Caro Bologna, quello alla Champions è solo un arrivederci

Che Champions, ragazzi! Con qualche rammarico, certo, ma sempre un grande viaggio. Dopo il sorteggio il calendario sembrava potesse sorridere al Bologna, poi il percorso del girone ci ha insegnato che non solo Liverpool ma anche Aston Villa, Borussia Dortmund e Benfica, tutte qualificate al prossimo turno, sono avversarie difficili. In ogni caso, la Champions ha avuto un ruolo importante anche per il campionato dei rossoblù, perché giocare questo tipo di partite ha aiutato il Bologna a diventare una realtà di alta classifica anche in Serie A. Insomma, nonostante l’eliminazione è stato comunque un ottimo percorso. Vincenzo Italiano e i suoi hanno vissuto un girone a due fasi. Ce lo si poteva aspettare. All’esordio contro lo Shaktar, 60 anni dopo l’ultima volta, la tensione e la timidezza erano evidenti: il Bologna delle ultime tre giornate non avrebbe fatto fatica a battere 3-0 gli ucraini. Con il procedere delle partite, però, è aumentata gradualmente la confidenza: contro il Liverpool e l’Aston Villa, al netto delle sconfitte, la squadra ha fatto bella figura, non è mai andata sotto nettamente, in certe fasi ha giocato quasi alla pari. Sempre in crescendo, fino ad arrivare alle due trasferte in Portogallo, dove il Bologna ha fatto la partita. E nel mezzo addirittura la vittoria contro il Borussia Dortmund, che è comunque vice campione d’Europa. In casa, davanti ai suoi tifosi. Il momento più bello del girone. La parola chiave di questa Champions è stata "crescita". Intanto, perché il Bologna ha mostrato carattere, senza mai prendere imbarcate. Aver concluso con una delle migliori difese è un bel segnale. Le ultime tre partite, al di là dei 5 punti, hanno messo in mostra prestazioni convincenti, da squadra forte e consapevole. È come se avessero voluto gridare all'Europa: “Abbiamo capito che qui in mezzo ci possiamo stare, aspettateci perché torneremo”. Adesso la palla passa al campionato. Bisognerà infiocchettare un’altra stagione di altissimo profilo, magari sperando grazie al ranking di avere di nuovo il quinto posto Champions. Però il Bologna c’è, è lì appaiato alle grandi, l’obiettivo è concreto. La strada, d'altronde, sembra tracciata chiaramente. E il modello di riferimento, perché no, potrebbe essere quello dell’Atalanta. Il modus operandi è simile, basta vedere come viene approcciato il calciomercato: puntare sì sul presente, ma pensare anche al futuro scommettendo su giocatori di prospettiva. Come fatto con Castro nel gennaio del 2024. A una realtà come quella del Bologna, per restare nelle zone di alta classifica, serve farsi trovare pronta con largo anticipo. E poi vale tutto, non per forza solo la Champions. Sempre pensando all’Atalanta, sono i campioni in carica dell’Europa League. Si può ambire anche alle ‘altre’ coppe, magari provando ad arrivare in fondo alla competizione, passaggio spesso fondamenale per consolidare un processo di crescita. Insomma, lottare per la zona Europa, quella è la missione. E la società ormai si è strutturara per riuscirci. Se questa avventura ora è terminata, quello che resta, in fondo al viaggio, solo le fortissime emozioni. La squadra come detto è maturata una partita dopo l'altra, ma al tifoso cioò che è maggiormente rimasto nel cuore è la gioia di aver ‘girato’ l’Europa dopo tutti questi anni. E di essere uscito a testa alta dal girone, rendendosi conto che tra le migliori della Champions non si è finiti per caso e, perché no?, ci si potrebbe anche ritornare l’anno prossimo. Questa consapevolezza, di club e pubblico, è arrivata dopo la vittoria contro il Borussia. Che festa quella sera, il mondo ribaltato in tre mesi. Se a Liverpool c’era solo l’emozione, in casa contro il Dortmund per un attimo si è avuta la sensazione che con la Champions League sia solo un “arrivederci”. Nessun rimpianto per come è andata, solo orgoglio. Ci rivedremo presto.

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Caro Bologna, quello alla Champions è solo un arrivederci

Giancarlo Marocchi