
L'urna di Montecarlo ha svelato il raggruppamento dei nerazzurri di Gasperini, prossimi alla prima storica partecipazione in Champions. Un sorteggio non impossibile nonostante la quarta fascia d'appartenenza: i bergamaschi se la possono giocare nel girone C. Analizziamo le rivali Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria

Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria: ecco le avversarie della prima Champions League targata Atalanta, società all’esordio assoluto nella competizione ma che potrà dire la sua grazie all’urna benevola di Montecarlo. Se i Citizens di Guardiola fanno paura, le altre due formazioni sono alla portata degli uomini di Gasperini
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MANCHESTER CITY, LA FORMAZIONE TIPO. Spaventosa la squadra a disposizione di Guardiola che schiererà contro l’Atalanta, ovvero la 15^ società italiana di scena in Champions. Alternative di qualità in tutti i reparti dove non dimentichiamo Stones e Cancelo, Gundogan e Sané oltre a Mahrez e Jesus tra gli altri

L’ALLENATORE. Artefice di 28 titoli vinti nell’era recente alla guida di Barcellona, Bayern Monaco e Citizens, Guardiola è un’istituzione tra i manager di tutto il mondo. Un dominio assoluto nelle ultime stagioni in Inghilterra per lui che, da ex centrocampista del Brescia, animerà un personalissimo derby contro l’Atalanta. E dopo aver raggiunto la semifinale nelle sue prime 7 Champions da allenatore, Pep non è mai andato oltre i quarti da allenatore del City: qualora vincesse eguaglierebbe Zidane, Ancelotti e Paisley

IL CAPITANO. Salutato Kompany dopo 11 anni in squadra, il nuovo leader dei Citizens è lo spagnolo David Silva dal 2010 in rosa. Fedelissimo di Guardiola e mancino sensazionale, Silva a 33 anni detta geometrie e alimenta lo strapotere del Manchester City: 400 presenze con 71 gol e 132 assist per lui nel club, numeri davvero pazzeschi

IL PUNTO DEBOLE. Difficile trovare incertezze in una squadra abituata a vincere in Inghilterra, ma non in Europa: chissà se gli ultimi passi falsi in Champions non possano macchiare il cammino di Guardiola. E se in difesa la presenza di Otamendi non è esente da errori, l’infortunio di Sané complicherà le rotazioni del City impegnato su tutti i fronti. Attenzione all’Atalanta di scena in Inghilterra: chi ricorda lo show contro l’Everton?

LA STELLA. Altrettanto complicato individuare un fuoriclasse su tutti all’interno di un organico pazzesco, ciò nonostante il peso specifico di Raheem Sterling si farà sentire. Classe 1994 e ala dal gol facile (è già a quota 6 in 4 gare stagionali), il campione inglese è intoccabile al City così come in Nazionale. L’esplosione realizzativa di Sterling è una novità delle ultime due stagioni, lui che fa sfracelli con Aguero

L’ULTIMO MERCATO. Si può rinforzare una squadra così attrezzata? Pare di sì: partiti a titolo oneroso Danilo e Delph, i Citizens hanno accolto Rodri dall’Atletico Madrid per 70 milioni di euro ovvero cinque in meno di Cancelo arrivato dalla Juve. Rientrati alla base Angelino e Porro, alternative sulle corsie in difesa

COSÌ IN EUROPA. Detto delle difficoltà del Manchester City in Champions, mai oltre i quarti dall’avvento di Guardiola in panchina, gli azzurri vivranno la loro 9^ partecipazione consecutiva alla competizione ovvero la striscia in corso più lunga per una squadra inglese. L’obiettivo è ovviamente il trionfo, raggiungendo almeno la semifinale che manca dal 2016 con Pellegrini alla guida. Nessuna delle 48 gare del City in Champions è terminata senza reti (161 gol segnati nel parziale)

SHAKHAR DONETSK, LA FORMAZIONE TIPO. Nessun precedente tra l’Atalanta e gli ucraini, squadra dall’anima brasiliana come da tradizione sebbene orfana in panchina di Paulo Fonseca destinato alla Roma. Dopo i fasti dell’era Lucescu, lo Shakhtar ha avviato un ricambio generazionale puntando sui talenti del vivaio. Sarà la 14^ partecipazione della società in Champions contro le 16 della Dinamo Kiev

L’ALLENATORE. Detto dell’addio di Fonseca, da luglio c’è un altro portoghese alla guida dello Shakhtar: parliamo di Luis Castro, 57enne impegnato in precedenza solo in patria (Rio Ave, Chaves e Vitoria Guimaraes). Fu allenatore ad interim del Porto nel 2014, quando contribuì ad eliminare il Napoli nei quarti di Europa League

IL CAPITANO. Ormai dal 2010 di scena in Ucraina dopo il triennio al Metalist, Taison è il leader dello Shakhtar rinnovando la tradizione dei brasiliani in società. Classe 1988 con 8 presenze in Nazionale, l’ala cresciuta nell’Internacional vanta colpi da knockout come suggerisce il suo nome: 44 gol e 71 assist in 242 presenze ufficiali con il club ucraino. Sicuramente una pedina da tenere d’occhio per Gasperini

