Lazio-Milan, Gattuso: "Non sono un guru, meriti anche a Montella. Vogliamo tornare a emozionare i tifosi"

Coppa Italia
Gennaro Gattuso, allenatore del Milan

L'allenatore rossonero dopo la conquista della finale di Coppa Italia: "Abbiamo giocato come volevamo, i ragazzi credono nel lavoro che stiamo facendo. Kalinic? È un campione, ci tengo". Sul suo operato: "Non mi sento nessuno, prenderò le mie legnate sui denti. Mi sto godendo tutto"

LAZIO-MILAN 4-5 (dcr): IL RACCONTO

Il Milan non si ferma e vola in finale di Coppa Italia, dove il 9 maggio incontrerà la Juventus. Sono serviti 120 minuti più i calci di rigore ai rossoneri per riuscire a piegare la Lazio di Simone Inzaghi, dopo una partita - così come per l'andata - giocata sul sottile filo dell'equilibrio. A decidere la lunga serie di rigori finali, dopo l'errore di Luiz Felipe, Alessio Romagnoli, ironia della sorte tifoso proprio della Lazio. Soddisfatto e festante Gennaro Gattuso, che così ha parlato a fine partita: "La Lazio è una squadra che in casa da quattro-cinque gol a tutti, è una delle squadre che ha segnato di più in Europa. È fortissima, ha tecnica e fisicità. Noi siamo stati bravi, Immobile non ha mai trovato la profondità. Siamo stati bravi a giocare da squadra, sapevamo che ci sarebbe stato da soffrire. Abbiamo tenuto bene in campo, abbiamo fatto la partita così come l’avevamo preparata". Resta la macchia dell'errore di Kalinic a fine supplementari: "Ho pensato che dovevo lavorare sulla testa del giocatore. Si può sbagliare, chi ha giocato a calcio lo sa. Ho pensato di aver perso un calciatore, per fortuna siamo passati. Ha stretto i denti, ha un problema fisico ma si è messo a disposizione. Ha grande tecnica, peccato che non riesca a trovare la via del gol. Ma è un campione, ci tengo".

"Non sono un guru, merito anche a Montella"

Sulla difesa, poi, diventata vera arma in più del Milan del 2018: "Stiamo lavorando sui concetti - ha continuato Gattuso - Nessuno ne parla, ma questa squadra gioca sempre a palla coperta e per questo gli avversari non trovano la profondità. È merito dei ragazzi, che credono in quello che stanno facendo. Gli rompo le scatole, ma ho già detto loro che sarà così fino a giugno. Poi andremo in vacanza. Il mio contratto è l’ultimo problema, bisognava far rendere al massimo i giovani che abbiamo reso. Vogliamo tornare a essere quella squadra che emoziona i tifosi: ci stiamo riuscendo". Sul futuro: "Non sono un grande allenatore, ho fatto tanta gavetta e devo ancora imparare tanto. In questi giorni si sta parlando troppo, sembra che io sia diventato un guru della panchina. Non sono nessuno, devo ancora prendere tante legnate sui denti. In questi cinque anni ho fatto tanto, nessuno mi ha regalato niente. Ho vinto un campionato, ho fatto delle esperienze all’estero molto dure. La tattica non si impara sui libri, ma con le legnate sui denti. Ma non sono diventato un guru, il mio percorso è ancora difficile e duro. Se mi sento un traghettatore? Non mi sento nulla, sono un ragazzo fortunato che ha avuto un’opportunità incredibile e la sta sfruttando. Mi sto godendo tutto, anzi, faccio fatica. dopo vedremo. Per me è un sogno quello che sto facendo. Voglio rimanere qua, questa è casa mia. Montella? Bisogna dargli un po' di merito. Io ho modificato qualcosa, ma il palleggio è rimasto. C’è qualcosa del suo lavoro, bisogna ammetterlo. Questo mi ha aiutato". Una battuta finale sul derby di domenica: "Adesso bisogna recuperare energie e forze fisiche. scendere in campo con la stessa determinazione. Dobbiamo recuperare tutti i giocatori a livello mentale e fisico per preparare il derby. I tifosi ci tengono tanto, se riusciamo a vincere questa partita si possono aprire degli scenari", ha concluso.