Alla vigilia della finale di Champions, l’allenatore del Psg parla a Sky: "E' il trofeo che manca al Psg, ci sono pressione e aspettative ma io la vivo con tranquillità. L’importante sarà continuare a giocare nel modo che conosciamo, tenendo il pallone”. Sull’Inter: "Avversaria atipica perché gioca con due punte vere, ma ci siamo preparati"
Vigilia della finale di Champions: nel tardo pomeriggio il Psg ha svolto un allenamento aperto ai media all'interno dell'Allianz Arena di Monaco di Baviera, che sabato sera sarà teatro della sfida tra i parigini e l'Inter. Al termine della seduta, l'allenatore del Psg, Luis Enrique, ha parlato così ai microfoni di Sky:
Finale meritocratica, arriva dopo due anni di grande lavoro in cui ha rigirato completamente il Psg. Entrando in questo stadio cosa ha sentito? Orgoglio?
"Ho sentito che siamo molto fortunati di poter disputare la partita migliore che possa giocare una squadra, un giocatore, un allenatore nel corso della stagione: la finale di Champions. Credo che sia un momento da godersi"
In Europa è difficile trovare una squadra che gioca con il 3-5-2 e due vere punte come l'Inter: ha apportato qualche modifica sapendo di dover difendere contro una squadra "atipica", difficile da trovare in Europa?
"Sì, è un po’ diverso affrontare una squadra come l’Inter con due attaccanti puri come Lautaro e Thuram. Il nostro obiettivo come sempre è preparare la partita nel modo migliore per portarla dove noi crediamo di essere più forti. Per questo dobbiamo avere il pallone, non c’è altra possibilità. E se noi abbiamo il pallone, loro sono una squadra che sa pressare anche molto bene, e noi abbiamo preparato tutte le possibilità per cercare di frenare l’Inter. Credo che adattarsi a quello che chiederà la partita sarà la chiave"
Cosa rappresenta questa finale a livello emotivo?
"Ricordo il giorno della mia presentazione che l’obiettivo era vincere trofei importanti e il trofeo importante che manca al Psg è la Champions. Significa che c'è una pressione aggiuntiva, ci sono tante aspettative attorno alla squadra, ma io la viva con tranquillità e consapevolezza e credo che la cosa importante se siamo arrivati fino a qui giocando in un certo modo sia continuare a giocare allo stesso modo, con la stessa impostazione"
Gigio Donnarumma ha tanto merito, ma è stato anche criticato tanto in Francia...
"Quando uno è a al livello più alto, deve sapere che sarà criticato o anche elogiato. Gigio lo sa già, è un giocatore molto esperto. Siamo molto contenti di lui ma di tutti i giocatori della rosa. Credo che quest’anno siamo riusciti a dare un’ulteriore svolta"
C’è qualcuno che sta sentendo di più la partita? Magari i più giovani
"Sono giovani ma sono anche esperti: hanno fatto tante partite, anche a eliminazione diretta. L’esperienza si acquisisce giocando, e più partite giochi e più esperienza fai. Non ho mai avuto paura di schierare giocatori giovani, credo sia una delle mie caratteristiche come allenatore. Mi piace il fatto che debba giocare il migliore, guardando il suo stato di forma senza pensare all’età"