nasce da una schermatura mal eseguita da Salah su Vertonghen, che con un bel passaggio riesce a servire Kane tra le linee.
Anche se realisticamente le possibilità di passare il turno per il Porto sono poche, insomma, questo non significa che sia battuto in partenza. Se c’è una cosa che gli scontri diretti di Champions League ci hanno insegnato è che non è solo un cliché ripetere che sui 180 minuti può succedere di tutto. I record, anche quelli negativi, esistono per essere battuti.