Lukaku, l'Uefa non aprirà inchiesta per i cori razzisti durante Slavia Praga-Inter

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Non saranno aperte inchieste per i cori razzisti contro l'attaccante nerazzurro nel corso della trasferta dell'Inter a Praga. Era stato lo stesso Lukaku a denunciare il caso

La Uefa non aprirà nessuna inchiesta per i cori razzisti a Romelu Lukaku nel corso della trasferta di Champions League contro lo Slavia Praga. Nessuno tra i direttori di gara e il delegato della Federazione hanno avvertito nulla: niente è stato quindi riportato all’interno dei rispettivi report. L'unica possibilita per far aprire un'inchiesta è ora che l'Inter faccia un reclamo ufficiale. Era stato lo stesso attaccante nerazzurro, grandissimo protagonista con un gol (più altri due annullati dal Var) e due assist nella fondamentale vittoria dei nerazzurri a denunciare l’episodio a fine partita. Nello specifico, il belga è stato bersagliato subito dopo l’azione che ha portato alla rete del vantaggio di Lautaro Martinez e nei secondi successivi al gol del momentaneo 2-0 dell’Inter poi annullato dal Var. Lukaku, da parte sua, ha risposto portandosi la mano all’orecchio . Poi, segnando la rete del momentaneo 2-1 per la squadra di Antonio Conte, l’ex Manchester United ha scaricato una gran botta in porta, sfogando così la sua rabbia.

Il monito di Romelu: "L'Uefa intervenga"

A confermare l’accaduto – sebbene dall'audio delle riprese televisive non si percepisca chiaramente la natura dei cori – era stato lo stesso Lukaku, che ha denunciato il comportamento dei tifosi dello Slavia ai microfoni di Esporte Interativo. "Lo avevo già detto quando ero in Nazionale con il Belgio – le sue parole nel post partita -, la Uefa dovrebbe fare qualcosa perché siamo nel 2019 e non è possibile che succedano ancora queste cose negli stadi. In questa partita sono stato vittima di cori razzisti due volte, non solo al momento del gol ma anche in occasione della prima rete di Lautaro Martinez. Per quanto mi riguarda queste sono  cattive persone. Inoltre così si dà anche un brutto esempio ai bambini. Aspetto che la Uefa intervenga".

Il precedente di Cagliari

Non è la prima volta che in questa stagione Lukaku viene bersagliato da cori razzisti. Era già successo lo scorso settembre in occasione della trasferta di campionato dell’Inter a Cagliari: al momento di calciare un rigore, l’attaccante belga era stato colpito dai buu e dai fischi dei tifosi rossoblù. Anche in quella circostanza Lukaku aveva prima risposto sul campo, segnando e guardando la curva con aria di sfida, poi fuori dal terreno di gioco, postando un lungo messaggio sul proprio profilo Instagram. "Molti giocatori – aveva scritto l’attaccante dell’Inter - nell’ultimo mese hanno subito insulti razzisti. È successo anche a me ieri. Il calcio è un gioco amato da tutti e non dovremmo accettare alcuna forma di discriminazione che possa far vergognare il nostro sport. Spero che le federazioni di tutto il mondo reagiscano con forza su tutti i casi di discriminazione. I social media devono funzionare meglio, così come le società, perché ogni giorno si vedono commenti razzisti sotto i post delle persone di colore… Se ne parla da anni, ma non si è ancora fatto nulla. Signore e signori, è il 2019, invece di andare avanti stiamo andando indietro. In quanto calciatori dobbiamo essere uniti e prendere una posizione su questa questione, per far sì che il calcio resti un gioco pulito e divertente per tutti".