IL PUNTO DEBOLE. Non è più la scheggia impazzita dei tempi di Lucescu, sebbene in patria abbia conquistato gli ultimi tre scudetti. Le perplessità sono legate alla tenuta difensiva quasi esclusivamente costituita da giocatori ucraini, nazionalità agli antipodi con quella brasiliana. Curiosamente sono proprio 15 i sudamericani mandati a segno in Champions dallo Shakhtar: solo il Porto con 22 ha fatto meglio

LA STELLA. Ed è proprio un brasiliano, oltre a Taison, il giocatore più tecnico e spettacolare a disposizione di Luis Castro: parliamo del 31enne Marlos, esterno offensivo o all’occorrenza centrocampista dal sinistro educatissimo. Cresciuto nel Coritiba e dalle stesse tappe percorse da Taison, Marlos ha sposato la causa dell’Ucraina accettando di rappresentarla a livello internazionale (12 presenze dal 2017). E allo Shakhtar vanta 59 reti e 50 assist in 200 incontri

L’ULTIMO MERCATO. In controtendenza con l’élite europea, lo Shakhtar Donetsk non ha archiviato operazioni in entrata. Ceduti invece Petriak oltre al difensore Ordets destinato alla Dinamo Mosca e Wellington Nem, esterno brasiliano dal nuovo prestito al Fluminense

COSÌ IN EUROPA. Già vincitore in Coppa Uefa nel 2009, lo Shakhtar Donetsk giocherà in Champions per la 12^ volta nelle ultime 14 stagioni con due sole eccezioni (2010 e 2016). Gli ucraini hanno alternato l’eliminazione nella fase a gironi alla qualificazione agli ottavi in ciascuna delle ultime 9 partecipazioni: la scorsa edizione lo Shakhtar uscì di scena proprio nel girone

DINAMO ZAGABRIA, LA FORMAZIONE TIPO. A completare il gruppo C dell’Atalanta c’è la formazione croata che ammette due precedenti con i bergamaschi: doppio pareggio (0-0 in casa e 1-1 in trasferta) per la Dea che avanzò al 2° turno nella Coppa Uefa 1990/91. Squadra da non sottovalutare quella di Bjelica dove le migliori individualità trovano spazio dalla mediana in avanti

L’ALLENATORE. Ex centrocampista croato, il 48enne Nenad Bjelica guida la Dinamo Zagabria dal 2018 dopo il biennio in Polonia (Lech Poznan) e la stagione allo Spezia in Serie B (playoff centrati ed esonero nel novembre seguente). Vecchia conoscenza italiana, Bjelica ha iniziato ad allenare in Austria dove chiuse la carriera da calciatore

IL CAPITANO. A spingere i compagni è il centrocampista Arijan Ademi, mediano 28enne e nazionale macedone dopo aver indossato pure la maglia della Croazia. Da sempre impegnato nel Paese, lui che è nato a Sebenico, il leader della Dinamo milita nel club dal 2010 con 228 presenze (20 reti e 16 assist a referto)

IL PUNTO DEBOLE. Se la Dinamo Zagabria rappresenta solo la seconda squadra croata a giocare in Champions (assieme all’Hajduk Spalato), il cammino della squadra si è sempre interrotto ai gironi nelle precedenti edizioni. Un fattore negativo da non trascurare per un gruppo giovane e privo della necessaria esperienza internazionale, handicap colmato nei preliminari sbarazzandosi di Saburtalo, Ferencvaros e Rosenborg

LA STELLA. Classe 1998 e campione europeo U-21 con la Spagna, Dani Olmo è il faro tecnico di una squadra particolarmente interessante sulla trequarti. Cresciuto nella cantera del Barcellona accettando di trasferirsi in Croazia nel 2014, il trequartista catalano brilla per qualità tecniche e colpi ad effetto: 30 reti e 25 assist nelle sue 108 gare ufficiali con la Dinamo Zagabria, numeri che non rendono appieno sulle doti già appetite dalle big sul mercato

L’ULTIMO MERCATO. La scongiurata partenza di Dani Olmo, in particolare, può essere considerata la vera mossa vincente della Dinamo che ha piuttosto monetizzato le cessioni di Sunjic, Majstorovic e Rrahmani, quest’ultimo venduto al Verona in Serie A. L’innesto del 20enne Ivanusec consegna a Bjelica una nuova alternativa di livello per la trequarti, reparto dove non mancano giocatori da tenere d’occhio

COSÌ IN EUROPA. Eliminata dal Benfica agli ottavi dell’ultima Europa League, la Dinamo Zagabria si è qualificata alla Champions in 7 occasioni e per la prima volta dalla stagione 2016/17, quando perse tutte le gare del girone contro Juve, Lione e Siviglia. Da ricordare come i croati abbiano perso le ultime 11 gare in Champions eguagliando la loro peggiore striscia nella competizione (solo l’Anderlecht fece peggio con 12)