Juventus-Milan, la finale di Coppa Italia è anche sfida "vecchi vs giovani": generazione J o generazione M?

Coppa Italia

Marco Salami

Quella dell'Olimpico sarà anche una sfida generazionale tra le due finaliste. Da una parte la Juve, padrona d'Italia con i suoi "vecchietti" formidabili: 30,6 l'età media di squadra, alta soprattutto in difesa. Sul fronte opposto il Milan di Gattuso, stra vincente da giocatore in una squadra "vecchia", ed ora chiamato a vincere da allenatore con i suoi giovani

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JUVE-MILAN, CHIAVI TATTICHE DELLA SFIDA

PRE PARTITA: ALLEGRI - GATTUSO - PROBABILI FORMAZIONI

Esperienza contro sana incoscienza. Testa contro gambe. Vecchi contro giovani. La fame? Quella è uguale, per entrambe. Per una Juve da sempre abituata a vincere tutto, sempre, per mentalità e perché vincere - come motto - è l’unica cosa che conta. Idem però anche per un Milan che riflette tantissimo il suo allenatore: grinta, corsa, voglia, cuore. “Non è la finale di Coppa Italia, ma del Mondo” - ha detto Gattuso nella conferenza stampa pre partita. Parole importanti da uno che (con Buffon e Barzagli) il Mondiale l’ha vinto per davvero. In Nazionale e per club, oltre alle Champions in un Milan stra vincente che quella Coppa Italia spesso la lasciava da parte. Gli orizzonti negli anni sono cambiati, tantissimo, e ora c’è solo la voglia di tornare a conquistare un trofeo, dopo la Supercoppa a Doha sempre contro i bianconeri dello scorso anno. Ma chi la spunterà? Il Milan con i suoi 23,2 anni di età media di squadra, o i bianconeri con una media di 30,6?

Generazione J

La Juventus il campionato l’ha ormai praticamente già vinto, anche se Allegri ha voluto mantenere i piedi per terra anche nella conferenza stampa prima della finale. I segreti della sua squadra sono tanti, forse mai come quest’anno cinica e spietata. Bella? Forse meno del solito, ma alla fine è l’obiettivo quello che conta, sempre. E in questo la mentalità del club e del suo allenatore si sono sposate benissimo, talmente bene che sembrerebbe quasi un paradosso parlare di eventuali adii a fine stagione. Cinismo vuol dire anche sicurezza, e la sicurezza viene dall’abitudine, a sua volta radicata nell’esperienza di un collettivo che da sette anni domina il calcio italiano, pur sempre sapendosi rinnovare ogni anno. L’età media per reparti parla chiaro, non che ce ne fosse bisogno: è la difesa quella più “vecchia”. Causa (o per lo più meriti) di Gigi Buffon, portiere - e per definizione ruolo che può andare anche oltre ai classici standard di ritiro dei giocatori di movimento - di 40 anni. Ma attenzione anche ai 37 di Barzagli, 33 di Chiellini (che salterà la finale), 34 di Lichtsteiner e 29 di Asamoah. La media totale fa 33,2. Più anche dei 30 tondi tondi tra i centrocampisti, coi vari Khedira e Matuidi a quota 31 primavere, ma con un francese che continua comunque a correre come un ragazzino. Eppure proiezioni future e certezze a lungo termine del presente non mancano.

Ritorno al futuro

La Juve si rinnova, sempre, e senza mai fare rivoluzioni. Ogni anno e con costanza, e questo è l’ennesimo segreto di chi sta per mettere il settimo sigillo sulla Serie A. Detto di difesa e centrocampo è l’attacco il reparto dall’età media più bassa, con 27 anni di media in cui pesa senza dubbio Paulo Dybala. Dei bianconeri l’argentino è il quarto giocatore per minuti più utilizzato da Allegri, oltreché miglior realizzatore di tutta la squadra. 24 gli anni per la Joya, con anche i 27 di Douglas Costa, per distacco l’arma in più della Juve in tutto il 2018. In fascia, poi, c’è anche Alex Sandro (27), subito dietro a Dybala nel minutaggio della stagione. I più giovani in squadra? Bentancur e Rugani, due mattonelle da cui ripartire, specie in difesa, con Barzagli probabilmente alle sue ultime partite in bianconero.

Non è una squadra per vecchi

Dall’altra parte c’è il Milan di Gattuso, e anche nella sfida tra allenatori c’è il divario, forse non addirittura generazionale, ma di età sì. Ringhio in rossonero è alla prima stagione in A, con 40 anni compiuti proprio sulla panchina del diavolo. Contro c’è Allegri, che di candeline ne ha già spente 50 e ha dieci anni in più anche di esperienza nel massimo campionato italiano. L’età media del Milan dice 23,2, ed è la più bassa in assoluto (in relazione ai minuti realmente giocati in campo) di tutta la Serie A. In tutto questo pesano tanto i vari Donnarumma, Calabria e Cutrone, nomi usciti direttamente da un vivaio che aveva già in passato prodotto campionissimi capaci di costruire un ciclo di vittorie, glorioso e lunghissimo, in cui anche lo stesso Gattuso si era inserito. Quella del Rino giocatore era una squadra vincente, ma sempre considerata vecchia (nel 2007, anno dell’ultima Champions, era la squadra con l‘età media più alta tra le italiane). E proprio qui sta il rovesciamento dei ruoli: starà proprio a lui far tornare a vincere il Milan, ora giovanissimo.

Generazione M

La scorsa estate, con la nuova proprietà cinese, arrivarono dieci colpi nel Milan, perché un miglioramento della squadra serviva più o meno ovunque, in qualsiasi ruolo. Ecco allora la linea verde (Kessié 21, Calhanoglu 24, Rodriguez 25, Silva 22 e lo sfortunatissimo Conti 24), perché da lì serviva inevitabilmente ripartire, salvo l’esperienza per guidare la squadra. In questo senso se n’era parlato molto nell’ultimo mercato estivo, della linea verticale del campo fatta anche di esperienza, presenze e passato. Bonucci (31) a comandare la difesa, Biglia (32) con le chiavi del centrocampo e con Kalinic (30) in avanti. I risultati sono stati, in ordine, un sì, un ni e un no, con profonda bocciatura solo per il croato che non ha mai brillato in tutta la stagione. Guardando i reparti l’età media è molto simile tra tutti e tre i blocchi, e molto bassa è ugualmente quella della squadra tipo, ovvero gli undici che Gattuso ha privilegiato dal suo arrivo in panchina. I soliti insomma, e in ordine: Donnarumma, Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez, Kessié, Biglia, Bonaventura, Suso, Calhanoglu con l’alternarsi di Cutrone e Kalinic in avanti. Nel calcolo - impossibile da replicare anche sulla Juve, vista la varietà di moduli e combinazioni di uomini per Allegri - l’età media è di 24,3 anni con Cutrone titolare, di 25,2 con Kalinic. Il risultato? Si parla sempre di numeri molto bassi, quelli da cui il nuovo Milan sta già ripartendo, e con cui Gattuso proverà a vincere il primo trofeo.